Sara Laudato, alla guida di una startup biotech che vuole curare il cancro

Da Cava de' Tirreni a Madrid, poi Heidelberg, Houston e Basilea, il viaggio senza confini di una scienziata in missione per combattere i tumori.

Di Salvo Buttitta 3 ottobre 2024

 
 
 

Dal cuore della Campania al cuore pulsante della ricerca oncologica mondiale, la storia di Sara Laudato è un viaggio emozionante, pieno di sfide, conquiste e determinazione. Nata a Cava de' Tirreni, questa brillante scienziata ha trasformato la sua passione per la biotecnologia in una missione globale per combattere il cancro.

Tutto inizia all’Università Federico II di Napoli, dove Sara muove i primi passi nel mondo della ricerca oncologica. Ma è un’esperienza di stage a Madrid che cambia tutto. «Lì mi si è aperto un mondo», confessa sorridendo. «Ho capito che volevo esplorare di più, uscire dalla mia zona di comfort, vedere fin dove potevo arrivare». E così, armata di curiosità e una valigia piena di sogni, inizia un viaggio senza confini.

Prima tappa, la Germania, dove consegue il dottorato all’Università di Heidelberg e lavora a contatto con l’eccellenza scientifica. «Era impegnativo, certo, ma non mi sono mai sentita così viva. Ogni giorno, una nuova scoperta», ricorda con gli occhi che brillano. Dopo Heidelberg, vola oltre oceano, negli Stati Uniti, al prestigioso MD Anderson Cancer Center di Houston. «Un altro mondo», racconta. «Le risorse, le possibilità, la voglia di fare squadra e innovare... tutto è amplificato. Ho trovato un ambiente che ti spinge a dare il massimo, e ci sono riuscita».

La svolta più grande, però, arriva con la Svizzera. Da ricercatrice diventa co-fondatrice e chief scientific officer di una startup biotech a Basilea, Epicelya Therapeutics, per il trattamento del cancro. «Chi l’avrebbe mai detto! Io, da Cava de' Tirreni, a guidare una startup in Svizzera. Non è stato facile, ma ogni passo mi ha fatto crescere», dice, quasi incredula.

La storia di Sara è un esempio potente di quello che può succedere quando decidi di seguire le tue passioni, senza paura di varcare confini o sfidare le convenzioni. «Sai, in Italia è un po’ più difficile fare carriera nel biotech. Non perché manchino i talenti, ma perché mancano le opportunità. All’estero invece, se hai un’idea, trovi sempre qualcuno pronto ad ascoltarti e a darti una mano». Il messaggio è rivolto a chi sta considerando di trasferirsi in un altro Paese: «Non abbiate paura di rischiare. Ogni Paese ha le sue regole, ma se ti adatti e rimani aperto, le possibilità sono sconfinate. Ho imparato più di quanto avrei mai immaginato, e continuo a farlo ogni giorno».

Nonostante la sua vita impegnata, Sara non ha mai perso il legame con le sue radici. «Sai cosa mi manca di più dell’Italia? La bellezza che si respira ovunque. La semplicità delle cose, come il profumo del mare e un piatto di pasta al pomodoro fatto come si deve». Per tenere vivo questo legame, ha creato una rete di italiani in Svizzera, mantiene le tradizioni culinarie e torna regolarmente in Italia. Per fare una provvista di benessere e continuare a inseguire i propri sogni.

 
Corriere dell’italianità


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