Mille studenti italiani per il progetto ‘Onda pazza’ su legalità e memoria

L’iniziativa è dedicata al ricordo delle vittime innocenti di mafia

Nella sala dell’ex Oratorio del Palazzo dei Musei di Modena si è svolto l’evento di chiusura del progetto nazionale scolastico intitolato ‘Onda Pazza – il filo della memoria’, finanziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

L’iniziativa puntava a creare momenti di riflessione e divulgazione sul tema della legalità e della memoria rendendo protagoniste le scuole di alcune regioni italiane: Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.

 “Con questo progetto abbiamo esercitato la memoria delle vittime innocenti di mafia attraverso i linguaggi creativi dei ragazzi e delle ragazze delle 35 classi delle 7 regioni che hanno partecipato al percorso”, ha dichiarato Alessandro Gallo, direttore scientifico del progetto e presidente dell’associazione Caracò con sede a Bologna.

‘Onda Pazza’ ha coinvolto in tutto circa 1.000 studenti dello Stivale. L’iniziativa ha permesso ai giovani di incontrare testimoni legati al mondo della lotta alle mafie, lavorare tramite laboratori sull’elaborazione delle loro storie e di altre storie simili, creare prodotti come podcast, graphic novel e contenuti video per riproporre e personalizzare i racconti attraverso diversi linguaggi di espressione artistica.

All’evento di chiusura a Modena, che si è tenuto il 21 maggio, sono stati proiettati gli estratti del video finale prodotto da Caracò nelle regioni coinvolte e sono stati presentati altri lavori realizzati dagli studenti. A dare il benvenuto sono stati i responsabili del progetto: oltre al già citato Gallo, Caterina Gambetta, project manager, e Stefano Tè, direttore artistico, del Teatro dei Venti.

Sono inoltre intervenuti alcuni testimoni della legalità che hanno preso parte all’avvio dei diversi programmi nelle scuole: Luisa Impastato, nipote di Peppino, assassinato dalla mafia in Sicilia, Arianna Mazzotti, nipote di Cristina, vittima innocente della ‘ndrangheta, Beatrice Federico, moglie di Raffaele Pastore, che nel 1996 venne ucciso dalla camorra dopo la denuncia per racket di due anni prima, Celeste Costantino, che si occupa da sempre di politiche culturali, tematiche di genere, comunicazione e mafie.

Lo stesso Alessandro Gallo di Caracò è figlio e nipote di due esponenti importanti della camorra napoletana degli anni ’80: grazie all’esperienza del teatro, ha deciso di tenersi lontano dalla malavita, combattendola attivamente attraverso l’arte e l’impegno civile.

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