Settecento anni fa moriva Marco Polo, il mercante-pioniere italiano è il più famoso viaggiatore di tutti i tempi

L’autore de ‘Il Milione’, vissuto tra Duecento e Trecento, fu tra i primi occidentali a raggiungere la Cina attraverso la Via della Seta.

Di Redazione 8 gennaio 2024

 

L’8 gennaio 1324 moriva Marco Polo, mercante ed esploratore, tra i primi ad addentrarsi nelle regioni dell'Estremo Oriente, all’epoca misteriose e sconosciute. Nato nel 1254 nella Repubblica di Venezia, Polo è noto in tutto il mondo per il viaggio che intraprese nel XIII secolo, partendo insieme al padre Niccolò e allo zio Matteo dalla Serenissima, arrivando nella lontana Cina settentrionale (che denominò Catai).

I Polo salparono dalla Laguna veneta, sbarcarono in Terra Santa, passarono per l’Antica Persia e, attraverso l’Asia Centrale, dopo tre anni di peregrinazioni giunsero alla corte di Kublai Khan, nipote del condottiero Gengis Khan. Quest’ultimo, all’inizio del XIII secolo, era stato capace di gettare le basi di un dominio immenso che si estendeva dall’Europa orientale al Mar del Giappone. Il fondatore dell’impero mongolo, la cui capitale era Shangdu, aveva così assicurato la cosiddetta ‘pax mongolica’, un contesto di unità politica e militare molto favorevole ai viaggi intercontinentali senza precedenti.

Si trattava di un’opportunità imperdibile per molti mercanti italiani, tra cui i Polo, per l’appunto, per poter creare rotte commerciali vantaggiose attraverso la Via della Seta, unendo idealmente il Mediterraneo al Celeste Impero. In Cina Marco si guadagnò la fiducia di Khan, il quale lo incaricò di varie missioni ufficiali e gli affidò la gestione di alcuni territori. Alla corte di Kublai, il veneziano introdusse alcune usanze del suo continente e contemporaneamente imparò la cultura dei mongoli. Durante questo periodo, per esempio, Polo ebbe modo di osservare per la prima volta le banconote, che all’epoca non erano ancora usate in Europa.

Il mercante, inoltre, fu nominato anche ufficiale governativo, un titolo che gli permise di partecipare a importanti missioni in varie regioni dell'Impero, dalla Cocincina al Tibet, dall’India fino alla Birmania. Su richiesta di Kublai, i Polo rimasero in Cina per circa 17 anni, fino a quando, nel 1292, il Gran Khan concesse loro di tornare in patria. I tre si diressero verso il Golfo Persico a bordo di una flotta composta da 14 giunche, cominciando così un viaggio via mare avventuroso tanto quanto quello affrontato quasi due decenni prima via terra. A Venezia approdarono solo nel 1295.

Il 7 settembre 1298 le repubbliche marinare di Genova e Venezia si affrontarono nella battaglia navale di Curzola, nei pressi dell'isola omonima dell’Adriatico, nella Dalmazia meridionale. Vinsero i genovesi, che catturarono diversi uomini della Serenissima, tra cui lo stesso Polo.

Incarcerato a Palazzo San Giorgio, nel capoluogo ligure, il mercante e politico dettò le cronache della sua esperienza al letterato Rustichello da Pisa, scrittore e traduttore di racconti cavallereschi, suo compagno di prigionia. Il resoconto delle straordinarie imprese e del lungo soggiorno in Asia di Polo venne dunque riportato ne ‘Il Milione’ (dal titolo originario, in francese, ‘Devisement dou monde’), un volume pieno zeppo di informazioni storiche, commerciali e militari e notizie inedite sull'Oriente e le sue popolazioni, anche se non privo probabilmente di qualche nota più fantasiosa e romanzata.

Tornando ai giorni nostri, in occasione del 700esimo anniversario della morte di Marco Polo, il Comune di Venezia – attraverso la creazione del Comitato ad hoc per le celebrazioni della ricorrenza – insieme all'Università Ca’ Foscari, in collaborazione con il servizio pubblico televisivo italiano della RAI, hanno progettato diversi eventi, come mostre, congressi e presentazioni di vario genere, per rinnovare la conoscenza intorno a questa figura chiave per la storia della città, trait d’union tra Occidente e Oriente e fondamentale cronista d’antan.

 
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