Gioco d’azzardo, una dipendenza sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani. Cosa fare?

In Svizzera il settore che ruota attorno alle scommesse (lotto, gratta e vinci, toto-calcio e sistemi analoghi) – da oltre 700 milioni di franchi all’anno – sta alimentando una forma di dipendenza crescente, soprattutto tra i giovani. Ad agevolare il fenomeno sono la facile accessibilità ai giochi d’azzardo e la promesse di vincite immediate a portata di click sui dispositivi mobili.

È quanto è emerso, per esempio, dalle testimonianze raccolte da poco dalla trasmissione ‘Falò’ su RSI nella puntata ‘Bet generation’. Di recente, poi, Dipendenze Svizzera – un’organizzazione interdisciplinare e multilingue attiva nell’ambito delle dipendenze, della prevenzione e della promozione della salute, anche a livello politico – ha pubblicato una ricerca che fotografa la situazione attuale.


In base all’Indagine sulla salute in Svizzera dell’Ufficio federale di statistica, è emerso che nel 2022 il 6,1% dei ragazzi elvetici tra i 15 e i 24 anni mostra comportamenti di gioco d’azzardo ritenuti patologici o a rischio. È dunque essenziale chiarire i fattori che spingono i giovani a scommettere o altro.


Secondo un nuovo studio finanziato dal programma ‘Spielen ohne Sucht’ e realizzato da Dipendenze Svizzera, le attuali conoscenze scientifiche permettono di affermare che i giovani sono particolarmente vulnerabili alla pubblicità, in particolare a quella online, che tende a normalizzare questi giochi e a renderli attraenti nascondendo i pericoli associati, come i debiti e la dipendenza.


Le strategie di marketing utilizzate dall’industria dei giochi d’azzardo colpiscono i giovani attraverso i social media, gli influencer e la sponsorizzazione di eventi sportivi. Spiega il co-autore dello studio Luca Notari: “Una di queste tecniche consiste nel presentare la probabilità di vincere denaro in alcuni giochi, quali le scommesse sportive, come basata sulle competenze e conoscenze dei giocatori, il che in realtà è un’illusione.”


Lo studio evidenzia anche la mancanza di una regolamentazione rigorosa in Svizzera rispetto ad altre nazioni europee. Mentre altrove sono state adottate misure per tutelare i ragazzi, la Confederazione elvetica rimane uno dei paesi meno restrittivi in materia di pubblicità per il gioco d’azzardo.


Tania Séverin, direttrice di Dipendenze Svizzera, ha sollecitato le autorità: “Dobbiamo rafforzare senza indugio le misure di regolamentazione dei giochi d’azzardo e così proteggere meglio i nostri giovani”.

Nello specifico, l’organizzazione propone che siano discusse iniziative come la sponsorizzazione responsabile (vietando l’uso di loghi o nomi di sponsor nell’ambito delle sponsorizzazioni di eventi, seguendo l’esempio dell’Italia); un quadro legislativo proattivo (vietando di default qualsiasi pubblicità per i giochi d’azzardo, salvo rare eccezioni, come accade in Belgio); il controllo tecnologico (obbligando i fornitori di giochi d’azzardo a garantire che la loro pubblicità online non raggiunga i giovani, cosa che succede nei Paesi Bassi).

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