Testimoni di verità: passa per il cuore dell’Europa il ricordo dei giornalisti uccisi dalla mafia

A Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, la rassegna fotografica a cura del giornalista e consigliere dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia Franco Nicastro. Presto sarà nelle scuole italiane ed europee.

di Valeria Camia 19 marzo 2024

Foto: ©Pietro Lunetto

 

L’atrio di uno degli edifici più grandi e visibili di Strasburgo, l’emiciclo con 800 posti a sedere - attualmente il più grande d'Europa - e sede del Parlamento europeo si è riempito, martedì 12 marzo, di pannelli fotografici. Mostrano nove volti. Sono i giornalisti italiani uccisi dalla mafia tra gli anni Sessanta e i primi anni Novanta: Mauro De Mauro, Mario Francese, Mauro Rostagno, Giuseppe “Pippo” Fava, Cosimo Cristina, Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato, Giuseppe Alfano. Uno dei pannelli fotografici è dedicato invece alla giornalista siciliana Maria Grazia Cutuli, che fu uccisa per mano di “un altro tipo di mafia”, quella di un regime contrario alla libertà, in Afghanistan il 19 novembre del 2001.

“Testimoni di verità”, questo il titolo della rassegna fotografica a cura del giornalista e consigliere dell'Ordine dei giornalisti (Odg) Sicilia Franco Nicastro, da Palermo è arrivata fino a un luogo simbolo delle istituzioni europee, proprio a margine di una giornata in cui al Parlamento UE si è dibattuto in merito alla legge sulla libertà di stampa e pochi giorni dopo l’intesa tra il Parlamento e il Consiglio dell'UE sul nuovo Regolamento che aiuterà a combattere più efficacemente la criminalità transfrontaliera. 

Chi, guardando i pannelli della mostra, si aspetta di trovarsi di fronte alle ferite del giornalismo siciliano rimarrà “deluso”.  La rassegna fotografica ha un altro obiettivo: essere uno strumento al servizio della memoria collettiva, per onorare il coraggio e le battaglie di nove colleghi uccisi mentre facevano il loro lavoro, con l’unica colpa di essere stati sentinelle di verità - e questo ha fatto paura, come precisa Roberto Gueli, presidente dell’Odg Sicilia.

"Testimoni di verità” è, possiamo dire, una sorta di archivio itinerante che racconta tante vite, che poi sono una storia: quella di persone di provenienze e culture diverse, ma unite da un forte impegno professionale e civile per affermare il diritto-dovere di informare.

Il 21 marzo si celebra in Italia e nel mondo la Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. È anche un momento per ricordare - e ricordarci - della centralità di un impegno collettivo per contrastare la cultura del crimine e dell’omertà. In Sicilia, ricorda Li Castri, vicepresidente dell’Odg Sicilia, la mancanza di lavoro, servizi e infrastrutture unitamente al disinteresse per investimenti nella cultura e nella formazione continuano a offrire spazi per infiltrazioni mafiose.

Per questo motivo, dopo la tappa di Strasburgo “Testimoni di verità” riprenderà il viaggio verso vari istituti scolastici italiani ed europei: affinché si continui - in alcuni casi, addirittura, si cominci - a parlare di mafia e di lotta alla mafia nei contesti educativi, nelle scuole.

 
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