La previdenza sociale per le donne in Svizzera, un percorso storico

L’8 marzo, giornata internazionale della donna, offre l’occasione di ripercorrere le tappe di un’evoluzione significativa. Festeggia l’evento con noi a Zurigo, iscriviti entro il 21 febbraio, scopri come fare alla fine dell’articolo.

Di Olga Fulciniti responsabile Inas Zurigo e regione / 16 febbraio 2025

 

Nel 1948 è stata introdotta la Legge federale per la vecchiaia e per i superstiti (AVS). Tuttavia, il sistema iniziale non riconosceva adeguatamente il lavoro domestico e di cura non retribuito, principalmente svolto dalle donne, creando lacune previdenziali. La legge è stata sottoposta a più di dieci revisioni. All’epoca la rendita massima ammontava a 40 franchi, un importo che, tenuto conto del rincaro, corrisponderebbe a 194 franchi. A titolo di confronto, oggi la rendita ammonta a 2’520 franchi. Nel 1973, in occasione dell’8a revisione dell’AVS, le rendite vengono innalzate dell’80%, due anni dopo di un ulteriore 25%.

L’età pensionistica delle donne è stata adeguata più volte. Nel 1948 è stata fissata a 65 anni. Tuttavia, per il versamento della «rendita per coniugi» era sufficiente che il marito avesse compiuto 65 anni e la moglie 60. Nel 1957 l’età di pensionamento delle donne (senza considerare la rendita per i coniugi) è stata abbassata a 63 anni, e nel 1964 a 62 anni.

Con il miglioramento delle condizioni sociali e con i progressi della medicina, dalla metà del XIX secolo si assiste a un costante aumento della speranza di vita. Nel 1979, nell’ambito delle misure di consolidamento della 9a revisione dell’AVS, l’età minima delle donne per la «rendita per coniugi» viene innalzata da 60 a 62 anni. Otto anni prima, nel 1971, la Svizzera aveva introdotto il diritto di voto ed eleggibilità delle donne: 53 anni dopo la Germania, 52 dopo l’Austria, 27 dopo la Francia e 26 dopo l’Italia.

Negli anni Settanta, le militanti femministe hanno cominciato a mettere in discussione i ruoli tradizionali di genere e a rivendicare una maggiore uguaglianza nelle assicurazioni sociali. Hanno sostenuto l’introduzione di misure come l’assicurazione maternità e la protezione delle lavoratrici in caso di maternità. Fra parentesi, l’indennità di maternità è stata adottata più tardi, il 1° luglio 2005, in seguito alla revisione della Legge sulle indennità di perdita di guadagno (Lipg), approvata in votazione popolare il 26 settembre 2004 con il 55,4% di voti favorevoli.

Nel 1977, con la nascita dell’organizzazione Ofra, Organisation für die Sache der Frau, il movimento femminista acquista forza e visibilità. Nel ventennio successivo, sono stati fatti passi avanti per riconoscere il lavoro di cura non retribuito nel quadro delle prestazioni complementari AVS introdotte nel 1965 per colmare alcune lacune previdenziali. Però la copertura delle casse pensioni per le donne rimaneva limitata, specialmente per quelle con redditi bassi o che lavoravano part-time.

Gli anni fra il 1997 e il 2024 sono contrassegnati da uno stallo delle riforme. Se numerosi progetti di riforma e iniziative popolari vengono respinti in votazione popolare, nel 2001 viene però deciso l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne da 62 a 63 anni. In seguito la riforma AVS 21, entrata in vigore il 1° gennaio 2024, introduce notevoli cambiamenti per le donne in Svizzera. L’età di pensionamento è aumentata da 64 a 65 anni, allineandola a quella degli uomini. Il passaggio è implementato gradualmente: ovvero, dal 1° gennaio 2025, l’età di pensionamento per le donne aumenta di tre mesi all’anno, fino al raggiungimento dei 65 anni, nel 2028. Per attenuare l’impatto di questo aumento, sono state stabilite due misure compensative per le donne nate tra il 1961 e il 1969. Il «supplemento di rendita»: le donne che non optano per la riscossione anticipata della rendita possono ricevere un supplemento vitalizio; e la diminuzione delle «aliquote di riduzione»: per le donne che scelgono di riscuotere la rendita anticipatamente, le riduzioni applicate sono meno severe rispetto a prima della riforma AVS 21.

L’uniformazione delle età di pensionamento è stata considerata come un passo verso una maggiore equità di genere nel sistema previdenziale. Tuttavia, altri critici hanno sottolineato che questa riforma non terrebbe conto delle disparità esistenti nel mercato del lavoro. L’aumento dell’età pensionabile potrebbe portare a un’ulteriore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ma anche a sfide problematiche per chi ha carriere discontinue o lavori part-time, comuni tra le donne.

La riforma AVS 21 ha cercato di rendere il sistema previdenziale più sostenibile e flessibile, ma ha anche suscitato dibattiti sulla sua equità, specialmente riguardo all’impatto sulle donne.


INVITO A FESTEGGIARE L’8 MARZO

Mentre il mondo celebra le donne l’8 marzo, in Svizzera lo facciamo con un sorriso, un po’ di cioccolato al latte, e la convinzione che, alla fine, la parità è come una buona fonduta: richiede tempo, cura e tutti vogliono un assaggio (o magari la crosta).

In occasione della Festa delle donne, con grande piacere invitiamo le donne e loro famiglie a partecipare a un evento festivo, organizzato dalla Missione cattolica italiana di Zurigo, il sindacato Syna e il Patronato Inas.

Dalle 17.30 alle 20.30, le donne potranno non soltanto sentirsi messe sul piedistallo, ma anche mostrare le proprie creazioni-hobby durante lo svolgimento della festa.

Saremo felici di incontrarvi. Contattateci entro il 21 febbraio via whatsapp – 078 638 81 11, oppure tramite email – zurigo@inas.ch

Programma completo: https://inas.ch/8998/


 
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