Stile e stili, gastronomia e sostenibilità

Stili di vita (e mostre), gastronomia e sostenibilità: questi i temi che vorremmo definire non di moda, ma di attualità. Temi nei quali viene ad aggiungersi, conquistando ancora una volta il primo piano, Giorgio Armani: sì, proprio lui (oltre che “re”, oggi si potrebbe definire “imperatore”) che non smette di sorprendere, stupire – e farsi applaudire. Ecco quindi questo sempre giovane “over 80” attirare  “il più oltre la moda” in vari campi (come, ad esempio, il sindaco Sala, e Pierre Casiraghi – figlio di Carolina di Monaco-con la bellissima moglie Beatrice Borromeo) in una giornata dedicata a Milano, nella quale ha presentato nuovissime collezioni: d’abbigliamento – e non solo!

Giornata cominciata al mattino, presso l’”Armani Hotel”, dove si è rimasti abbagliati da “Borgonuovo”, “Sì”, e “Firmamento”, le sue nuovissime linee di gioielli: collier, orecchini, anelli, bracciali, nei quali diamanti ed onice nero, pietre preziose in sfumature pastello e sottili frange d’oro bianco – frutto di un accurato lavoro artigianale- simbolizzano l’armaniano estro geniale, e raffinatissimo assieme.

Dopo esserci ripresi da bagliori e luccichii, eccoci all’Armani/Silos, dove è stata allestita la collezione permanente “Accenti di stile”: prima mostra da lui curata personalmente, dedicata ai suoi accessori, comprende una retrospettiva di borse, calzature e bijoux, oltre a proiezioni di campagne pubblicitarie e redazionali. Ma non basta perchè, a seguire, all’Armani Teatro si è svolta  la sfilata della prima collezione Pre/Foll 20/21, con prevalenza di  rosso, nero, champagne, tanti completi pantaloni  nei quali -pur  nel “nuovo”- se ne riconosce il tocco, inconfondibile. “Trovo entusiasmante il mio lavoro -ha detto Giorgio Armani- perchè mi consente di vivere continuamente delle “prime volte”, come questa giornata durante la quale ho presentato per la prima volta con  una sfilata la collezione Pre-Fall Giorgio Armani, ed ho svelato la nuova linea di alta gioielleria Giorgio Armani. Un’occasione che ho pensato di rendere speciale inaugurando all’Armani/Silos una mostra interamente dedicata agli accessori. Una parte forse meno conosciuta del mio lavoro ma non meno importante. Mi piaceva l’idea di offrire la possibilità di vivere, in un’immersione totale, il mio mondo fra arte e design”.

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Dal “firmamento Armani” passiamo ad altre stelle, che nella galassia gastronomica  vengono inserite nell’ambitissima Guida Michelin.  E destano ora interesse soprattutto due giovani,  chef di ristoranti che hanno conquistato la loro prima stella: dalla montagna al mare.  Ovvero, dall’Alto Adige al mar Tirreno: con l’”Elefante” (o Elephant) di Bressanone, e il “Le Monzù” dell’Isola di Capri.

All’ “Elefante” ecco un giovane altoatesino “figlio d’arte” (papà Helmut  è maestro cuoco ed autore di libri di cucina: “Cucinare nelle Dolomiti” e “La nostra cucina italiana”):  Mathias  Bachmann che, , dopo gli anni di apprendistato sotto la guida di Peter Girtler  (Hotel Stafler di Mules, 2 stelle Michelin) e premiato come miglior apprendista dell’Alto Adige , entra nella cucina di Karl Baumgartner,  nel ristorante “Schoneck” di Falkes  e, nel 2007, rappresenta l’Italia ai campionati mondiali juniores di cucina in Giappone; quindi eccolo per due anni nella cucina di Hans Haas, al famoso “Tantris” di Monaco ; tappa seguente: Vico Equense, all’altrettanto celebre “Torre del Saracino” di Gennaro Esposito. Tappa finale, prima dello sbarco all””Elefante”, il “”Trenkerstube  di Tirolo con lo chef bi-stellato Gerhard Wieser. Ma non basta, perchè nei mesi di vacanza stagionale  Mathias raggiunge quattro ristoranti di   chef  3 stelle Michelin: Wissler (Vendome di Colonia), Herman ( Old Sluis), Jonnie Boer (De Librije Zwolle e Sven Elverfeld ( Aqua Wolfsburg)  ed addirittura Peter del  Gilmore’s  Quay a Sidney (considerato il miglior cuoco australiano). Ora, attendiamo il giorno in cui l’ “Elefante”, con Mathias, conquisterà la seconda stella.

Dall’Alto Adige passiamo ad un panorama dei più belli al mondo: purtroppo, non conosciuto da molti italiani che, colpiti da grave esterofilia, vanno  all’estero senza aver prima conosciuto – o mai conoscendo! – le straordinarie bellezze del proprio Paese. Bellezza totale che troviamo a Capri, dove vi è un’altra nuova stella: il ristorante gourmet  “Le Monzù” del Resort  “Punta Tragara” (opera di Le Corbusier), nel quale  vi è come executive chef Luigi Lionetti: 35 anni, caprese “doc”, a 15 anni “folgorato” dalla gastronomia , comincia a destreggiarsi in cucina nel delizioso “Paolino”, della sua città; definito “lo chef  di Capri che rivisita le tradizioni”  lo  troviamo poi -con un  balzo – fino al 2008 al “La Perla” di Corvara, in Val Badia;  poi non manca  -pure lui- di imparare altri segreti e delizie da Gennaro Esposito, il “Gennarino Nazionale”, finchè ritorna a Capri, al “Le Monzù” del “Punta Tragara”, dove riesce ad esprimere al massimo creatività ed abilità: riconosciute con la prima stella.

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Stile e gastronomia: ma potrebbe mancare, ora, nella galassia moda la sostenibilità? Indubbiamente, no. Ecco quindi la fiorentina “LuisaViaRoma”: sempre più attiva, sempre più internazionale, ora assieme a “”Saldarini Cashemere Flakes”, dà vita ad un progetto per promuovere una fibra sostenibile che rispetta  gli animali e l’ambiente: “LVR Sustainable”, con cui vengono create collezioni nelle quali sono inclusi giacche e cappotti.

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