La pinsa romana, alternativa moderna alla classica pizza

Un’invenzione di successo tra tradizione e marketing, un sapore unico, ma anche una consistenza particolarmente leggera e fragrante.

di Gaia Ferrari 19 luglio 2024

Pinsa alla mozzarella e zucchine. © HelloFresh

 

Negli ultimi anni, anche in Svizzera, come in altri Paesi del mondo, si è diffusa una nuova specialità made in Italy: la pinsa romana, alternativa alla classica pizza da cui si distingue per diversi motivi. La pinsa è caratterizzata da una forma allungata ovale e da un impasto realizzato con frumento, soia, riso e pasta madre di frumento essiccato, ricco di bolle di aria. Il mix conferisce un sapore unico, ma anche una consistenza particolarmente leggera e fragrante.

La lunga e lenta lievitazione, da 24 a 72 ore, consente di ottenere una base croccante all'esterno e morbida all'interno, senza l'aggiunta di grassi, grazie alla capacità di trattenere l'umidità durante la cottura. Il condimento è simile a quello della pizza e, allo stesso modo, può essere personalizzato. Per chi ama la tradizione, bastano pomodoro fresco, mozzarella di bufala di alta qualità e basilico.

Chi preferisce le varianti può aggiungere cotto e mozzarella, prosciutto crudo, rucola e grana, mortadella, stracciatella e granella di pistacchi, ricotta e salsiccia oppure – in base al proprio stile alimentare e alle proprie preferenze – formaggi e salumi vegani, così come ortaggi e legumi (zucca, zucchine, avocado, melanzane, ceci e quant’altro anche sotto forma di creme, hummus, guacamole, babaganoush e pesti spalmabili).

Il termine pinsa deriva dal latino “pinsere”, “schiacciare”. La pinsa romana riporta, idealmente, alle preparazioni da forno dell’antica Roma come quelle rustiche a base di cereali (come farro, orzo e miglio) ed erbe come quelle raffigurate negli affreschi di Pompei. E su questa suggestione ha giocato il marketing – vincente – dell’azienda Di Marco con sede a Guidonia Montecelio, alle porte della Capitale tricolore.

Nel 2001, infatti, è stato Corrado Di Marco che ha rielaborato una tradizione di famiglia. Il rito che ha ispirato l’invenzione era quello del nonno di Corrado che, con l’ultimo pezzo di impasto rimasto, preparava delle pagnottelle schiacciate che servivano a testare l’efficacia della cottura in forno. Ricordandosi di quell’abitudine e riformulandola in chiave più contemporanea, il nipote, di fatto, ha lanciato una creazione inedita.

Tuttavia la narrazione del prodotto portata avanti all’inizio, nell’ambito di una mirata strategia di comunicazione, è stata incentrata sulle abitudini culinarie dei contadini delle campagne romane all’epoca dell’impero. Un racconto un po’ romanzato che ancora adesso, comunque, viene riproposto in alcuni locali che offrono questa specialità per aggiungere un tocco fiabesco e antico.

Attualmente, nel mondo, esistono più di 7.000 pinserie che fanno l’autentica Pinsa Romana, certificata dall'omonima Associazione Originale nata nel 2016.

LA RICETTA
Pinsa romana originale
[Tratta e rielaborata da dimarco.it]
800 g circa di mix di farine
(frumento, soia, riso e pasta madre di frumento essiccato oppure 720 g di farina per Pinsa Di Marco)
10 g olio extra vergine d'oliva
3 g lievito di birra fresco
500 g acqua
15 g sale

Inserite la farina nell’impastatrice e poi aggiungete il lievito sbriciolato. Versate poco per volta metà dell’acqua fredda e cominciate a impastare. Potete anche lavorare l’impasto a mano, vi occorrerà solo un po’ più tempo. Ora aggiungete olio e sale e poi il resto dell’acqua, e continuate a impastare per circa una ventina di minuti, finché non vedete l’impasto ben legato.

Togliete dalla ciotola l’impasto aiutandovi con poca farina se attacca. Mettetelo in un’altra ciotola, coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare in frigo per almeno 24 ore o anche di più, se volete. Trasferite l’impasto lievitato in una teglia infarinata (per esempio con farina di spolvero di riso): ora dividetelo in 4 o più panetti, coprite il tutto con un panno e fate lievitare per almeno 3 ore circa. Per la stesura della pinsa romana, dimenticate il mattarello: si fa tutto a mano, con lievi pinsature, “pizzicando” l’impasto con pollice e indice. Farcite le pinse come preferite. Infornate e fate cuocere ciascuna pinsa a 200 gradi per circa 20 minuti.

 
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