L’edilizia ha bisogno di un contratto nazionale al passo coi tempi
In estate inizieranno le trattative per il nuovo CNM, il Contratto nazionale mantello per l’edilizia principale in Svizzera. Michele Aversa e Guido Schluep fanno il punto sulle rivendicazioni che saranno avanzate dal nostro sindacato.
Di Michael Steinke 2 maggio 2025
Guido Schluep e Michele Aversa, co-responsabili del ramo professionale dell’edilizia presso il sindacato Syna. © Syna 2025
Il Contratto nazionale mantello per l’edilizia principale in Svizzera (CNM), attualmente in vigore per i capisquadra, lavoratori edili qualificati, gruisti, manovali e apprendisti, giungerà a scadenza a fine 2025. Michele Aversa e Guido Schluep, co-responsabili del ramo professionale presso il sindacato Syna, spiegano quali richieste porteranno al tavolo dei colloqui, che partiranno nel periodo estivo, per continuare a garantire, ma soprattutto per migliorare le condizioni di lavoro nel settore.
Prima di entrare nel merito delle rivendicazioni: perché il CNM è così importante per il personale edile?
Michele Aversa: Il CNM è il contratto collettivo di lavoro più importante nell’edilizia principale. Stabilisce in modo vincolante le condizioni di lavoro nel settore – salari, orari di lavoro, vacanze, indennità, termini di disdetta e molto altro ancora. Un aspetto particolarmente rilevante è la sua obbligatorietà generale, vale a dire che si applica a tutte le imprese del settore, indipendentemente dal fatto che abbiano aderito o meno al contratto. In questo modo, il CNM garantisce standard uniformi e tutela ogni lavoratrice e lavoratore edile.
Guido Schluep: Complessivamente si tratta di oltre 80mila persone, dal costruttore stradale ai macchinisti, dai gruisti ai capisquadra, fino agli autisti che trasportano i materiali ai cantieri. Anche gli apprendisti e, in particolare, i dipendenti temporanei impiegati tramite società di prestito di personale beneficiano delle regolamentazioni stabilite.
Michele Aversa: E anche le aziende ne traggono vantaggio: grazie all’obbligatorietà generale si evita che la concorrenza si procuri vantaggi competitivi attraverso condizioni di lavoro peggiori.
Quali rivendicazioni avanzerà Syna nelle imminenti trattative?
Guido Schluep: Una questione centrale sarà il pagamento del «tempo di viaggio». Attualmente, la prima mezz’ora della giornata di spostamento tra l’azienda e il cantiere non viene retribuita. È decisamente scorretto: chi si sposta per conto del datore di lavoro deve essere pagato; il tempo di viaggio è tempo di lavoro, non tempo libero.
Michele Aversa: Punteremo anche a perfezionare la regolamentazione degli orari di lavoro. L’obiettivo è di migliorare l’attrattiva delle professioni dell’edilizia, in particolare per i giovani.
Guido Schluep: Servono progressi anche sul fronte dei salari. Lotteremo per un aumento dei salari minimi e reali. Inoltre, chiederemo una pausa di metà mattina retribuita, che in altri settori è già da tempo la norma. È tempo di adeguare anche l’indennità per il pranzo, che da anni non viene ritoccata nonostante il costante aumento dei prezzi. Chi fa un lavoro fisicamente pesante deve potersi permettere un pranzo adeguato.
Cosa vi aspettate dalla Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC)?
Michele Aversa: Ufficialmente la SSIC non ha ancora avanzato richieste concrete, ma prevediamo che, come in altri settori, si tratterà soprattutto di ottenere più flessibilità. Il che significa generalmente orari di lavoro più lunghi, con giornate fino a dieci ore.
Guido Schluep: Si tratterebbe di un enorme passo indietro. Chi lavora dieci ore, più le pause e il tempo di viaggio, è facile che rimanga fuori casa dodici o tredici ore. È inaccettabile: non rimane praticamente più tempo per la famiglia o lo svago. Non servono giornate di lavoro più lunghe, ma condizioni di lavoro migliori che aumentino la produttività.
Michele Aversa: L’attuale CNM è già molto flessibile: sono consentiti turni fino a nove ore in estate e sette ore e quarantacinque minuti in inverno, in base alla luce diurna. Anche per le ore supplementari valgono regole favorevoli ai datori di lavoro. Un’ulteriore flessibilizzazione aumenterebbe lo stress del lavoro, cosa alla quale ci opponiamo fermamente.
Guido Schluep: È ovvio che nell’edilizia ci vuole un certo margine di manovra, ma questo non deve essere sempre e solo a scapito dei lavoratori. Flessibilità sì, ma con misura e nei giusti limiti.
Cosa accadrà se le parti sociali non dovessero accordarsi su un nuovo CNM?
Guido Schluep: In questo caso sussiste il rischio di un vuoto contrattuale. In questa eventualità verrebbero applicati gli standard minimi di legge e non più quelli del CNM. I nuovi collaboratori potrebbero essere assunti a condizioni nettamente peggiori e anche le agenzie di lavoro temporaneo avrebbero più margine per il dumping salariale. Sarebbe un chiaro passo indietro per l’intero settore.
Michele Aversa: Sarebbe un problema anche per i datori di lavoro: l’edilizia fa già fatica a trovare un numero sufficiente di lavoratori qualificati; senza un CNM attrattivo, sarà ancora più difficile. Una buona soluzione è quindi nell’interesse degli impresari-costruttori.
Guido Schluep: E non dimentichiamo che senza CNM non vi sarebbe più l’obbligo di preservare «la pace del lavoro»; sarebbe quindi di nuovo possibile scioperare. Ma è un’eventualità per ora remota: preferiamo concentrarci sulle imminenti trattative estive.
Come si prepara Syna per i negoziati?
Guido Schluep: Prevediamo colloqui impegnativi, ecco perché lanceremo un segnale chiaro già prima di sedere al tavolo delle trattative. Il prossimo 17 maggio 2025 organizziamo insieme a Unia una grande manifestazione a Losanna e a Zurigo. Migliaia di lavoratrici e lavoratori edili scenderanno in piazza fianco a fianco per dare risalto alle rivendicazioni che avanzeremo.
Michele Aversa: È una questione di condizioni di lavoro eque, di rispetto – e del futuro dell’edilizia. Solo insieme ai lavoratori possiamo imporre un CNM solido e moderno. Ci battiamo per questo – con determinazione e solidarietà.