Passaporti, l’esempio virtuoso di Lucerna

Il successo dello sportello consolare, con 677 documenti consegnati in un anno, è un esempio di sinergia tra istituzioni e volontariato, un modello che potrebbe essere replicato in altre città prive di consolati in Svizzera e nel mondo.

di Antonio Scolamiero 15 gennaio 2024

 

Lucerna, città senza un consolato permanente, può contare su un importante punto di riferimento per i cittadini italiani: il «Centro Polifunzionale» della Luzernerstrasse 131, che racchiude al suo interno la scuola professionale Enaip IB, il Patronato Acli, il Circolo Acli e uno «sportello consolare». Dove in un anno sono stati consegnati 677 passaporti, offrendo un servizio fondamentale alla comunità italiana nella regione dei quattro cantoni di Lucerna, Nidwaldo, Obwaldo e Uri.

Il risultato è il frutto della collaborazione fra il Consolato Generale di Zurigo e una rete di volontari che, con impegno e dedizione, hanno reso possibile la gestione di un servizio sempre più richiesto. In particolare Sandro Bombardi, funzionario inviato dal console di Zurigo, ha garantito la presenza istituzionale necessaria per le pratiche ufficiali.

Assieme a lui, il corrispondente consolare volontario Nicola Colatrella e il promotore sociale del Patronato Acli Angelo Pistone hanno svolto un ruolo cruciale nel coordinamento e nell’amministrazione dello sportello consolare di Lucerna.

La storia, ormai qui la conoscono tutti. Lucerna non dispone di un Consolato italiano e, per molti residenti, recarsi a Zurigo per svolgere pratiche consolari rappresenterebbe un costo in termini di tempo e denaro. Lo sportello consolare, ospitato nei locali del Patronato Acli, risponde a questa esigenza, diventando un punto di riferimento per gli oltre 16mila residenti italiani registrati fra Lucerna, Nidwaldo, Obwaldo e Uri. Un esempio straordinario di come il volontariato possa sopperire alle lacune istituzionali. Nicola Colatrella e Angelo Pistone dedicano, dal gennaio 2024, il loro tempo e le loro competenze per assicurare che le procedure amministrative si svolgano senza intoppi, dimostrando quanto il lavoro di squadra e l’impegno civico possano fare la differenza.

Il successo di questo servizio non si misura solo nel numero di passaporti consegnati, ma anche nella qualità dell’assistenza fornita agli utenti. I cittadini italiani si rivolgono allo sportello per ottenere i documenti, ma anche per ricevere informazioni, e per generiche pratiche amministrative. Questo modello, basato su una sinergia efficace tra istituzioni e volontariato, rappresenta un esempio virtuoso che potrebbe essere replicato in altre città senza consolati. Il Console generale di Zurigo Mario Baldi ha subito creduto in questo progetto, tanto da disporre, senza esitare, date aggiuntive a fronte delle tantissime richieste che tuttora non diminuiscono.

Lo sportello consolare è il risultato della caparbietà di don Mimmo Basile, ex responsabile della Missione Cattolica di Lucerna, e di Nicola Colatrella, corrispondente consolare volontario. Spediscono una lettera a firma congiunta all’allora Console Generale di Zurigo, Giulio Alaimo, in cui denunciano «l’abbandono delle istituzioni italiane di un vasto territorio», dalle porte del Gottardo fino a Lucerna, con la chiusura dapprima del Consolato e successivamente della Casa d’Italia.

Alla lettera non è data una risposta scritta, ma orale: in un incontro a Lucerna, il Console Giulio Alaimo si lamenta che purtroppo anche il Consolato di Zurigo attraversa un brutto momento per la mancanza di impiegati. Ma tiene a precisare che aveva posto la questione al ministero competente a Roma, ed era in attesa di una «fumata bianca».

Ma la fumata bianca non arriva e il console Alaimo, nel frattempo, cambia sede. Con tenacia Nicola Colatrella e don Mimmo Basile scrivono al nuovo inquilino della Tödistrasse 65 di Zurigo. Gabriele Altana, ex ambasciatore italiano in Finlandia, prende atto della situazione e dichiara in un incontro che «qualcosa si può fare». Passa ancora un anno, e numerose telefonate, il console Altana concede infine che una volta al mese un impiegato del Consolato di Zurigo si rechi a Lucerna per i passaporti delle persone anziane e disabili, un servizio che veniva già espletato a Coira.

Apprendendo la notizia, don Mimmo Basile, nel frattempo trasferito a Zugo, fa suonare le campane a festa. Mentre non smette di suonare il telefono di Colatrella: tutti chiedevano di rinnovare il passaporto. Le liste di attesa trasbordano al punto che il nostro corrispondente consolare prende prenotazioni per febbraio 2025.

Colatrella si rivolge allora al console Mario Baldi, appena arrivato dalla Bielorussia, anche lui ex ambasciatore, che, senza pensarci due volte, incarica il collaboratore Sandro Bombardi di mettersi a disposizione della comunità italiana dei quattro cantoni per due volte al mese. La notizia si sparge velocemente, le richieste aumentano, e arriva in soccorso l’operatore volontario delle Acli Angelo Pistone. Capisce subito che Colatrella porta avanti una mole di lavoro esorbitante, e si impegna allora al suo fianco.

Così a Lucerna si è costruito un «ponte» tra l’Italia e i suoi cittadini, dimostrando che anche senza una sede consolare fissa, è possibile garantire un servizio efficiente, umano e vicino alle persone. Resta ora agli altri consolati, stretti fra la carenza di impiegati e la richiesta sempre maggiore di passaporti, di prendere esempio dal piccolo miracolo lucernese e farne tesoro. Lo sportello consolare di Lucerna è divenuto il simbolo di come l’impegno condiviso riesca a trasformare una necessità in un servizio concreto e utile. In una città priva di consolato, grazie alla dedizione di volontari, l’Italia è ora un po’ più vicina.

 
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