«Oggi la cura delle malattie del naso e dei seni paranasali è più efficace e meno invasiva»
La ricerca avanza sulla guarigione del naso e dei seni paranasali, nuove terapie mirate consentono di restituire respiro e olfatto senza ricorrere alla chirurgia. Intervista con il professore Matteo Trimarchi, primario di otorinolaringoiatria all’Ente Ospedaliero Cantonale di Lugano.
Di Fabio Lo Verso 11 ottobre 2024
Un naso che funziona bene è fondamentale per la salute. è l'organo che ci permette di respirare con una funzione di difesa verso i batteri, i virus e le sostanze aggressive. Nel naso è presente il senso dell’olfatto che ci mette in contatto con il mondo esterno. Fra i più rinomati specialisti in Svizzera, il professore Matteo Trimarchi, primario di otorinolaringoiatria all’Ente Ospedaliero Cantonale di Lugano, usa una semplice metafora per farci capire come funziona. «Quando pensiamo al naso, dobbiamo immaginare una scatola di scarpe», dichiara. «Togliamo il coperchio, nella parte più stretta facciamo due buchi, abbiamo le narici; dalla parte opposta facciamo altri due buchi, sono le coane. Poi mettiamo una divisoria in mezzo, ed ecco il setto nasale, con la fossa nasale di destra e di sinistra».
«Questo è lo spazio che si pone in mezzo agli occhi», prosegue Trimarchi: «Il pavimento della nostra scatola di scarpe è il palato, il coperchio è il pavimento della base cranica». Al livello della base cranica ci sono i bulbi olfattori che connettono il naso al cervello, la base olfattiva delle nostre emozioni che scaturiscono annusando gli odori. Nel naso l’aria viene riscaldata, umidificata e pulita: tre funzioni estremamente importanti. Quando il naso è otturato, respiriamo con la bocca, allora le tre funzioni saltano. Inaliamo un’aria più fredda oppure più secca, senza filtri o protezioni.
Prof. Trimarchi, è più facile adesso immaginare come è fatto il naso. Cosa sono invece i seni paranasali?
Attorno alla nostra scatola di scarpe, che ho appena usato per situare lo spazio che occupa il naso nella testa, ci sono quattro paia di cavità all'interno delle ossa del massiccio facciale: sono i seni paranasali, ossia i due mascellari, i due frontali, i due seni etmoidali, e nella parte posteriore i due seni sferoidali. Vengono facilmente ostruiti da infiammazioni allergiche o dal rigonfiamento della mucosa nasale che riveste, come una tappezzeria, tutta questa struttura.
A cosa sono dovute le principali patologie del naso?
All’infiammazione delle mucose e ai cosiddetti difetti di forma, per esempio il setto nasale storto. Parliamo delle infiammazioni. Una semplice rinite nel corso di un raffreddore genera un gonfiore della muscosa, chiude il naso e rende difficile la respirazione. Possono infiammarsi anche i turbinati, strutture grandi come un dito, ce ne sono tre per ogni fossa nasale. Possono causare un’ostruzione del passaggio dell’aria. Nelle malattie dette poliposi nasali, la mucosa si gonfia e si estroflette creando dei polipi come palloncini all’interno della fossa nasale. Le malattie infiammatorie più gravi della poliposi sono le «vasculiti», causando ulcerazione della mucosa con sanguinamento.
Qual è la terapia in caso di setto nasale storto?
Intanto occorre sapere che spesso si nasce con il setto nasale storto, il difetto può essere dovuto anche a traumi durante il parto. In seguito è dovuto a cadute, incidenti, ecc. Per migliorare la ventilazione del naso, resa difficile dal difetto di forma, si raddrizza chirurgicamente il setto tramite l’endoscopia nasale, correggendo in modo selettivo le parti che danno fastidio.
Come si interviene invece in caso di sinusite?
Per le sinusiti croniche è effettuato un intervento che si chiama FESS, acronimo per Functional Endoscopic Sinus Surgery. Si aprono in endoscopia i seni paranasali, ricalibrando gli spazi di respirazione fra naso e seni paranasali. I sistemi di navigazione computerizzata oggi sono gli strumenti piu’ innovativi che ci consentono di vedere in tempo reale dove sono i nostri strumenti sulle immagini radiologiche del paziente, aumentando la precisione e la sicurezza.
Esistono terapie alternative?
Da un paio di anni vengono somministrate terapie biologiche che svolgono un’incredibile attività e permettono di guarire senza ricorrere alla chirurgia. Il caso più frequente riguarda le poliposi nasali, sulle quali si interviene con semplici iniezioni. In precedenza alcuni pazienti venivano operati cinquanta volte nel corso della loro vita. Oggi dopo due o tre recidive le terapie biologiche curano circa 80-85% dei pazienti.
Che ruolo hanno gli esami radiografici come la TAC, oppure la risonanza magnetica?
Per evidenziare le malattie infiammatorie dei seni paranasali, si usa la TAC. La risonanza magnetica è invece un esame che oggi serve principalmente par valutare l’oncologia del naso. Una realtà che spesso sfugge all’attenzione è quella del naso come sede di tumori.
Quali sono le novità e le prospettive future?
Vent’anni fa intervenivo senza i navigatori chirurgici. Quando lavoravo al San Raffaele di Milano ho partecipato a uno studio sulle immagini radiologiche della TAC per individuare con la fluidodinamica le aeree che creavano ostruzione nello spazio nasale. In un futuro non tanto lontano, con l’applicazione dell’intelligenza artificiale alle immagini radiologiche, riusciremo a correggere i problemi in modo estremamente selettivo e meno invasivo su ogni singolo paziente.