Il sole è un prezioso alleato del nostro benessere. A patto di seguire alcune regole

L’esposizione al sole, in forma moderata e con le dovute precauzioni, può avere effetti benefici sul nostro organismo. Intervista alla dott.ssa Cristina Mangas, responsabile del Centro tumori cutanei complessi dell’Ente ospedaliero cantonale del Ticino.

di Cristina Penco 30 luglio 2024

 

L’esposizione al sole, in forma moderata e con le dovute precauzioni, può avere effetti benefici sul nostro organismo. Quando la nostra pelle è esposta ai raggi solari produce vitamina D, essenziale per il buon funzionamento del cuore, del sistema immunitario e dell’apparato muscolare, nonché per mantenere ossa e denti forti. La luce solare, inoltre, è un efficace alleato del nostro umore, dal momento che stimola la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che riduce l’ansia e, nel complesso, migliora il nostro stato d’animo.

La luce naturale durante il giorno, poi, aiuta a regolare pure la produzione di melatonina, l'ormone che induce il sonno. Di conseguenza, una buona dose di luce solare diurna può migliorare la qualità del nostro riposo notturno. Alcuni studi suggeriscono anche che l'esposizione alla luce solare può ridurre la pressione sanguigna, grazie alla dilatazione dei vasi sanguigni e alla riduzione dei livelli di ossido nitrico nella pelle. Allo stesso tempo, però, l’esposizione eccessiva alle radiazioni solari possono provocare danni di diversa entità alla pelle, dall'eritema (le comuni scottature) all'invecchiamento precoce della pelle fino ai tumori cutanei.

È dunque fondamentale fare una corretta prevenzione, come spiega al ‘Corriere dell’italianità’ la PD Dr.ssa med. Cristina Mangas (MD PhD), responsabile del Centro tumori cutanei Ccmplessi dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) e capo servizio dermatologia EOC, con formazione anche in Oncologia medica. Il Centro Tumori Cutanei Complessi EOC, attivo dal 2022, è gestito in collaborazione tra la Dermatologia EOC e lo IOSI (Istituto Oncologico Svizzera Italiana); in ottica multidisciplinare, si avvale delle competenze dell’Istituto Cantonale di Patologia, del Dipartimento di Chirurgia e di tutti i Servizi EOC che possono essere implicati nella diagnosi e cura dei tumori cutanei maligni complessi.

Che rapporto c’è tra sole e pelle?

«I raggi ultravioletti rappresentano, per la pelle, quello che è il fumo di tabacco per i polmoni: sono riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un potente cancerogeno. Essi danneggiano diverse cellule della pelle provocando delle mutazioni che, con il passare degli anni, provocano la comparsa, da una parte, di tumori cutanei e, dall’altra, di segni di invecchiamento. Inoltre queste radiazioni, su un determinato gruppo di cellule della pelle, tendono a diminuirne le difese. E ciò, insieme agli altri fattori sottolineati, causa un aumento di rischio dei tumori cutanei, in particolare nei pazienti abituati a un’esposizione solare soprattutto di tipo intenso e intermittente».

I tumori cutanei continuano ad aumentare. Negli ultimi trent’anni sono sempre più frequenti anche tra i giovani. L’eccessiva esposizione ai raggi UV è considerata il principale fattore di rischio ambientale. Influiscono, però, anche l’invecchiamento della popolazione, nuove abitudini delle persone nel tempo libero e il cambiamento climatico globale. A fronte di un simile scenario, cosa offre il Centro Tumori Cutanei Complessi, da lei diretto?

«Il Centro, che garantisce ai pazienti diagnosi e cure sempre più efficaci e mirate, si pone come obiettivo quello di favorire la migliore gestione terapeutica dei pazienti affetti da melanoma e/o cancri epiteliali, linfomi cutanei e tossidermie causate dai farmaci utilizzati per trattamenti oncologici. È vero: i tassi di incidenza dei tumori della pelle sono in crescita in Svizzera, così come in tutto il mondo. Tuttavia, grazie ai moderni approcci in campo diagnostico e in ambito terapeutico – con l’arrivo dell’immunoterapia e la terapia target – i tassi di mortalità sono diminuiti».

Un tempo si suggeriva di evitare le ore più calde della giornata, dalle 10 alle 14. È sempre valida questa raccomandazione? 

«L’indicazione, a dire il vero, è stata un po’ superata a favore dell’indice UV, una misura che quantifica l'intensità delle radiazioni ultraviolette provenienti dal sole in una determinata località. Questo indice – sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) insieme a Nazioni Unite-Programma Ambiente (UN-EPA) e all’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) – è calcolato prendendo in considerazione vari fattori, tra cui la latitudine e l'altitudine del luogo, l'ora del giorno, il periodo dell'anno, le caratteristiche del suolo, la copertura nuvolosa e la condizione dello strato di ozono nell'atmosfera. Tutti noi possiamo consultare l’indice UV che viene fornito nelle previsioni di molti servizi meteorologici, come quelli gestiti da agenzie nazionali di meteorologia, così come su siti specializzati nella salute e con app per smartphone dedicate al clima o all’ambito sanitario».

Come si legge questo indicatore?

«L’indice UV viene espresso come un numero intero che varia da 0 a 11 o più. Un valore di 0 rappresenta la totale assenza di luce solare – come accade di notte – mentre un valore di 11 o superiore indica un livello di radiazioni estremamente alto, in grado di causare scottature anche in meno di 10 minuti. In generale, più alto è l’indice UV, più forte sarà l’intensità dei raggi solari e più facilmente ci si potrebbe scottare; in questo modo, dunque, aumentano i rischi di danni cutanei. Quando l’indice è superiore a 3, occorre mettere in atto le misure preventive, soprattutto nel caso dei bambini, di persone anziane e di quelle con pelle e occhi chiari, più vulnerabili da questo punto di vista».

In quali modi possiamo proteggerci adeguatamente?

«Fare prevenzione primaria significa mettere in atto una serie di comportamenti volti a ridurre il rischio di insorgenza di forme tumorali cutanee. Le misure protettive comprendono innanzitutto un abbigliamento adeguato (vestiti, cappellini, occhiali da sole) e, sulle parti non coperte della pelle, l'applicazione di creme solari, in quantità sufficiente e rinnovata, a largo spettro e un SPF (fattore di protezione solare) di almeno 30 (50 per i fototipi chiari o persone con una patologia tumorale o di altro tipo per cui è indicata una fotoprotezione). L'esposizione intenzionale alle radiazioni ultraviolette solari per abbronzarsi è considerata un comportamento non salutare e dovrebbe essere evitato, così come l’utilizzo di docce e lampade solari, fonti artificiali di radiazione ultravioletta».

Quanto conta una diagnosi precoce e tempestiva?

«Diagnosticare e quindi poter trattare un tumore cutaneo in fase iniziale (principalmente con chirurgia, radioterapia e terapie mediche, a seconda dei casi specifici) significa arrivare alla guarigione nella maggioranza dei casi. Per far sì che ciò avvenga, per i pazienti con rischio elevato per lo sviluppo di tumori cutanei (antecedenti di tumori cutanei, pelle e/o occhi chiari e tanti nei –soprattutto se sono nei atipici) è fondamentale sottoporsi a controlli specialistici periodici presso centri specializzati dove operano esperti competenti e qualificati. Invece, per tutta la popolazione, è importante fare periodicamente, almeno due volte l’anno, l’autoesame della cute, tipicamente dopo il bagno e la doccia, controllando anche le parti di solito meno accessibili come il collo, le orecchie, il cuoio capelluto, i genitali e la pelle tra le dita dei piedi».

 
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