L’agricoltura made in Italy è la più ecologica d’Europa

Record storico in Italia: un campo coltivato su cinque è biologico

Che cosa significa ‘bio’, diminutivo di ‘biologico’? Lo si comprende soprattutto dal confronto tra l’agricoltura che segue i metodi legati a questo concetto e quella classica. La differenza principale tra i due sistemi di coltivazione non riguarda tanto la quantità, ma soprattutto la qualità e l’etica. I prodotti biologici si distinguono perché utilizzano mezzi fitobiologici derivati da fonti organiche completamente naturali al 100%.

Nello specifico, i contadini ‘bio’ usano concimi organici al posto dei fertilizzanti chimici e impiegano preparazioni naturali quali, per esempio, decotti e macerati di erbe specifiche, alghe e minerali polverizzati come pesticidi. Inoltre, vengono utilizzati predatori naturali come microrganismi, insetti e uccelli per controllare funghi, batteri e parassiti che causano malattie alle piante.

L’aggettivo ‘biologico’ è applicato anche all’allevamento, quando gli animali vengono nutriti in modo da soddisfare le loro esigenze con prodotti di origine vegetale provenienti da coltivazioni biologiche, preferibilmente a chilometro zero. Pure la pesca può essere biologica, se segue rigorose norme stabilite per legge, nel rispetto dei cicli naturali degli organismi marini.

A livello nazionale, in Italia, nel 2022 la superficie agricola destinata all’agricoltura bio ha raggiunto un record storico di 2,3 milioni di ettari, registrando un aumento del 7,5% sul 2021. Questa cifra rappresenta quasi un campo su cinque (pari al 19% del totale) ed è gestita da oltre 82.000 produttori agricoli, il numero più alto tra i Paesi dell’Unione Europea.

Questi dati sono emersi dall’analisi condotta dalla Coldiretti, principale associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura tricolore, e presentata di recente durante il Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale, a Bologna, con la partecipazione dei cuochi contadini della Fondazione Campagna Amica.

Gli esperti hanno sottolineato che, allo stato attuale, i terreni coltivati in modalità biologica nella Penisola comprendono il 43% di seminativi come grano, orzo e avena, il 28% di superfici a prati e pascoli per l’allevamento, il 24% di colture permanenti come frutteti, oliveti e vigneti, e il 2,5% di ortaggi.

Tali risultati hanno portato a un incremento dei consumi del ‘bio’ in Italia, dove il valore del mercato interno di questi prodotti ha raggiunto quasi 5,5 miliardi di euro, con una crescita del 9%.

Tre quarti degli acquisti, pari a oltre 4,2 miliardi di euro, sono concentrati nel comparto domestico, mentre il restante 1,3 miliardi di euro riguarda la ristorazione, che ha visto uno sviluppo significativo pari al 18% nell’ultimo anno fino al mese di luglio, secondo l’analisi della Coldiretti basata sui dati dell’Osservatorio Sana-Nomisma 2023.

Il successo dell’agricoltura biologica in Italia è confermato dalla riduzione delle importazioni di prodotti biologici dall’estero – che risultano più di sei volte più pericolosi rispetto a quelli tricolori – con un calo del 31% per gli oli e i grassi vegetali, del 26% per le colture industriali e del 22% per i cereali provenienti da altri Paesi (in linea con l’ultimo ‘Rapporto Bio in cifre’ di Ismea e Sinab). Merito anche della necessità di indicare l’origine della materia prima nelle etichette e della volontà, sempre più diffusa, di promuovere i prodotti a chilometro zero da parte dell’industria così come dei consumatori.

I riscontri positivi, nel complesso, fanno dell’agricoltura italiana la più ecologica d’Europa, con 5547 specialità prodotte secondo regole tradizionali che si sono perpetuate nel tempo per almeno 25 anni, 319 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario, 526 vini Docg, Doc e Igt, 25mila agriturismi che conservano le tradizioni culinarie contadine da generazioni e 15.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica.

Si prevede che l’introduzione del logo nazionale del biologico ‘Made in Italy’, prevista dalla legge italiana, e la possibilità di stipulare contratti di filiera per i prodotti biologici contribuiscano ulteriormente a uno sviluppo più sostenibile delle filiere agroalimentari.

Ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: “I risultati del biologico confermano l’impegno degli agricoltori italiani per la sostenibilità ma anche la capacità imprenditoriale nel rispondere alle nuove domande dei consumatori per prodotti che rispettano l’ambiente, di alta qualità e legati al territorio”. E ha aggiunto: “Ben 25 milioni di italiani hanno fatto la spesa nei mercati contadini promossi da Campagna Amica diffusi lungo tutta la Penisola”. 

Ha dichiarato Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Bio, che riunisce le imprese biologiche e biodinamiche: “Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale. È necessario però ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste”.

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