Il «decennio perduto» degli aumenti salariali in Svizzera

I salari nominali cresceranno dell'1,6% in Svizzera nel 2025. È quanto si evince da un vasto sondaggio condotto su 4’500 aziende dal KOF, il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo.

di Redazione 12 agosto 2024

 

I salari nominali cresceranno dell'1,6% in Svizzera nel 2025. È quanto si evince da un vasto sondaggio condotto su 4’500 aziende dal KOF, il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo. L’incremento è stato rivelato ieri dal domenicale NZZ am Sonntag, in anticipo sulla pubblicazione ufficiale dei dati. Tenendo conto dell’inflazione, che lo stesso KOF prevede all’1,0%, la crescita delle retribuzioni reali si attesterebbe però allo 0,6%. E subito i sindacati hanno evidenziato che rimarranno al di sotto del livello del 2016.

Il domenicale NZZ am Sonntag non esita allora a parlare di un “decennio perduto”. Durante il quale ci sono stati periodi in cui il potere di acquisto dei lavoratori è stato messo a durissima prova. “Dal 2021 al 2023, i dipendenti hanno dovuto accettare perdite sostanziali”, ricorda al giornale Michael Siegenthaler, esperto del KOF. “Questo calo sarà ora soltanto parzialmente compensato dall’aumento previsto”. Con circa una decina di anni di ritardo.

Sul fronte padronale, Rudolf Minsch, capo economista di Economiesuisse, sostiene che il margine di manovra delle aziende è limitato a causa dell’intensa concorrenza e del franco forte. “Le lamentele sui presunti bassi salari sono in gran parte inventate”, afferma inoltre l’esperto, giustificando l’intenzione delle imprese di aumentare gli stipendi solo leggermente il prossimo anno.

“La maggior parte delle aziende non ha compensato le perdite reali dovute all’inflazione”, si lamenta il presidente di Travail Suisse Adrian Wüthrich. “Nel frattempo le imprese beneficiano dell’andamento positivo degli utili, a cui i dipendenti contribuiscono con la loro maggiore produttività”.

A livello settoriale la progressione nominale più marcata dovrebbe avvenire nel ramo della ristorazione con un promettente 2,7%. Nel settore dell’informazione e della comunicazione, si attende un aumento dell’1,8%, in quello della chimica dell’1,7%, mentre nelle banche sarebbe dell’1,6%, quest’ultimo in linea con la media nazionale. Gli incrementi minori sono previsti nel settore del commercio al dettaglio (+1,1%), in quello dell’ingrosso (+1,2%) e nel comparto sanitario (+1,3%). Maggiori dettagli saranno diffusi dal KOF nei prossimi giorni.

 
Corriere dell’italianità


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