Zurigo attrae persone da tutto il mondo per la sua qualità della vita. Ma è davvero così per tutti? La storia di Yulia

di Vivienne Majdak, studentessa della classe L2a1 del Liceo Artistico di Zurigo, giornalista per un giorno

Zurigo è una città cosmopolita, nota per la sua diversità culturale e la sua atmosfera aperta e tollerante. Le persone provenienti da ogni angolo del globo si sentono accolte e integrate qui, creando così una comunità vibrante e multietnica. 

In contrasto con i tempi passati, quando grandi gruppi della stessa etnia come gli italiani o gli jugoslavi arrivavano a Zurigo, oggi ci sono molte persone provenienti da paesi molto diversi. Prima del 1848, ogni cantone svizzero era indipendente: ciò significa che se provenivi da Glarona e ti trasferivi a Zurigo eri considerato “straniero”. Il passaporto svizzero è stato introdotto solo nel 1915. 

Nel 2019, quasi il 38% della popolazione residente in Svizzera con almeno quindici anni di età era composta da persone di origine straniera. Di questo numero, poco più di un terzo possedeva la cittadinanza svizzera. Più dell’80% delle persone di origine straniera è nato all’estero, quindi fa parte della prima generazione di immigrati.

Negli ultimi dieci anni, molti tedeschi sono emigrati a Zurigo, ma sono arrivati anche numerosi britannici, americani, spagnoli, francesi. Sono arrivati anche molti russi. Una di loro è Yulia Majdak. Dal 2010 vive in Svizzera. La donna, originaria della Russia, è arrivata in Svizzera con la sua famiglia all’età di ventinove anni. All’inizio ha vissuto per nove anni in Vallese e ora da circa due anni a Zurigo.

Yulia racconta di sentirsi molto più accolta qui, nonostante ci viva da poco tempo.  Il Vallese, infatti, a differenza di Zurigo, ha pochi immigrati, è un cantone molto isolato e la maggior parte degli svizzeri non vuole avere a che fare con gli stranieri.

Molti svizzeri trovano difficile dover prestare attenzione alla lingua e parlare in Hoch deutsch anziché nel proprio dialetto; ciò rende la vita poco facile agli stranieri, che per questo si sentono spesso esclusi.

L’esperienza di Yulia per essere accettata e inclusa come straniera è stata dunque piuttosto negativa.

La vita di Yulia a Zurigo è invece migliore, anche se non si è sentita immediatamente accolta. La ricerca di un appartamento, ad esempio, è stata molto difficile, perché è ancora quasi impossibile trovare una casa a Zurigo per una persona senza passaporto svizzero. Yulia ha impiegato molto tempo e ha ricevuto innumerevoli rifiuti, ma ora che finalmente si è ambientata, non cambierebbe la sua decisione di vivere qui. Afferma che le persone a Zurigo sono tutte così multiculturali e cordiali, cosa che non si sarebbe mai aspettata.

In conclusione, nonostante la reputazione di Zurigo come città cosmopolita e accogliente, ci sono ancora sfide significative da affrontare per gli immigrati e le minoranze.  Molti immigrati si scontrano con discriminazioni nascoste, barriere linguistiche e ostacoli nell’accesso al mercato del lavoro e all’alloggio.

Zurigo ha ancora molto lavoro da fare per garantire che la sua diversità sia veramente rispettata e che ogni individuo abbia l’opportunità di vivere senza discriminazioni o pregiudizi. Se una visione superficiale celebra Zurigo come la patria della diversità culturale, le esperienze personali raccontano una storia diversa.

Questa, ad esempio, la storia di Yulia Majdak, mia madre, che ho voluto raccontare.

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