Approvata all’unanimità la legge per velocizzare il rilascio dei passaporti
Il testo a prima firma del deputato Pd Toni Ricciardi ha incassato l’ok di tuti i partiti e il voto di tutti gli eletti presenti alla Camera e al Senato. Dal 2025 gli uffici consolari riceveranno 4 milioni di euro, distribuiti in base al numero di documenti emessi.
Di Guido Gozzano 21 novembre 2024
Anche al Senato è stata approvata all’unanimità, lo scorso 21 novembre, la proposta di legge a prima firma del deputato Toni Ricciardi, vice presidente del gruppo Pd alla Camera dove, lo scorso 2 agosto, nel pieno di un’estate complicata, il testo aveva incassato il voto favorevole di tutti i deputati presenti (leggi il nostro articolo), proseguendo velocemente il suo iter fino al via libera definitivo a Palazzo Madama.
Il deputato Toni Ricciardi, eletto nella circoscrizione estero, era in tribuna, accolto dai colleghi del Senato nel momento in cui si è dato il via libera al ddl «Disposizioni per il finanziamento di interventi volti al rafforzamento dei servizi consolari in favore dei cittadini italiani residenti o presenti all’estero». Composto di un solo articolo, redatto dallo stesso Ricciardi, il testo introduce la creazione di un fondo di 4 milioni di euro annui da distribuire agli uffici consolari in base al numero di passaporti emessi.
Il principio della nuova legge si fonda su questo semplice incentivo: «Più passaporti si erogano, più risorse la sede consolare riceve direttamente ogni trimestre». La finalità è migliorare i servizi e velocizzare i tempi del rilascio o rinnovo del documento, abbattendo le liste d’attesa.
«Il ddl sui servizi consolari a mia prima firma è finalmente legge. E’ importante perché per la prima volta nella storia, una legge che riguarda gli italiani all’estero non è un atto parlamentare straordinario ma ha seguito un iter ordinario», ha dichiarato Toni Ricciardi: «Ma è importante soprattutto perché il primo partito di opposizione, il Partito democratico, l’ha inserita a inizio legislatura tra le proprie priorità, e oggi, con il consenso di tutte le forze politiche di Camera e Senato, che ringrazio, l’ha fatta diventare legge dello Stato».
Intervenendo in aula il senatore Pd Alessandro Alfieri ha ricordato che la legge «riguarda la ventunesima regione d’Italia, quei quasi sette milioni di italiani nel mondo, di cui circa il 65% vive in Europa, ed è una migrazione consolidata, ma riguarda anche una nuova migrazione, quei giovani che vanno all’estero per inseguire un’occasione professionale, per costruirsi una famiglia: a loro dobbiamo garantire servizi e tutele».
«La ventunesima regione d’Italia è l’unica che demograficamente cresce», sottolinea in una nota Toni Ricciardi: «Il consolato è l’unico luogo dove gli italiani all’estero si recano per risolvere i loro problemi, non ne hanno altri, è come il piccolo comune in Italia. Siamo fiduciosi che questa sia solo l’inizio di una misura che si autoalimenterà e che in prospettiva sarà un crescendo di risorse per lo Stato e per i consolati, per garantire servizi, garantire i diritti, garantire cittadinanza».
Il relatore della legge in Senato, Roberto Menia, di Fratelli d’Italia, ha riconosciuto il merito di Toni Ricciardi di aver «testardamente voluto costruire questo provvedimento in maniera unitaria». Con tenacia il deputato Pd è infatti riuscito a mettere insieme più pezzi, cercando e ottenendo alleanze sulla sua proposta di legge in seno alla maggioranza di destra, pur essendo un eletto dell’opposizione.
A sottolineare l’importanza della legge per chi vive e lavora fuori dai confini nazionali, nelle dichiarazioni finali sono intervenuti, oltre Roberto Menia, anche Stefania Pucciarelli della Lega per Salvini, Tino Magni, del gruppo Misto-AVS, Raffaele De Rosa di Forza Italia, Bruno Marton per i 5 Stelle, Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, e Antonella Fadda di Fratelli d’Italia.
Nei consolati italiani, quello dei passaporti è forse il settore più in sofferenza. Nelle aree più grandi e impegnative della rete diplomatico-consolare, come ad esempio quella di Londra, dove risiedono oltre 380mila connazionali, nel 2023 sono stati rilasciati circa 40mila documenti. «Nel peggiore dei casi si aspettava in media circa due mesi», dichiarava nel novembre 2023 il console generale Domenico Bellantone a Repubblica: «Abbiamo introdotto diverse novità, come i canali privilegiati dedicati a donne incinte, disabili, over 70 e minori, ora in una settimana mandiamo il passaporto a casa».
In Svizzera nella scorsa primavera ha fatto scalpore il malcontento degli utenti. Due inchieste giornalistiche denunciavano i tempi di attesa ancora troppo lunghi nelle sedi di Basilea e Zurigo, e rendevano conto del malessere diffuso nei social. La situazione risultava invece più fluida nei consolati di Ginevra e Lugano: quest’ultimo nel 2023 ha rilasciato 7.368 passaporti, il 45% in più rispetto al 2022.
Tornando al funzionamento della legge, il testo stabilisce che entro marzo di ogni anno, sarà pubblicata online una relazione sull’utilizzo dei fondi. La copertura finanziaria è garantita da riduzioni nel bilancio del Ministero dell’Economia. Ogni anno mediamente l’Italia emette circa 500mila nuovi passaporti, nel Paese e all’estero, con un introito globale di circa 40 milioni di euro.