In Svizzera 190mila persone continuano a lavorare anche dopo i 65 anni
I dati parlano chiaro: circa un quarto dei pensionati elvetici è ancora attivo a livello professionale, secondo uno studio del gruppo assicurativo Swiss Life.
di Redazione 3 luglio 2024
In Svizzera chi raggiunge l’età pensionabile (65 anni) non smette automaticamente di lavorare. Secondo uno studio del gruppo assicurativo Swiss Life, infatti, circa un quarto dei pensionati, 190mila persone, continua a esercitare una professione. Mentre nei Paesi confinanti e in altri Stati dell’Europa occidentale la percentuale di lavoratori in età pensionabile è in aumento da anni, nella Confederazione elvetica resta sostanzialmente stabile da diverso tempo.
Per l’autore della ricerca, Andreas Christen, non è chiaro il motivo di questa situazione stagnante che si rileva tra i Cantoni. Potrebbero subentrare più fattori. Una delle ragioni potrebbe dipendere dal fatto che i sistemi previdenziali all’estero hanno creato incentivi più forti per continuare a timbrare il cartellino in azienda o in fabbrica. Un’altra possibile causa potrebbe essere il livello relativamente elevato di immigrazione in Svizzera negli ultimi due decenni. Ciò potrebbe aver portato le aziende elvetiche a fare meno sforzi nei confronti di lavoratori anziani. Quel che è certo, tuttavia, è che la maggior parte delle persone che lavora, pur avendo raggiunto l’età pensionabile, lo fa solo a tempo parziale (in media di circa il 46%).
Inoltre, una buona metà delle persone di età compresa tra i 65 e i 70 anni lavora in proprio o in un’azienda familiare. Il 70% di coloro che lavorano dopo l’età pensionabile hanno dichiarato di continuare farlo semplicemente perché continuano a essere appassionate del loro mestiere. Solo un terzo circa del campione considerato nello studio ha indicato ragioni di carattere finanziario. E ancora, se gli intervistati fossero “liberi da vincoli” nel 55% dei casi abbandonerebbe completamente il lavoro prima dei 65 anni.
D’altra parte, una metà scarsa sarebbe disposta a lavorare più a lungo “a determinate condizioni” che, per Christen, comprendono un buon ambiente lavorativo o l’apprezzamento espresso dal datore di lavoro. Di sicuro, per poter continuare nell’attività professionale, incidono soprattutto aspetti finanziari, come una rendita più elevata (38%) o la possibilità di ridurre la mole di lavoro (35%).
“La disponibilità a continuare a lavorare dopo l’età pensionabile dipende, tra l’altro, dalla situazione lavorativa e di salute che si percepisce”, aggiunge l’autore della ricerca. Esistono nette differenze tra le categorie professionali e le dimensioni dell’azienda. Poco più della metà dei lavoratori con un’occupazione d’ufficio sarebbe più disposta a lavorare in età pensionabile. Due terzi dei “colletti blu” o degli operatori sanitari intervistati, invece, lo escludono.
Infine, la disponibilità a continuare a lavorare è maggiore in un’impresa con un massimo di nove dipendenti. Al contrario, in un’azienda con più di 250 dipendenti sembra improbabile che le persone si lascino convincere a ritardare il pensionamento.