Debora Regoli, dalla danza classica alla regia d’opera

Dalle luci di Broadway alle tranquille rive del lago di Lucerna, il percorso di una danzatrice italiana oggi regista e insegnante in Svizzera: «Il teatro ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore».

Di Salvo Buttitta 22 gennaio 2025

 

Dalle luci scintillanti di Broadway alle tranquille rive del lago di Lucerna, la storia di Debora Regoli è un viaggio che intreccia arte, passione e continua evoluzione professionale. Nata a Pisa, questa talentuosa artista ha trasformato il suo sogno di diventare danzatrice in una carriera internazionale che spazia dalla performance all'insegnamento, fino alla regia d'opera. «Lasciare l’Italia è stata una scelta difficile ma necessaria», racconta Debora, ripercorrendo i suoi primi passi verso l’estero a soli 19 anni. La sua formazione presso la prestigiosa Scuola di Formazione Bartolomei di Roma si è rivelata solo l’inizio di un percorso che l’avrebbe portata oltreoceano. «Volevo crescere, sperimentare nuovi contesti, arricchire il mio bagaglio personale e professionale», spiega. New York diventa la sua prima grande sfida: una borsa di studio le apre le porte di un mondo artistico vibrante e competitivo.

Ma è in Olanda che la sua carriera prende una svolta inaspettata. Per quasi un decennio, Debora collabora con importanti istituzioni artistiche e scopre una nuova vocazione come assistente di regia presso la Nationale Opera & Ballet di Amsterdam. «È stata una scelta naturale», spiega, «un modo per unire la mia esperienza artistica a una nuova dimensione creativa. Il teatro ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore». Oggi, dalla sua base a Lucerna, Debora condivide la sua esperienza con le nuove generazioni presso la Tanzhaus Luzern e la Musical Factory. «Non è solo una questione di tecnica», sottolinea con passione. «Cerco di trasmettere loro il carattere, la determinazione e la disciplina necessarie per affrontare questo mondo». Il periodo del Covid ha rappresentato una delle sfide più significative della sua carriera. «La distanza dalla famiglia, il lavoro bloccato, l’incertezza sul futuro: è stato un periodo durissimo», confessa: «Ma è stato anche un momento di crescita».

Il legame con l’Italia rimane fortissimo: «Mi mancano la mia famiglia, la lingua, il cibo e quel calore unico che solo il nostro Paese sa offrire». Un legame che mantiene vivo attraverso la cucina italiana e frequenti ritorni a casa. «Porto sempre un pò d’Italia con me», sorride, «nelle piccole cose di ogni giorno». La dimensione internazionale della sua carriera le ha permesso di sviluppare una visione unica dell’arte e dell’insegnamento. «Ogni Paese mi ha dato qualcosa di diverso: la tecnica italiana, l’energia di New York, la precisione olandese, l’organizzazione svizzera. È un bagaglio prezioso che cerco di trasmettere ai miei studenti». Per chi sogna di seguire le sue orme, Debora ha un messaggio chiaro: «Siate forti e determinati. Apritevi alle nuove esperienze con mente aperta e non abbiate paura di mettervi in gioco. Ogni sfida vi renderà più forti e consapevoli delle vostre capacità». Una testimonianza che risuona particolarmente in un’epoca in cui sempre più artisti italiani cercano nuove opportunità oltre confine.

 
Corriere dell’italianità


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