Wasabit: il perchè di una rubrica

Negli ultimi anni la presenza della tecnologia nella nostra vita è sempre più massiccia. Quella che fino a poco fa sembrava fantascienza oggi è futuro prossimo, imminente grazie ai continui progressi, all’introduzione dell’intelligenza artificiale e della robotica in in ambiti sempre più estesi. L’amore del Giappone per i robot, per le nuove tecnologie, per l’AI ha origini lontane e un presente molto prolifico.

Francesca Scotti, scrittrice che vive tra Italia e Giappone ci racconterà di questo interesse capace di attraversare e avvicinare finzione e realtà.

Negli ultimi anni la presenza della tecnologia nella nostra vita è sempre più massiccia. Quella che fino a poco fa chiamavamo fantascienza oggi è futuro prossimo, imminente grazie ai continui progressi, all’introduzione della robotica e dell’intelligenza artificiale in ambiti sempre più estesi. Infatti non solo gli impianti di produzione e il mondo del lavoro sembrano interessati da questa innovazione costante ma anche campi del vivere quotidiano: da Siri ai suggerimenti per gli acquisti di Amazon, dai robot che puliscono la nostra casa alle app e i social media, intrisi di AI.

Oltre a tali esempi probabilmente già noti, durante questi miei anni tra l’Italia e il Giappone, ho avuto spesso la prova concreta del progresso in corso e del suo interlacciarsi ad aspetti sempre più numerosi della vita. L’amore dei giapponesi per i robot, per le nuove tecnologie, per l’AI ha origini lontane e un presente molto prolifico. È facile ricordare i robottoni immaginari come Daltanious, Jeeg, Ufo Robot, che hanno animato avventure e fantasie dagli anni ‘70 in poi,  gli universi cyberpunk creati da Ōtomo in Akira, da Shirow in Ghost in the shell e da Anno in Neo Genesis Evangelion tra gli anni ‘80 e ‘90, e personaggi ancora precedenti come Astro Boy di Tezuka (il bambino meccanico dai sentimenti e dall’intelligenza umana degli anni ‘50), o Doraemon di Fujio (il gattone robot della fine degli anni ‘60). Già negli anni ‘70 il Giappone era all’avanguardia nella robotica industriale e oggi la tecnologia robotica avanzata sta raggiungendo aree sempre più numerose.

Il Giappone vive da tempo un importante calo demografico con un conseguente invecchiamento della popolazione e una carenza di forza lavoro. Le risorse “non umane” diventano quindi centrali: nell’industria, nell’agricoltura, nella sanità e nell’assistenza agli anziani e nelle attività ricettive. Ma anche per la solitudine e per l’intrattenimento poiché anche su questi due aspetti del vivere, elementi come il crollo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione esercitano il loro peso gravoso.

Le tracce di quella che Abe ha chiamato ‘Rivoluzione robot’ volta ad osteggiare la contrazione della forza lavoro e a stimolare la crescita del Paese sono numerose. Anche il mondo dell’arte, della musica, della scrittura e della creatività si misurano con queste nuove forme, sorgono nuovi interrogativi, questioni etiche con le quali misurarsi. I robot oggi non soltanto lavorano, ma entrano nelle case, nei luoghi pubblici e anche negli affetti. I robot e l’AI continuano ad ispirare il mondo del cinema e della scrittura, hanno incarichi professionali sempre più complessi e accurati, e chiedono abbracci. Il mio sguardo su tutto questo non può che essere quello curioso di chi assiste a un momento di trasformazione fascinoso, complesso e talvolta perturbante. Un approccio non scientifico ma emotivo e narrativo.

Ed è proprio di tale “nazione robotica” capace di coinvolgere e avvicinare finzione e realtà che in questa rubrica intendo raccogliere le suggestioni.

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