Giovani e politica: un percorso a ostacoli?

Di Matteo Galasso 13 dicembre 2024

L’elezione di Simona Paonessa, come consigliera regionale in Piemonte, rappresenta un evento significativo, non solo per la circoscrizione di Vercelli, ma per l’intera Italia. La giovane esponente del Partito Democratico si è distinta per la sua capacità di affrontare temi cruciali, come i diritti degli studenti e dei lavoratori, portando una voce giovane (leggi la nostra intervista) in un contesto politico tradizionalmente dominato da figure più mature e prevalentemente maschili.

Questa elezione mette in evidenza una questione fondamentale: la partecipazione giovanile alla politica. In un Paese come l’Italia, dove spesso si lamenta una disconnessione tra le nuove generazioni e le istituzioni, l’ascesa di figure come Paonessa è il simbolo di un cambiamento tanto atteso quanto necessario. La sua presenza nei processi decisionali dimostra che i giovani possono assumere ruoli di responsabilità e offre un modello di rappresentanza per coloro che, pur sentendosi distanti dalla politica, condividono le sue preoccupazioni e ideali.

Tuttavia, l’Italia ha ancora molta strada da fare per favorire una vera inclusione politica dei giovani. A livello nazionale, sebbene esistano eccezioni come quella di Paonessa, la politica italiana continua a essere percepita come distante e poco attenta alle esigenze giovanili, sia in termini di rappresentanza anagrafica sia nella capacità di rispondere ai loro interessi.

L’elezione di Paonessa in Piemonte apre, dunque, un dibattito anche su come le altre regioni italiane stiano affrontando la questione dell'inclusione giovanile. In regioni come la Campania, ad esempio, la partecipazione attiva dei giovani alle istituzioni è ancora un traguardo lontano. Ciò potrebbe essere dovuto a diversi fattori, tra cui una minore apertura da parte dei partiti politici locali o la mancanza di strutture adeguate che permettano ai giovani di avvicinarsi concretamente al mondo della politica.

 
Corriere dell’italianità


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«La distanza tra i giovani e la politica rischia di diventare più profonda»

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