Evviva i parchi, una promessa per le future generazioni

Foto: I Giardini di Villa della Pergola (da www. giardinidellapergola.com)

“Meta di impareggiabile bellezza che affaccia sull’acqua”. Con questa definizione una giuria appositamente selezionata ha nominato ufficialmente i Giardini di Villa della Pergola di Alassio, in provincia di Savona, “Il Parco più Bello d’Italia”.
La notizia arriva proprio nel periodo in cui i Giardini vincitori del concorso ospitano la rigogliosa fioritura della più importante collezione italiana di glicini, da sempre molto apprezzata dai visitatori. Il Concorso “Il Parco più Bello”, ideato dall’architetto Leandro Mastria, vanta il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero dell’Ambiente, dell’UNESCO, dell’ACI e con l’adesione del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), e dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio).

Per la selezione dei vincitori del concorso che premia il giardino più bello d’Italia, il Comitato scientifico, come previsto dal regolamento, ha valutato quali parametri: l’interesse storico-artistico e botanico, lo stato di conservazione, gli aspetti connessi con la gestione e la manutenzione, l’accessibilità, la presenza di servizi, le relazioni con il pubblico e la promozione turistica. L’iniziativa, giunta alla XVIII edizione e promosso dal network “Il parco più bello”, di cui fanno parte circa 1000 parchi tra pubblici e privati in tutta la Penisola. Con il riconoscimento appena ottenuto, dunque, i Giardini di Villa della Pergola sono entrati a far parte dell’Albo d’Oro insieme ad altri celebri Giardini italiani come Castel Trauttsmandorf, Villa d’Este, l’Isola Bella, il Giardino Sigurtà, Villa Medici, Villa Melzi d’Eril e a tutti gli altri vincitori delle passate edizioni.

Parco storico di fine 800

I Giardini di Villa della Pergola di Alassio sono un parco storico nato alla fine del 1800 per opera del Generale Montagu McMurdo e di sua moglie Lady Susan Sarah Napier. I due coniugi britannici volevano realizzare, a partire da un podere agricolo seicentesco, una dimora privata per trascorrere la stagione invernale e la primavera sulla costa ligure. Originariamente l’attuale Villino della Pergola, già Villino Napier, era la residenza estiva dei Conti della Lengueglia.

glicini, giardinidivilladellapergola.com

Situati in una posizione unica, affacciati sul mare, i Giardini di Villa della Pergola sono caratterizzati dalla presenza della tipica vegetazione mediterranea (pini marittimi, mirti, carrubi, ulivi, mandorli, cipressi, cedri del Libano, lecci) alternata a piante rare della flora esotica (jacarande, araucarie, tra cui la rara e preistorica Wollenia Nobilis, strelizie giganti, diksonie, palme, cactacee provenienti da ogni latitudine). In base a quanto raccontano le cronache della fine del XIX secolo, con il passaggio della proprietà a Sir Walter Hamilton Dalrymple, nel 1900, il numero delle piante ornamentali si accrebbe enormemente, furono piantati i boschetti di cipressi che ancora oggi dominano il paesaggio e, lungo le grandi pergole del Parco, fecero la loro comparsa le prime rose banksia. Sempre per volere di Sir Walter furono realizzate anche molte delle numerose fontane che ancora oggi si incontrano passeggiando nel parco permettendo l’arrivo delle prime ninfee e piante acquatiche.

Collezioni botaniche di pregio

Nel 2006 una cordata di amici guidata da Silvia e Antonio Ricci ha acquistato la proprietà, avviando un’accurata opera di restauro del parco sotto la direzione dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone. Un’attenzione particolare è stata dedicata al recupero, alla conservazione e all’arricchimento delle collezioni botaniche, tra cui quella di glicini, la più celebre d’Italia, con le sue oltre trenta varietà. Erano particolarmente amati dagli Hanbury; proprietari della Villa e del Parco per quasi tutto il Novecento, festeggiavano tutti gli anni la scenografica fioritura con un evento dedicato, “Wisteria Party”, a cui era invitata la comunità inglese e le autorità cittadine di Alassio. Degna di nota è anche la collezione degli agapanthus, unica in Europa con circa 500 tipologie differenti, che durante la fioritura nei mesi di giugno e luglio offrono uno spettacolo impagabile di corolle in molteplici sfumature dal bianco all’azzurro al blu. Un percorso di profumi e colori in cui si possono ammirare anche le fioriture stagionali di tumbergie, spiree, ortensie quercifoglie e Annabelle, oleandri, pelargoni odorosi, bouganville, dature, bignonie, solanum e gelsomini, ginkgo biloba, canfore, con arbusti e piante che creano macchie colorate come buccinatorie, oleandri, solanum, bignonie, rose antiche, botaniche e moderne, fiori di loto e ninfee. Meraviglie naturali che, ogni anno, richiamano i turisti e attirano interesse da ogni parte del mondo.

