Lady D., un libro italiano riapre il caso

È stata la principessa più amata del Novecento, ma senza l’obiettivo di diventare regina, cercando al contrario di declinare il suo ruolo - prestigioso e glamorous come pochi al mondo – per scoprire e svelare dall’interno i meccanismi più oscuri e inconfessabili di un Potere rispetto al quale, come ci ricorda il film Spencer di Pablo Larrain, si è sempre sentita estranea e distante.

di Paolo Speranza 22 maggio 2024

Tutto lascia pensare, suggerisce Annalisa Angelone, l’autrice di Diana Spencer. Morte, mito e misteri (Polidoro editore, Napoli), libro documentato come un classico reportage d’inchiesta e avvincente come un romanzo, che il mistero tuttora aperto della sua morte, il 31 agosto del 1997 a Parigi, finora derubricato nella vulgata dominante come un tragico incidente nel milieu del gossip internazionale, sia molto più probabilmente riconducibile al suo impegno sociale e pacifista, soprattutto a quella campagna contro le mine antiuomo che aveva ottenuto l’appoggio di Bill Clinton, condensata in uno scottante dossier che quella notte è scomparso insieme a lei.

Lady D è sempre viva, nella leggenda e nei cuori, anche perché le ombre sulla sua fine non sono dissipate. Il caso Diana Spencer è chiuso sul piano giudiziario. Non lo è ancora su quello della Storia”, scrive nell’introduzione Annalisa Angelone, che questo caso riesce a riaprire in maniera convincente, coniugando il rigore di un’inchiesta di lunga durata con la tensione di un thriller, mettendo in connessione dettagli finora sottovalutati e in apparenza slegati, fino a coinvolgere il lettore in una full immersion appassionante in uno dei misteri internazionali più complessi di fine Novecento.

 
 

Un solo esempio: il ruolo dei “paparazzi”, inizialmente considerati attori decisivi dell’incidente, che nel processo del 2008 finiscono addirittura per scomparire, sostituiti dal termine “following vehicles”, presenze più generiche quanto misteriose e inquietanti. È in questa zona grigia fra le “due verità” sulla morte di Diana Spencer che si muove l’inchiesta dell’autrice, giornalista Rai del Tg Campania e laureata in Lingue, che in questo secondo lavoro conferma le brillanti doti narrative già emerse in Rossa lava di fuoco (2013), che le valse il premio “Emily Dickinson”.

Grazie alla sua appassionata ricerca, e al coraggio dell’editore Polidoro, è da Napoli che si aprono squarci importanti su un personaggio e una vicenda di risonanza planetaria. Il Festival del Giallo, che si apre il 23 maggio alla Villa Floridiana con la presentazione di questo libro, non poteva iniziare in maniera più consona e ideale.

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