Antonio Iurato, un giovane chef ambasciatore dei sapori siciliani

Dalla Sicilia alla Svizzera, passando dalla Sardegna, Trentino e poi Londra, oggi a Basilea lo chef Antonio Iurato porta quotidianamente in tavola la sua passione per la cucina italiana.

Di Salvo Buttitta 25 ottobre 2024

 

Dalle strade assolate di Francofonte, avvolte nel profumo degli agrumeti siciliani, alle eleganti vie di Basilea: il percorso di Antonio Iurato è una storia di passione, coraggio e sete di conoscenza. Con le radici ben piantate nella sua terra natale ma lo sguardo rivolto oltre l’orizzonte, Antonio ha intrapreso un viaggio che lo ha condotto attraverso l’Italia, fino a Londra e infine in Svizzera.

«Il piacere di viaggiare e conoscere nuove culture mi ha sempre affascinato», racconta Antonio. Questa passione lo ha spinto a lasciare la Sicilia, esplorando la Sardegna e il Trentino, dove ha arricchito il suo bagaglio nel mondo della ristorazione. Ma non era solo l’avventura a guidarlo: «Cercavo una crescita professionale che in Italia, dove i giovani sono spesso poco valorizzati e poco pagati, non era facile da raggiungere».

La svolta arriva grazie a un amico e un’opportunità in Svizzera. «Non ci ho pensato due volte», ricorda con un sorriso. Dopo un periodo a Basilea, la sete di sfide lo porta nella frenetica Londra. «Un’esperienza che mi ha arricchito a tutto tondo». Tuttavia, il richiamo elvetico si fa sentire, e Antonio decide di tornare, trovando la stabilità desiderata.

Oggi, come chef del Ristorante Portofino a Basilea, Antonio Iurato porta quotidianamente in tavola la sua passione per la cucina italiana. «Sono cresciuto gradualmente», dice orgoglioso. Nonostante la predilezione per la pasticceria, si è distinto in ogni aspetto culinario, conquistando clienti e colleghi con le sue creazioni innovative che fondono tradizione siciliana e influenze internazionali.

Il successo non ha reciso il legame con l’Italia. «Mi mancano famiglia, amici e, ovviamente, il cibo», confessa. Ogni occasione è buona per tornare in Sicilia, anche solo per un weekend. «La distanza amplifica l’apprezzamento per ciò che hai lasciato». Questo legame con le sue radici si riflette nella sua cucina, dove i sapori della sua terra natale si mescolano armoniosamente con le tecniche apprese nei suoi viaggi.

Antonio ha aspirazioni chiare ma realistiche per il futuro. «Sogno un ristorante mio in Italia, ma le condizioni attuali sono sfavorevoli». La burocrazia e la pressione fiscale lo frenano, mentre in Svizzera ha trovato terreno fertile per i suoi obiettivi. Nonostante ciò, non esclude la possibilità di un ritorno alle origini, magari portando con sé l'esperienza e le innovazioni acquisite all’estero.

Ai giovani con ambizioni simili, Antonio offre un consiglio prezioso: «Partite con l'idea di provare, non necessariamente per sempre». Flessibilità e adattabilità sono, per lui, le chiavi del successo all'estero. «Con solide basi, ogni sfida diventa superabile». La sua esperienza dimostra come il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort possa aprire porte inaspettate.

 
Corriere dell’italianità


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