Responsabilità e solidarietà come speranza per il 2021

Markus Krienke

Uno dei simboli più antichi di buon auspicio è la melagrana che secondo una diffusa tradizione italiana viene regalato a Natale e consumato nella notte di San Silvestro. Forse ce la ricorderemo particolarmente in quest’anno: mai nel recente passato come ora ci auguriamo per l’anno a venire fortuna, prosperità e salute. Già nella Bibbia, è uno dei sette frutti della Terra Promessa, e gli Ebrei che identificano i suoi circa 600 semi con i 613 precetti della Torah (Legge), ne riconoscono un simbolo di onestà e correttezza. Specialmente per i Persiani, i semi dal colore del sangue indicano l’energia vitale che – come ricorda la tradizione cristiana – significa anche la forza nella passione.

La simbologia di tutte queste tradizioni ci aiuta a comprendere la domanda che il Festival della Dottrina sociale a Lugano ha sollevato: una nuova etica, di responsabilità e solidarietà verso la società e l’ambiente, può di fatto aprire una nuova speranza per un futuro più prosperoso e salutare per tutti. L’evento, tenutosi dal 23 al 26 novembre, non a caso è stato aperto dalla piantumazione di un melograno al Parco Tassino.

In questo modo, il Festival si è proposto come alleato e sopporto di una nuova sensibilità che i nostri concittadini stanno sviluppando per i giusti equilibri all’interno di un’economia forte e produttiva. Sensibilità che si è espressa anche nell’ottimo risultato ticinese dell’iniziativa popolare «per imprese responsabili» con l’oltre 54% dei voti favorevoli. Ogni istanza all’interno di una società democratica deve “giustificarsi” e assumersi le proprie responsabilità, e ciò vale altresì per chi partecipa come azienda ai mercati internazionali. Estendere quindi la responsabilità “oltre i confini” della Svizzera: ecco la nuova qualità etica che contraddistingue la società ticinese, anche perché molti sostenitori del “no” hanno condiviso l’intenzione dell’iniziativa.

Festival ed iniziativa esprimono la convinzione che il nostro impegno per un mondo più giusto è credibile soltanto se comprende la salvaguardia dell’ambiente: ad esempio, un’azienda che certamente crea posti di lavoro nei paesi sottosviluppati, è davvero nel giusto se contemporaneamente distrugge le basi naturale-vitali della popolazione? E la domanda, ovviamente, riguarda anche ogni azienda terza coinvolta.

Rafforzata senz’altro anche dall’emergenza climatica, questa nuova consapevolezza di abitare la terra come una “casa comune” con tutti i popoli ed esseri viventi, porta non per ultimo ad un cambiamento di “stile di vita” da noi. E proprio ciò è la riflessione che la nuova Rete di associazioni della Svizzera italiana Laudato si’, ispirandosi al messaggio sociale-ambientale di Papa Francesco, ha proposto con il Festival (le registrazioni dei singoli eventi si trovano sul canale youtube di Caritas Ticino): quali sono le ricadute positive da questa prospettiva per il modo di fare economia ed impresa nel Ticino?

Responsabilità e solidarietà, esigenze che emergono oggi da una prospettiva globale, devono radicarsi quindi innanzitutto nel nostro territorio. A sensibilizzare specialmente per questa riflessione, hanno aiutato molti imprenditori e imprenditrici ticinesi: con la testimonianza che un’etica della persona che valorizza ogni lavoratore e che è in cerca dei modi più sostenibili nella produzione, riscontra anche migliori risultati aziendali. Basta riconoscere nel profitto un importante, ma non l’unico fine di un’azienda.

Con i loro contributi, del resto, gli imprenditori hanno solo confermato ciò che era la convinzione dei grandi economisti liberali da Adam Smith fino all’economia sociale di mercato: i rapporti economici e lavorativi sono di base sempre rapporti sociali e umani, e oggi possiamo aggiungere che devono rispettare l’ambiente. L’inclusività sociale, quindi, è un’esigenza dello stesso mercato e dell’azienda. Più riusciamo a essere consapevoli di questi nessi, meno la responsabilità per il mondo e per ogni prossimo qui in Ticino è un peso per l’economia ma diventa al contrario l’occasione per fare economia in modo nuovo.

Aristotele, infatti, insegna che fortuna e prosperità dipendono da molti fattori, sociali (esterni) e morali (interni): l’essere umano prospera e fiorisce quando riesce a coniugare entrambe le dimensioni. Quando usciamo dalla crisi del Covid nel 2021, ci si proporrà l’occasione per riscoprirlo. Il melograno al Tassino, insieme alla carta dei valori firmata da tutti i partecipanti al Festival, ce lo ricorderanno.

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