Vita in piscina

«Esistono molte ragioni per trovarsi là sotto:
artrite, sciatica, insonnia, una protesi dell’anca
in titanio nuova di zecca, i piedi doloranti
e stanchi di aver calpestato l’arida terra per una vita»

«Ormai non dovrà mai più avere paura di perdersi.
Perché anche se lei non sa più dov’è,
noi lo sappiamo»

Ci sono autori che pubblicano un libro per ogni rentrée letteraria (in Francia nel mese di settembre appaiono fino a 600 nuovi romanzi!), ce ne sono che scrivono un libro nuovo per ogni premio letterario più o meno prestigioso, ci sono quelli che sfornano tre libri all’anno o anche di più (ma saranno loro a scriverli?) e poi ci sono quelli che ne scrivono quattro in una vita o magri uno ogni dieci, dodici anni come la bravissima Donna Tartt dell’eccellente Dio di illusioni o la pluripremiata, autrice del vendutissimo Venivamo tutte per mare, e cioè Julie Otsuka di cui ora parleremo proprio in occasione dell’uscita del suo nuovo testo a dieci anni dall’ultimo.

Ci sembra quindi assai giusto rallegrarci quando l’opera di uno di questi autori (nella fattispecie autrici) appare nelle vetrine della nostra libreria preferita, visto che siamo quasi sicuri di trovarci tra le mani (previo ovvio acquisto!) dei libri di una certa levatura.

C’è il mondo di sopra, quello là fuori, quello rumoroso, pieno di impegni, di problemi, di corse, di molte domande e poche risposte, ricco di imprevisti non sempre gradevoli, di cieli temporaleschi e di giorni ventosi o terribilmente afosi, quello degli appuntamenti importanti, delle spese al supermercato, delle visite in ospedale, dello stress, degli incontri casuali, delle famiglie, del lavoro, delle notti insonni.

E poi c’è il mondo sotterraneo. Quello della piscina...

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