Gran Paradiso e Abruzzo: i centenari

II Parco Nazionale Gran Paradiso, tra Piemonte e Valle d’Aosta, e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise hanno appena festeggiato cento anni con tre giorni di convegni, sullo sviluppo sostenibile all’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” di Roma. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quello del Gran Paradiso è il più antico Parco nazionale italiano. Ha una superficie di oltre 70.000 ettari. Attorno alla vetta omonima – la sola cima oltre i 4.000 metri interamente in territorio italiano – accoglie cinque vallate concentriche in cui si trovano tipici ambienti alpini, con ghiacciai, rocce, boschi di larici ed abeti. La creazione dell’area protetta è fortemente legata alla salvaguardia dell’animale simbolo del Parco, lo Stambecco alpino, di cui, dopo la Seconda guerra mondiale, erano sopravvissuti solo 416 capi in tutto il mondo e tutti nel territorio del Parco. Lo scorso anno il Gran Paradiso è stato riconfermato nella Green List dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura per la terza volta consecutiva, dal 2014. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, insieme al Parco Nazionale della Maiella e al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, riveste un ruolo attivo nella salvaguardia di alcune specie di animali selvatici come il lupo, il camoscio abruzzese e l’orso bruno marsicano. Con la sua fondazione, avvenuta l’11 gennaio 1923, è considerato uno dei parchi più antichi d’Italia e con i suoi ambienti ricchi di vegetazione e di rara bellezza attira moltissimi visitatori in ogni stagione dell’anno. Sviluppato su un’area di circa 50.000 ettari nel cuore dell’Appennino centrale, in realtà si estende anche nelle regioni Lazio e Molise per un totale di 25 comuni.

Gran Paradiso, Legambiente Twitter

Nel 2017 le faggete vecchie più di 500 anni, che si trovano tra i comuni di Lecce nei Marsi, Opi, Pescasseroli e Villavallelonga, sono state riconosciute Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Ha spiegato Giovanni Cannata presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: “Abbiamo fortemente creduto che il Centenario dei due parchi dovesse essere un importante momento di riflessione sull’importanza della conservazione della natura visto il recente inserimento della tutela dell’ambiente nella Costituzione”. Un secolo fa questi due tesori naturali a cielo aperto sono stati antesignani della originale e ora attualissima “via italiana” alla conservazione. Ancora adesso svolgono “un’azione importante a favore della biodiversità e dello sviluppo sostenibile delle comunità che vivono al loro interno”, come ha sottolineato Italo Cerise, presidente del Parco nazionale Gran Paradiso. Ha affermato Gianpiero Sammuri, presidente di Federparchi: “Oggi abbiamo 24 parchi nazionali, 135 regionali, 32 aree marine protette e una rete di oltre 400 riserve naturali. Questo sistema copre il 10,5% della superficie a terra e l’8,5% al mare. Ma l’Europa chiede di più. Ci chiede almeno il 30% di territorio protetto sia a terra, sia a mare”. È tempo di avere uno sguardo lungimirante, in linea con la sensibilità ambientale che caratterizza positivamente il presente e, in larga misura, i giovani. Ha commentato a questo proposito Ilaria Fontana, sottosegretaria alla Transizione ecologica: “I parchi sono laboratori di sostenibilità e circolarità anche in questa fase di transizione ecologica e cambiamento climatico in atto. Per questo confermo l’impegno dell’Italia nella tutela dell’ambiente e della biodiversità, una promessa per le future generazioni”.

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