È morto Francesco, il Papa degli ultimi

La notizia del decesso del Pontefice ha colto di sorpresa i fedeli. Jorge Mario Bergoglio aveva assunto il nome di Francesco ispirandosi a San Francesco d’Assisi, simbolo di povertà, umilità e bontà. Riposa in pace.

Di Guido Gozzano 21 aprile 2025

 

«La mia sofferenza offerta al Signore per la pace e la fratellanza dei popoli». Con queste commoventi parole, Papa Francesco ha detto addio ai fedeli, un saluto postumo scritto di suo pugno nel testamento diffuso dopo il decesso avvenuto questa mattina, 21 aprile, alle ore 7.35 nel suo appartamento presso la Domus Santa Marta in Vaticano. Da ogni angolo del pianeta si sono levati messaggi di cordoglio e di profonda tristezza par la scomparsa di Jorge Mario Bergoglio, Papa argentino, arrivato a Roma dalla «fine del mondo», il gesuita che ha rivoluzionato la Chiesa e ha assunto il nome di Francesco ispirandosi a San Francesco d’Assisi, simbolo di povertà, umilità e bontà. Un nome mai scelto da nessuno dei suoi predecessori.

Il Pontefice si è spento all’età di 88 anni, è stato il più anziano in carica dopo Leone XIII, morto a 93 anni. È così durato dodici anni il pontificato di Papa Francesco, cominciato il 13 marzo 2013 e concluso dopo esattamente 4422 giorni. La notizia del decesso ha colto di sorpresa il mondo intero. Bergoglio era stato dimesso con una prognosi positiva dalla clinica romana Gemelli, dove era stato ricoverato per 38 giorni, fino allo scorso 23 marzo. La morte improvvisa non sarebbe strettamente legata alla patologia polmonare che l'ha portato alla lunga degenza: è morto di ictus e di collasso cardiocircolatorio.

Dal suo insediamento al soglio pontifico, nella sera del 13 marzo 2013, dal primo inusuale saluto ai fedeli «Fratelli e sorelle buonasera!», Papa Bergoglio ha commosso il mondo, portando un’attenzione sincera, profonda ai popoli oppressi, e dando dignità agli esclusi. Un Papa pastore e missionario che si è espresso con forza e convinzione contro gli abusi di ogni tipo e la pratica dell’omertà.

Nato il 17 dicembre 1936 da una famiglia di origine piemontese, è stato il primo pontefice latinoamericano, sensibile al destino degli umili, degli ultimi, i poveri, i bisognosi che già dalla sua adolescenza vedeva soffrire nei sobborghi di Buenos Aires.

L’umiltà è stata la sua bussola pastorale, dalla decisione di vivere a casa Santa Marta, e non negli appartamenti papali, fino alla sobrietà nelle vesti talari e nel discorso papale. L’ultima testimonianza di semplicità è il testamento di suo pugno che prevede una cerimonia snella, quasi modesta, con un feretro sobrio, il funerale «di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo».

Papa Francesco sarà sepolto sabato 26 aprile alle 10.00 a Santa Maria Maggiore e non nella basilica di San Pietro. Venerdì alle 20.00 la chiusura della bara. Oltre 200mila le persone attese a Piazza San Pietro dove celebrerà il funerale il cardinale Giovanni Battista Re, novantun anni compiuto lo scorso 30 gennaio, decano del collegio cardinalizio, per anni rappresentante della Santa Sede all’estero.

 
Corriere dell’italianità


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