No alla rivalutazione delle pensioni degli italiani all’estero

Di Guido Gozzano 15 gennaio 2025

Nel 2025 oltre 70mila pensionati italiani residenti all’estero non riceveranno la rivalutazione dell’0,8% dell’assegno pensionistico. «è un gesto poco garbato, mi addolora molto», ha reagito Toni Ricciardi, vice capogruppo del Pd alla Camera: «Le formazioni di governo hanno votato contro l’ordine del giorno in cui chiedevo di sanare questa ingiustizia. Rimettendomi all’aula ho dimostrato il bluff di chi si riempie la bocca con le pensioni e gli italiani all'estero ma poi alla prova dei fatti se ne frega. Ora i pensionati all’estero, puniti ingiustamente, sanno molto bene chi sono i partiti che li hanno maltrattati e che hanno un nome: Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia».

Oggi, fra gli oltre 350mila pensionati all’estero, circa l’80% godono di un assegno più basso del minimo perché solitamente ricevono un’altra pensione dallo Stato di residenza. II 20%, ossia almeno 70 mila persone, non usufruirà come detto dell’adeguamento dell’0,8% che invece si applica ai pensionati residenti in Italia.

La «misura punitiva» conferma la crescente disattenzione del governo Meloni nei confronti degli italiani nel mondo. «Già nel 2022, con la prima manovra, ha tagliato 55 milioni ai fondi per gli italiani all’estero», rammenta Ricciardi: «Adesso, oltre al blocco delle rivalutazioni delle pensioni, hanno introdotto il divieto all’accesso alla disoccupazione per coloro che hanno usufruito della misura dei rimpatriati, hanno raddoppiato la tassa per la richiesta di cittadinanza e hanno ulteriormente tagliato i fondi al Maeci. È necessario aggiungere altro?».

Corriere dell’italianità


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