I quattro referendum popolari che si tengono in Svizzera il 24 novembre

I cittadini elvetici si esprimono su autostrade, diritto di disdetta di una locazione per bisogno personale, diritto di subaffitto e finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie. Finora circa 14 milioni di franchi sono stati spesi per la campagna, di cui oltre 4 milioni dai sostenitori dell’ampliamento delle autostrade.

Di Loredana Traina 12 novembre 2024

 

Il 24 novembre il popolo svizzero torna alle urne per votare su quattro temi: ampliamento delle autostrade, diritto di disdetta di una locazione per bisogno personale, diritto di subaffitto e finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie.

Il quesito più gettonato dai media svizzeri è il progetto di ampliamento di sei tratte autostradali: della A1 fra Le Vengeron e Nyon, fra Berna-Wankdorf e Schönbühl, e poi da Schönbühl a Kirchberg; alle quali si aggiungono i lavori di ampliamento della galleria sotto il Reno sulla A2 a Basilea, della galleria Fäsenstaub sulla A4 a Sciaffusa e infine della galleria del Rosenberg sulla A1 a San Gallo. Per questi sei progetti sono previsti 4,9 miliardi di franchi.

«Eccessivo, obsoleto e troppo costoso»: è l’argomento dell’Associazione traffico e ambiente (ATA). Con altre organizzazioni ha presentato un referendum, lamentando un conseguente, importante impatto in termini di consumo del suolo, e paventando un incremento del traffico, più inquinamento, più rumore e più emissioni di CO2.

Sfratti agevolati?

Nell’ambito del diritto svizzero di locazione, il quesito referendario riguarda la disdetta da parte dei proprietari per bisogno personale. Attualmente è possibile che un proprietario debba aspettare diversi anni prima di poter utilizzare la sua proprietà, salvo se il bisogno è urgente, una necessità difficile da provare, dando spesso luogo a lunghi contenziosi.

Con la nuova normativa, è sufficiente che sia impor­tante e attuale. Poiché questa condizione è meno severa e dunque più semplice da dimostrare, per il proprietario sarà più facile disdire il contratto. L’associazione svizzera degli inquilini Asloca, che ha chiesto il referendum, considera che il reale obiettivo delle nuove norme è agevolare le disdette per poi aumentare gli affitti, un modo subdolo, sempre secondo l’Asloca, di scardinare il sistema di protezione degli inquilini.

Allo stesso modo l’Asloca si è opposta alla modifica delle legge che punterebbe a impedire gli abusi nell’ambito dei subaffitti. In futuro, l’inquilino dovrà dare il proprio consenso per iscritto e potrà rifiutare il subaffitto se questo si protrae per più di due anni o se presenta gravi inconvenienti a suo carico. Per l’associazione svizzera degli inquilini, la nuova norma limiterebbe drastica­mente la prassi già comprovata dei subaffitti, e sarebbe anche in questo caso un tentativo di agevolare le disdette per poi aumentare gli affitti.

Medicina a due velocità?

L’ultimo referendum riguarda il finanziamento uniforme dei trattamenti sanitari per le cure ambulatoriali, ospedaliere e a lungo termine. Il Parlamento ha modificato la legge federale sull’assicurazione malattie decidendo che tutte le prestazioni sanitarie obbligatorie saranno finanziate congiuntamente dalle casse malati e dai Cantoni secondo la stessa chiave di ripartizione. L’obiettivo è ridurre gli incentivi che fanno lievitare i costi sanitari e incoraggiano il ricorso alle cure ambulatoriali, ed evitare i ricoveri ospedalieri non necessari.

Attualmente, i Cantoni forniscono almeno il 55% dei finanziamenti per i servizi ospedalieri, mentre il resto è a carico degli assicuratori sanitari, ovvero di coloro che pagano i premi. Nel contesto ambulatoriale, dove l’assistenza è più economica di quella ospedaliera, il 100% dei servizi è coperto dall’assicurazione sanitaria obbligatoria. La tendenza, dunque, è aumentare le cure ambulatoriali, il che, però, fa ricadere i costi sugli assicuratori. In base alla recente riforma approvata dal Parlamento, dopo esser stata discussa per circa quattordici anni, i Cantoni invece dovranno pagare il 26,9%. Il restante 73,1% sarà finanziato dagli assicuratori, indipendentemente dal fornitore e dal luogo di erogazione dei servizi.

Per il Sindacato svizzero dei servizi pubblici, che ha presentato il referendum, la modifica sposta l’asse di controllo dal settore pubblico a quello privato, conferendo «un potere eccessivo» agli assicuratori. Inoltre la riforma rappresenta un «pericolo molto reale» per il sistema sanitario pubblico, poiché introdurrebbe una medicina a due velocità, deteriorando progressivamente i servizi di assistenza nelle case di riposo e a domicilio.

Oltre 14 milioni per la campagna

Nei giorni scorsi il Controllo federale delle finanze (CDF) ha comunicato i dati sul finanziamento delle campagne per i quattro referendum. Il maggior finanziatore è il comitato Sì alla sicurezza del futuro delle autostrade nazionali, con 3,4 milioni di franchi, ai quail si sommano circa 700mila franchi da parte di comitati cantonali, per un totale di 4,1 milioni. Fra i promotori e sostenitori del referendum, l’Associazione Traffico e Ambiente ha sborsato 1,76 milioni, mentre actif-trafiC ha contribuito con circa mezzo milione. Totale: circa 2,74 milioni.

La spesa per gli altri tre quesiti è stata più modesta. I sostenitori del finanziamento uniforme dell’assistenza sanitaria hanno impegnato circa 1,5 milioni di franchi, mentre gli oppositori hanno investito 550’000 franchi, di cui circa un quinto provenienti dal Sindacato svizzero dei servizi pubblici. L’Unione sindacale svizzera ha partecipato con quasi 400mila franchi e il Partito socialista con 46’500 franchi.

I due temi legati al diritto di locazione hanno visto un coinvolgimento finanziario di circa 1,7 milioni dai sostenitori delle nuove norme. Il comitato «2x sì al diritto di locazione» ha contribuito con 1,54 milioni, mentre il resto è stato versato da associazioni cantonali. Per parte loro gli oppositori hanno messo a disposizione della campagna un budget di 1,21 milioni.

 
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