«È importante reagire al più presto ai primi sintomi del distacco della retina»
L’unica forma di prevenzione è la rapidità con cui si riesce a intervenire. Lo scollamento della retina accade quasi sempre durante la vita professionale, è un trauma che si rimedia nel tempo, ma a volte i pazienti hanno bisogno di più di un’operazione.
Di Fabio Lo Verso 25 marzo 2025
Il distacco della retina provoca una perdita improvvisa della vista e richiede un intervento tempestivo. «Rappresenta una delle emergenze oculari più gravi», afferma Moreno Menghini, primario e chirurgo della clinica di oftalmologia dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) di Lugano. Specialista in «vitrectomia», una tecnica di microchirurgia oculare, da quattro anni opera in Ticino, dopo un periodo a Zurigo e diversi anni trascorsi fra gli Stati Uniti, l’Australia e l’Inghilterra. «è importante reagire al più presto ai primi sintomi del distacco della retina», avverte il chirurgo.
Il dott. Menghini si alza molto presto, alle 5.30 del mattino, e in media ogni due o tre giorni è in sala operatoria per uno scollamento della retina. Nel settore ospedaliero pubblico ticinese, è oggi l’unico chirurgo in oftalmologia, a capo di un reparto aperto 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Dott. Moreno Menghini, quali sono i primi sintomi del distacco della retina?
La comparsa di improvvisi lampi di luce, o di macchie nere che fluttuano nel campo visivo, in gergo l’apparizione di miodesopsie, dette «mosche volanti», e anche la percezione di un’ombra simile ad una tendina nella zona periferica dell’occhio.
Cosa fare quando si presentano questi sintomi?
Occorre rivolgersi quanto prima, al più presto, a un o a una oculista. Prima si va da questo specialista, più alta è allora la probabilità che l’operazione alla retina abbia successo, e con essa il recupero fisiologico del paziente. Invece, se si reagisce tardi, ad esempio dopo alcune settimane, il rischio è che si debba intervenire più di una volta, e il decorso duri più a lungo, con una funzione visiva bassa per il resto della vita.
Quanto può durare il decorso postoperatorio?
Può trascorre almeno un anno prima di un recupero funzionale quasi al 100%. L’intervento è sicuro, standardizzato, non pone problemi, ma la fase postoperatoria può essere lunga, diversamente dall’operazione alla cataratta, che riguarda una progressiva perdita di trasparenza del cristallino nell’occhio. In questo caso il decorso postoperatorio si conclude dopo qualche giorno, tre o quattro settimane al massimo.
Cosa può determinare un decorso più lungo?
Quando lo scollamento riguarda la macula, la parte centrale dell’occhio, il decorso può essere allora più lungo. La macula è la zona più importante della retina, è dove la densità dei fotorecettori è più alta, permette di mettere a fuoco e vedere i colori. Se il distacco è in periferia, e non concerne la macula, allora la percentuale di recupero è alta, e i tempi meno lunghi.
Quali sono i fattori per cui si debba intervenire più di una volta con lo stesso paziente?
Il re-distacco retinico è una complicanza possibile dopo il trattamento di un distacco retinico e occorre in circa 5-10% dei casi. I fattori di rischio sono l’età avanzata, la durata prolungata del distacco, e la cosiddetta PVR, la vitreoretinopatia proliferativa, che è il fattore di rischio più significativo: si manifesta con la formazione, sulla superficie della retina, di membrane fibrose che esercitano una trazione sulla retina. Nel 10-15% dei casi di un distacco retinico, il paziente sviluppa poi un distacco anche nell’altro occhio.
Dr. Med. Moreno Menghini, primario della Clinica di Oftalmologia, Istituto Neuroscienze Cliniche della Svizzera Italiana
Il distacco della retina arriva all’improvviso, provocando un trauma importante perché si perde la vista. Perché accade, e quante persone riguarda?
Tecnicamente accade quando si distacca il vitreo, il tessuto connettivo di consistenza gelatinosa, incolore e trasparente, che occupa la cavità del bulbo oculare, su cui si trova la retina. La causa principale del distacco del vitreo, che dà all’occhio la sua forma sferica, è fisiologica. è dovuta, come detto, a un processo naturale di invecchiamento del tessuto che negli anni perde elasticità. Il fenomeno riguarda circa 20-40 casi all’anno per 100mila abitanti. In Ticino colpisce circa 120-150 persone, ed è all’incirca il numero di pazienti che opero ogni anno.
Qual è l’età media in cui avviene lo scollamento?
L’età media è di 55-60 anni, cioè avviene durante la vita attiva con complicazioni a livello professionale e quindi sociale, oppure familiare. è a volte un fattore di stress estremo. Ad esempio l’anno scorso ho curato un pilota di linea di 58 anni, aveva subito un distacco in un occhio e poi nell’altro, con il timore di perdere la vista, il lavoro e il suo status sociale. Ora sta bene, è tornato al 100% delle sue funzioni oculari.
In cosa consiste l’operazione? A cosa si deve aspettare il paziente dopo l’uscita dalla sala operatoria?
Con la vitrectomia, che è la mia specialità, si procede alla rimozione del vitreo, il gel contenuto nell’occhio. Al suo posto si introduce una soluzione fisiologica, o un gas, oppure il silicone, ma solo se la retina è molto compromessa. L’intervento dura circa un’ora ed è indolore grazie all’anestesia. Per circa due settimane, il paziente ha l’impressione di essere sott’acqua, la vista è molto sfocata, ed è vietato andare oltre i mille metri di altezza o prendere l’aereo. I pazienti devono inoltre mantenere una posizione faccia in giù per alcuni giorni per facilitare il processo di guarigione.
Esistono metodi di prevenzione?
L’unica forma di prevenzione è la rapidità con cui si riesce a intervenire. Stare meno di fronte al computer o mettere gocce negli occhi, ad esempio non cambia niente. è consigliato a partire da una certa età consultare regolarmente un o una oculista, che esaminerà l’occhio e la retina, valutando il grado di assottigliamento o evidenziando sintomi di scollamento.
Ci sono state delle innovazioni recenti all’EOC?
Abbiamo recentemente introdotto una piattaforma che permette la visualizzazione tridimensionale ad alta definizione durante gli interventi chirurgici. Viene utilizzato principalmente in chirurgia vitreoretinica, ma può essere impiegato anche in altra procedure oftalmiche.