«La distanza tra i giovani e la politica rischia di diventare più profonda»
Eletta a vent’anni nella circoscrizione di Vercelli, Simona Paonessa è la consigliera regionale più giovane d’Italia e la sua esperienza solleva interrogativi sull’accessibilità della politica per i giovani.
Di Matteo Galasso 13 dicembre 2024
Simona Paonessa, la sua elezione è stata accolta come una ventata di novità in un contesto politico spesso percepito come immobile. Quali motivazioni l’hanno spinta a intraprendere un percorso politico e quali sono stati i momenti più significativi?
Il mio interesse per la politica è nato molto presto, all’età di 12 anni, quando ho iniziato a seguire con passione le notizie politiche. Eventi come la Brexit e l’elezione di Trump nel 2016 hanno catalizzato in me una crescente preoccupazione per il futuro, spingendomi a riflettere sul mio ruolo come cittadina. Nel 2018, grazie all’incontro con alcuni coetanei dei Giovani democratici, ho iniziato il mio percorso all’interno dell’organizzazione: oggi sono segretaria della Federazione di Vercelli e vicepresidente della direzione regionale. La militanza mi ha permesso di comprendere l’importanza dell’impegno collettivo.
Il sistema politico spesso valorizza esperienza e seniority, quali strategie ha adottato per far emergere le sue idee?
L’impegno costante e la costruzione di solide reti di contatti sono stati gli strumenti chiave per far emergere la mia voce. Ma ho avuto la fortuna di incontrare nel Partito democratico persone pronte ad ascoltare le mie proposte. I giovani sono stati per me una risorsa fondamentale: grazie al loro sostegno ho potuto diffondere con più forza le «nostre» istanze.
Molti giovani si sentono distanti dalla politica: quali strategie ritiene fondamentali per incoraggiare la loro partecipazione attiva?
La politica deve rivolgersi ai giovani proponendo idee forti e decise che li includano e facciano sentire parte integrante del discorso politico. Temi come la salute mentale, la retribuzione nei tirocini – spesso vergognosamente a titolo gratuito nel nostro Paese – il salario minimo, il diritto a trovare casa a prezzi competitivi e la tutela del diritto del lavoro devono essere al centro del dibattito.
Il concetto di «gavetta» politica spesso appare come un percorso lungo e frustrante: ha mai avuto la sensazione che il suo merito non venisse riconosciuto? Come rendere più meritocratico l’accesso ai ruoli decisionali?
All’inizio il mio impegno non è stato riconosciuto, ma ho sempre mantenuto un forte senso di dedizione, partendo dalle attività più semplici – affissione di manifesti, spedizione di lettere, volontariato alle Feste dell’Unità – fino a ruoli più complessi. è innegabile che molti giovani si sentano esclusi e poco valorizzati. Ma è fondamentale creare meccanismi che incentivino la meritocrazia, come reti di sostegno per far emergere idee innovative e luoghi in cui i giovani possano esprimere le proprie proposte in modo concreto. è fondamentale scegliere rappresentanti che vedano i giovani come una risorsa da valorizzare, non come un ostacolo rispetto allo status quo.
La sua elezione rappresenta un segnale di speranza per le nuove generazioni, in particolare nelle regioni dove il ricambio generazionale è lento: vede il suo ruolo come parte di un cambiamento più ampio?
Spero di essere un esempio per altri giovani e dimostrare che è possibile fare la differenza anche in giovane età. Essere la più giovane consigliera regionale d’Italia è un onore, ma anche una responsabilità. Il mio auspicio è che sempre più giovani decidano di impegnarsi per il bene delle loro comunità e contribuiscano al rinnovamento delle istituzioni.
L’uso dei social media è diventato fondamentale per la comunicazione politica, in particolare tra i giovani: quanto è importante per lei?
Pur preferendo il contatto diretto, riconosco che i social media sono uno strumento irrinunciabile per raggiungere una platea ampia, in particolare tra i giovani. Sono strumenti che, se utilizzati correttamente, consentono una comunicazione rapida e capillare. Tuttavia, credo che il valore del contatto umano non debba mai essere sottovalutato, poiché è attraverso il dialogo diretto che si costruiscono relazioni più profonde e autentiche.
Quali figure di riferimento l’hanno ispirata?
Intanto vorrei dire che mi sento orgogliosamente parte di una nuova generazione di politici che vuole rinnovare e migliorare la società. Devo però tenere in conto l’importanza delle fonti d’ispirazione che mi hanno fatto innamorare della politica. Tra le figure che più mi hanno ispirato, ci sono innanzitutto Nilde Iotti, prima donna presidente della Camera, e Tina Anselmi, prima donna ad aver ricoperto l’incarico di ministro della Repubblica e a cui dobbiamo l’istituzione del servizio sanitario nazionale.
Il sistema politico italiano è pronto ad accogliere più giovani ai tavoli decisionali o esistono ancora resistenze al cambiamento?
Credo che ci siano segnali di apertura, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Le istituzioni devono essere più inclusive e valorizzare maggiormente le idee dei giovani. È fondamentale che non si sentano esclusi o poco rappresentati, altrimenti la distanza tra loro e la politica rischia di diventare sempre più profonda.
In che modo la giovane età può influenzare la governance e quali vantaggi possono offrire i giovani rispetto alle visioni più tradizionali?
I giovani portano una visione meno condizionata dal cinismo e maggiormente orientata al cambiamento. Sono animati da una forte passione e da un senso di urgenza nel voler risolvere problemi che influenzano direttamente il loro futuro. Questa energia è ciò di cui la politica italiana ha bisogno per affrontare le sfide attuali con maggiore innovazione e coraggio.
Guardando al futuro, quale obiettivo principale si pone per il suo mandato e quale cambiamento spera di lasciare come eredità?
Il mio obiettivo principale è dare voce a categorie spesso trascurate, come gli studenti, i tirocinanti e i giovani lavoratori, sostenendo il loro diritto a un’occupazione stabile e dignitosa. Mi impegnerò affinché le loro istanze siano ascoltate e trovino spazio nel dibattito politico, contribuendo alla costruzione di un futuro in cui i giovani possano vivere una vita dignitosa e realizzare i propri sogni, anche scegliendo di restare nella propria terra.