Il potere dell’abbraccio, secondo la scienza

Il 21 gennaio è la Giornata Mondiale, ma i suoi numerosi benefici funzionano sempre

Un segno d’affetto, un conforto, una consolazione. Che sia espressione di gioia, amore o rassicurazione, l’abbraccio è un gesto che fa bene agli esseri viventi, dagli animali agli umani, come dimostrano ampie argomentazioni della letteratura scientifica: riduce lo stress e il disagio legato a momenti dolorosi, protegge il cuore, rende felici, allenta l’ansia, aumenta l’autostima.

Il 21 gennaio se ne celebra la Giornata Mondiale: è stata creata da Kevin Zaborney e si è svolta per la prima volta nel 1986 a Clio, Michigan, Stati Uniti. Zaborney avrebbe scelto proprio questa data in quanto il giorno si colloca all’incirca a metà strada tra le Feste natalizie e di fine anno e San Valentino.  

BENESSERE FISICO ED EMOTIVO

Abbracciarsi è un’occasione per ritrovare il contatto emotivo e il piacere della vicinanza fisica con qualcuno. Nel mondo di oggi, governato spesso dall’assenza di manifestazioni di tenerezza e in preda alla frenesia, è un’azione sempre meno diffusa. Eppure, ne abbiamo sentito la mancanza, eccome, durante i mesi di lockdown, dove non era prudente avere contatti ravvicinati col prossimo per una questione di sicurezza sanitaria. Le ragioni sono presto dette.

A spiegare perché l’abbraccio sia un vero toccasana naturale sono vari studi scientifici. Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Amsterdam, per esempio, la Hug Therapy o terapia dell’abbraccio, aiuta a dominare ansie, depressione e stress. A beneficiarne sono sia coloro che vengono rassicurati in un frangente di difficoltà e disagio, sia coloro che offrono conforto e protezione.

In base a un’indagine pubblicata su ‘Psychological Science’ nel 2013 il tocco e quindi un abbraccio può ridurre l’ansia nelle persone con bassa autostima. E una ricerca diffusa sulla rivista ‘Holistic Nursing Practice’, svolta su persone con fibromialgia, evidenzia come l’abbraccio possa ridurre il dolore, fisico e interiore.

LE STRETTE PIÙ PIACEVOLI ED EFFICACI

Ma non è tutto. Tenersi per mano e darsi un abbraccio riduce la pressione sanguigna e il battito cardiaco, secondo uno studio pubblicato nel 2010 sul giornale ‘Behavioral Medicine’. E se gli abbracci possono renderci più felici, a causa del rilascio di una sostanza chimica denominata ossitocina associata alla felicità e alla riduzione dell’ormone dello stress noradrenalina, aiutano anche a scacciare le paure.

È vero che non tutti possono sentirsi a proprio agio a dare o a ricevere un abbraccio. Tuttavia ci sono prese e durate di questo gesto amorevole che metterebbero d’accordo un po’ tutti, almeno secondo lo studio coordinato da ricercatori dell’University of London e pubblicato su ‘Acta Psychologica’.

I loro test, condotti su quasi 150 studenti, hanno portato a concludere che il massimo della piacevolezza da ambo le parti si ottiene con un braccio sulla spalla, l’altro sotto il braccio dell’interlocutore e una stretta che duri tra i 5 e i 10 secondi. L’abbraccio ‘incrociato’, inoltre, è risultato più intenso di quello con entrambe le braccia intorno al collo.

QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA

E ancora. Lo sapevate che, in generale, si tenderebbe ad abbracciare da destra, ma se lo si fa sinistra la situazione per noi – nel bene o nel male – sarebbe più coinvolgente dal punto di vista emotivo? È quanto risulta da una ricerca della Ruhr-Universität Bochum, pubblicata su ‘Psychological Research’, focalizzata su circa 2.500 abbracci. Più nello specifico, in un aeroporto situato in Germania ne sono stati valutati circa 1.000 sia nell’area delle partenze che in quella degli arrivi.

Dunque, sotto la lente sono finite emozioni diverse: tristezza e nostalgia nel caso di una persona amata che si allontana versus entusiasmo e felicità al suo ritorno. Per studiare gli abbracci neutrali, invece, su YouTube sono state analizzate oltre 500 clip di attori che abbracciavano estranei. Con un ulteriore test, poi, si è chiesto a 120 persone di abbracciare un manichino.

Queste osservazioni hanno mostrato che gli abbracci da sinistra sono quelli che si verificano con maggiore frequenza nelle varie situazioni emotive. Ha spiegato Julian Packheiser, l’autore principale dello studio: “Ciò è dovuto all’influenza dell’emisfero destro del cervello, che controlla il lato sinistro del corpo ed elabora sia le emozioni positive che negative”.

Ma esattamente quanti abbracci al giorno occorrerebbero per una salute ottimale? La risposta è: il maggior numero possibile se vogliamo raccogliere molti effetti positivi. Su ‘Heathline’, a questo proposito, viene citata la terapista familiare Virginia Satir, che una volta disse: “Abbiamo bisogno di quattro abbracci al giorno per sopravvivere. Necessitiamo di 8 abbracci al giorno per il mantenimento. Servono 12 abbracci al giorno per crescere”.

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