75esima Berlinale: viva ed attuale come non mai

Un’edizione attesissima, non solo per l’anniversario importante, ma anche per la nuova direzione artistica di Tricia Tuttle (foto), la prima donna a dirigere una manifestazione così prestigiosa.

Di Antonella Montesi inviata a Berlino 26 febbraio 2025

 

Una bella signora di settantacinque anni, così si potrebbe definire la Berlinale, nata nel 1951 per volontà di un ufficiale americano, Oscar Martay, che la inaugura con il motto «Vetrina del mondo libero». La Berlinale tiene testa alle altre due attempate contendenti, Venezia, il primo festival del cinema del mondo, fondato nel 1932 e Cannes, fondato nel 1938, ma partito veramente nel 1946, dopo la pausa forzata dovuta alla Guerra.

Quest’anno un’edizione molto attesa, anche con timore, per i grandi cambiamenti annunciati. Gli ultimi anni, sotto la direzione dell’italo-svizzero Carlo Chatrian, sono stati anni difficili: Chatrian inizia il mandato in piena pandemia, non parla tedesco, succede al lungo regno, diciotto anni, del carismatico Dieter Kosslick, non cinefilo come Chatrian, ma dotato di una personalità prorompente, che sotto la sua guida porta la Berlinale ad essere uno dei festival più glamour ed amati, mischiando «sacro e profano»: dai documentari impegnati - come quello del nostro regista Gianfranco Rosi, che nel 2016 vince l’Orso d’oro con Fuocoammare, testimonianza dell’odissea vissuta dai profughi che arrivano a Lampedusa – ai bagni di folla della star di Bollywood Shah Rukh Khan, che nel 2012 manda letteralmente in visibilio il pubblico berlinese.

E adesso arriva la statunitense Tricia Tuttle, cercata e non propostasi di sua iniziativa, come dichiarato da lei stessa in un’intervista. Cercata a Londra dove per circa dieci anni ha diretto il London Film Festival, emanazione del British Council, di cui, sua moglie, Briony Hanson, dirige la sezione Film. Biografia variegata quella della Tuttle, nata nella Carolina del Nord, inizia come chitarrista di una band, si trasferisce a Londra e qui costruisce una carriera pluriventennale nel mondo del cinema, ed ora Berlino.

 
 

Settantacinque anni e non sentirli, perché mai come quest’anno la Berlinale è stata viva ed attuale. Grande presenza del cinema asiatico e sudamericano, d’altra parte il festival ha da anni un attivissimo settore dedicato a scoprire film nei posti più remoti al mondo, il Cinema World Fund, diretto dal veneziano Vincenzo Bugno. Nella giuria internazionale ha brillato una stella asiatica di particolare bellezza, una sorta di Miss Berlinale di questa edizione: l’attrice cinese Fan Bingbing (foto), forte di una carriera internazionale, ha incantato il pubblico.

Il palmares, fatta eccezione per l’Orso d’oro, andato per la prima volta ad un film norvegese, Dreams (Sex Love), di Dag Johan Haugerud, ha visto tanta Asia ed America Latina. Una concessione agli Usa è stata fatta con il premio per la miglior recitazione (la Berlinale ha abolito da anni la distinzione per generi, attore/attrice) a Rose Byrne per If I Had Legs, I’d Kick You di Mary Bronstein.

 
 

Il premio torna poi in Europa con l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura a Kontinental ’25 di Radu Jude (foto), regista rumeno, figura di punta del cinema d’autore, già assistente di Costa-Gavras, di casa alla Berlinale: nel 2021 vince l’Orso d’oro con Bad Luck Banging or Loony Porn e nel 2023 fa parte della giuria internazionale. Premio meritatissimo, con una sceneggiatura che spazia da Brecht al Vangelo secondo Giovanni, disseminata di humor nero. Lo stesso che il regista riserva alla platea nel discorso di ringraziamento, che conclude con queste parole: «…siccome domani avete le elezioni (per il nuovo cancelliere, ndr), spero che l’edizione del festival del prossimo anno non si aprirà con Il trionfo della volontà di Leni Riefenstahl».

E l’Italia? Quest’anno è stata davvero poco presente al festival. Alcune coproduzioni tra cui quella dell’unico film in concorso, Yunan, del regista siriano Ameer Fakher Eldin. L’unico premio ad un film italiano è stato quello ai fratelli Gianluca e Massimiliano Serio, con Canone Effimero, che ha ricevuto la menzione speciale.

Per approfondimenti: www.berlinale.de

 
Corriere dell’italianità


Dal 1962 la voce della comunità italiana in Svizzera

https://corriereitalianita.ch
Indietro
Indietro

«Vorrei andare oltre il riscatto della memoria di mio padre, Mauro Rostagno»