Carenza di pediatri in Svizzera, i bambini delle zone rurali non riceverebbero più cure sufficienti

Il fenomeno varia notevolmente da regione a regione. Secondo la BVKJ, l’associazione svizzera dei pediatri, si stima a diverse centinaia il numero di specialisti che mancano nelle aree non urbane.

Di Redazione 5 agosto 2024

 

Marc Sidler, presidente della BVKJ, l’associazione svizzera dei pediatri, ha espresso ieri preoccupazione riguardo alla carenza di specialisti nel Paese. In un’intervista rilasciata ai quotidiani del gruppo Tamedia ha dichiarato che i bambini delle zone rurali non riceverebbero più cure sufficienti. I medici di famiglia sopperiscono per ora alla mancanza di pediatri ma è arrivato il momento di pensare al futuro.

La carenza di pediatri in Svizzera varia notevolmente da regione a regione. A causa della mancanza di dati, è difficile quantificare la carenza a livello nazionale, ha dichiarato Marc Sidler. Ma si stima a diverse centinaia il numero di specialisti che mancano nelle aree non urbane. “Non ce ne sono abbastanza nelle campagne”, prosegue Sidler. E non si è neppure a conoscenza del numero esatto di bambini e adolescenti assistiti dai medici di famiglie. Un dato che “non viene registrato”, si lamenta il presidente dei pediatri svizzeri.

Nelle aree urbane, dove la collaborazione – ad esempio con un ospedale pediatrico vicino – è più facile, il problema è meno acuto. In pediatria è anche difficile trovare un successore che subentri in uno studio. “Il problema è spesso legato al desiderio delle giovani generazioni di lavorare a tempo parziale“, spiega Sidler. I pediatri lavorano in media quattro giorni alla settimana, mentre le donne tre giorni e la percentuale di donne in pediatria è di due terzi. È quindi necessario un maggior numero di pediatri formati, insiste il presidente della BVKJ.

L’associazione di cui è a capo si augura che l’Ufficio federale della sanità pubblica fornisca presto maggiore sostegno sul fronte della formazione di una nuova leva di pediatri. Ma è innanzitutto necessario alleggerire già adesso il peso della burocrazia. “Abbiamo l’impressione di essere costantemente ostacolati da tutti i regolamenti, i controlli e le ispezioni, che a nostro avviso non apportano alcun valore aggiunto”, si lamenta di nuovo Marc Sidler. Il tempo speso in questo modo penalizza i pazienti.

 
Corriere dell’italianità


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