Fuga di cervelli: la Svizzera è un Paese per expats, l’Italia no
I risultati del rapporto 2023 di InterNations. La Confederazione è ventitreesima al mondo per attrattività, il Belpaese è ultimo in Europa.
Di Redazione 9 gennaio 2024
La cosiddetta fuga di cervelli è sempre esistita, anche se negli ultimi tre decenni ha visto una forte accelerata, seppure a ondate alterne e secondo una distribuzione non uniforme. L’espressione, in generale, fa riferimento alla perdita di menti brillanti e talenti di pregio in cerca di migliori opportunità di studio, di lavoro e di vita lontano dalla propria patria.
Tra le varie conseguenze, il fenomeno rischia di ridurre la competitività della nazione d’origine degli emigrati su molti fronti, soprattutto nei settori scientifici, tecnologici e accademici. Viceversa, i Paesi di destinazione ne vengono arricchiti, sia sul fronte delle competenze sia su quello del ritorno socio-culturale ed economico.
In base ai risultati del rapporto Expat City Ranking 2023 di InterNations, grande rete comunitaria di espatriati sparsi in tutto il pianeta, l’Italia è considerata tra i posti peggiori al mondo dove trasferirsi per studiare o lavorare. Tanto che lo Stivale si classifica ultimo in Europa e al 47esimo posto su scala mondiale.
Proprio nel Bel Paese sono situate le destinazioni considerate meno gradite dai cosiddetti cervelli in fuga, ossia Milano e Roma, rispettivamente ultima e penultima tra le città, in Europa e negli altri continenti. Le due metropoli sono state valutate in base a un indice specifico, l’Expat Essentials Index, in base a cui svettano, nell’ordine, Malaga, Alicante e Valencia.
Per quel che riguarda il capoluogo lombardo, gli ostacoli principali per chi arriva da un altro Paese sono considerati la burocrazia, l’apertura di un conto corrente locale e l’ottenimento del visto. Ulteriori difficoltà sono rappresentate dalla possibilità di trovare un alloggio e dalla vita sul posto senza parlare la lingua locale.
La percezione di non essere pagati equamente per le mansioni svolte è un punto critico sia per Milano sia per la Capitale tricolore, dove molti expats sono insoddisfatti del proprio mestiere e pensano che il comparto professionale del territorio non sia promettente. In entrambi i casi, poi, la qualità della vita è giudicata piuttosto bassa.
Nella graduatoria generale, la Svizzera si colloca al 23esimo posto, preceduta dai Paesi Bassi e seguita dalla Svezia. Va notato che, per qualità di vita, il Paese elvetico risulta ottavo (l’Italia, invece, è 33esima), secondo al mondo per sicurezza e addirittura primo per clima e ambiente favorevoli.
Relativamente alla voce indicata come facilità di insediamento, invece, sia i Cantoni sia la Penisola mediterranea presentano criticità, classificandosi rispettivamente 47esimi e 28esimi. Tra le città svizzere preferite dagli expats, però, Zurigo è 16esima a livello mondiale, Losanna 29esima e Ginevra 30esima.
Per quel che riguarda adattamento, avvio agevolato delle condizioni all'estero, finanze personali, soddisfazione lavorativa e la già citata qualità della vita, solo per indicare i principali parametri dell’analisi, in testa alla top ten dei Paesi più gettonati dagli espatriati lavoro c’è il Messico, costantemente nelle prime cinque posizioni del report di InterNations dal 2014.
Seguono, nell’ordine: Spagna, Panama, Malesia, Taiwan, Thailandia, Costa Rica, Filippine, Bahrain Portogallo. In Europa la Penisola Iberica è particolarmente apprezzata anche per le opportunità di svago e cultura. In fondo alla classifica globale, invece, oltre all’Italia ci sono anche Giappone (44esimo), Nuova Zelanda (45esima), Malta (46esima), Sud Africa (48esimo), Germania (49esima), Corea del Sud (50esima), Turchia (51esima), Norvegia (52esima), Kuwait (53esima).