Italianità e sport: lo abbiamo chiesto a Lea Pericoli

Che cosa vuol dire italianità, per coloro che all’Italia hanno dato tanto, senza magari esserci nemmeno cresciuti, nel Bel Paese?

Il Corriere dell’Italianità l’ha chiesto a Lea Pericoli, campionessa italiana di tennis dal 1958 al 1974, che ha anche raggiunto tre volte gli ottavi di finale del Roland Garros ed è stata tre volte a Wimbledon.

Lea Pericoli, ‘la più elegante di tutti i tempi’, lei che ha trascorso l’infanzia in Africa e proprio ad Addis Abeba vede nascere la sua passione per il tennis, ci racconta di essere fortemente orgogliosa della propria italianità. Per la tennista italiana, l’Italianità, la lingua e cultura italiana, sono fonti di un forte orgoglio.

A ben pensarci, è davvero una risposta così evidente, soprattutto tra gli expats, coloro che scelgono di lasciare l’Italia e di vivere all’estero, così come coloro che non crescono in Italia?

Aveva nove anni, Lea Pericoli, quando impugnò seriamente la prima racchetta e dodici anni quando, al collegio “Loreto Convent” a Nairobi, lo sport in generale, e il tennis, le permise di guadagnarsi il rispetto delle compagne con le quali aveva difficoltà a relazionarsi, essendo l’unica italiana.

Tornata in Italia, per la sua eleganza sia in campo che fuori, la signora Pericoli divenne presto la “Divina”, un’icona di stile.

Le chiediamo se ci sia una vittoria sportiva che ricordi con particolare piacere, ma – risponde – non si può limitare quanto lo sport le ha regalato ad un singolo evento, ad una singola soffisfazione. Uno sport, il tennis, che è stato per Lea Pericoli maestro di vita, anche per la sua cruda natura: “il tennis è uno sport ‘crudele’ – dice la signora Pericoli – si perde da soli, si vince da soli” e … leggiamo da più parti che il gioco della Pericoli è stato definito ‘un tennis primitivo e selvaggio’.

Poi è arrivato anche il giornalismo e l’impegno per il Giornale di Indro Montanelli. Lea Pericoli è stata anche autrice di libri e corrispondende per la radio svizzera in materia sportiva. Chissà, forse anche questa attività ha fornito un’occasione per riflettere sulle bellezze della cultura italiana ed esserne, allora come oggi, orgogliosa.

Lei, orgogliosa dell’italianità; e al tempo stesso, la cultura italiana orgogliosa di annoverare Lea Pericoli tra chi la rappresenta, eccezionale immagine di raffinatezza, stile e di garbata eleganza.

 

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