La guerra come costante

di Paola Fuso

Sulla guerra e delle tante guerre che hanno caratterizzato la Storia sono stati scritti innumerevoli trattati -da Platone e da Cicerone- fino alle più moderne elaborazioni che ne fanno uno strumento per raggiungere l’equilibrio sul piano interno ed internazionale.

La guerra, che fino alla Prima guerra mondiale, era considerata una prerogativa sovrana, indiscussa ed illimitata, viene limitata con il trattato istitutivo della Società delle Nazioni fino ad essere proibita dall’art. 2 comma 4 della Carta delle Nazioni Unite che bandisce “sia la minaccia che l’uso della forza diretti contro l’integrità territoriale, l’indipendenza politica di uno Stato o comunque contrari agli scopi dell’organizzazione”. Eppure, di guerre vere ce ne sono moltissime nel mondo…

Oggi, a tenere il mondo con il fiato sospeso è l’aggressione russa all’Ucraina; tuttavia, è il caso di ricordare i tanti conflitti che ancora oggi esistono e resistono a dispetto dell’umanità e dei suoi valori.

GUERRE NEL CONTINENTE AFRICANO

In Algeria, intorno alla seconda metà degli anni ’90 sanguinose stragi commesse dagli estremisti islamici si contrapponevano a violente controffensive da parte dell’esercito governativo. Dopo 100.000 morti la guerra non è ancora conclusa, sebbene attualmente stia attraversando una fase di relativa tranquillità. Il Burundi è teatro da 10 anni degli scontri tra le due maggiori componenti etniche del Paese, i Tutsi e gli Hutu. La guerra iniziata nel 1993 ha provocato almeno 300.000 morti ed un milione di sfollati. Dopo un’interruzione nel 2004, sono ricominciate le guerre civili etniche. In Congo R.D. vi è da anni quella che è stata definita una “Guerra Mondiale Africana”, nata per il controllo dei ricchi giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale. Almeno 350mila le vittime dirette di questo conflitto, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto. La Costa d’Avorio, divenuta indipendente nel 1960, ha conosciuto un trentennio di pace sotto la guida di Félix Huophouët-Boigny. Dopo la sua morte, le condizioni in Costa d’Avorio sono precipitate: tra il 1994 e il 2002 ci furono una serie di colpi di Stato, una svalutazione della moneta, una recessione economica e, a partire dal 2002, una guerra civile. In Egitto, nella penisola del Sinai, da alcuni anni a questa parte il governo egiziano si è spesso scontrato con gruppi di fondamentalisti islamici armati. Tra l’Eritrea e l’Etiopia gli scontri sono cominciati nel 1998 quando le truppe di Asmara decidono di varcare il confine. La guerra durò 2 anni ma ad oggi i due Paesi sono ancora ben lontani dall’aver trovato un accordo. In Libia nel 2014 è scoppiata una seconda guerra civile tra due coalizioni che dura ancora oggi. Circa un mese fa a Tobruk, nell’est del Paese, ha giurato il governo di Fathi Bashagha. Ma da Tripoli l’altro premier, Abdel Hamid Dbeibah, fa di tutto per impedire la nascita del nuovo esecutivo. Dbeibah ha prima chiuso lo spazio aereo, impedendo il volo dei ministri provenienti dalla capitale. Poi ha fatto entrare in azione la milizia di Misurata, che ha fermato con le armi il corteo diretto in auto verso Tobruk. Così i ministri degli Esteri, l’ex ambasciatore in Italia Hafed Gaddur, della Cultura Salha Al Druqi e dell’Istruzione tecnica Faraj Khaleil non hanno potuto partecipare al giuramento.

In Nigeria, ove coesistono oltre 250 gruppi etnici-linguistici diversi sono proprio le diverse religioni a generare tensioni. Negli ultimi anni le violenze più grandi provengono dal gruppo terroristico Boko Haram. La Repubblica Centrafricana è dilaniata da una guerra civile cominciata nel 2002 tra i ribelli di François Bozizé, ex-capo delle forze armate e il presidente Félix Patassé, morto nel 2011. La guerra civile continua anche dopo la morte del leader. In Somalia nel 1991 è iniziata una violentissima guerra di potere tra i vari clan del Paese, guidati dai cosiddetti “signori della guerra” che ha provocato fino ad aggi quasi mezzo milione di morti. Il Sudan è il palcoscenico di un conflitto civile da un ventennio. Nel Darfur si scontrano gruppi armati locali e milizie filo-governative. Attualmente nel Darfur muoiono circa 10.000 persone al mese. Stesso scenario in Uganda, funestata da scontri
che proseguono da più di 20 anni tra l’LRA è la forza ribelle che terrorizza le province del nord dell’Uganda fin dal 1987, abitate dagli Acholi, ai confini con il Sudan.

GUERRE NEL CONTINENTE ASIATICO

In Asia i conflitti coinvolgono l’Aceh, una provincia autonoma dell’Indonesia, situata nell’estremità settentrionale dell’isola di Sumatra. Dal 1976 è teatro di una guerra tra i ribelli del Movimento Aceh Libero (GAM) e l’esercito indonesiano. Il numero dei morti oscilla tra 20.000 e 90.000. In Afghanistan dopo la fine del Mullah Omar e dei Talebani, la guerra con le forze americane è durata fino al 15 agosto dello scorso anno, quando i talebani sono rientrati in forze a Kabul.

Altri scenari sono quelli delle Filippine ove combattono l’esercito di Manila e i militanti del Fronte di Liberazione Islamico dei Moro (MILF); dello Yemen che conta due conflitti. Il primo tra i ribelli sciiti Houthi e il governo di Abed Rabbo Mansour Hadi, appoggiato dall’Occidente e il secondo tra i terroristi di al-Quaeda, che nello Yemen hanno la cellula più potente (AQAP), e il governo yemenita, sostenuto dagli Stati Uniti. Ancora in Myanmar: in seguito al Colpo di Stato messo in atto dall’esercito, le manifestazioni si sono ben presto tramutate in un esercito armato attivo per portare avanti una «guerra difensiva del popolo». Sempre in Asia la situazione è critica in Iraq (a causa dell’ISIS), in Iran (in disputa con i separatisti curdi) e in Siria

Senza dimenticare la guerra tra Israele-Palestina che dura dal 1948, quando Ben Gurion dichiarò l’indipendenza di Israele, dopo la decisione delle Nazioni Unite di dividere la Palestina in uno Stato arabo e in uno Stato ebraico.

E ancora il Kashmir dove combattono Pakistan e India; gli scontri tra Armenia e Azerbaijan; la lotta del popolo curdo, diviso Turchia, Iraq e Iran, per avere uno Stato; ed ancora la Siria, dal 2011 dilaniata da una guerra civile iniziata con l’obiettivo di ottenere le dimissioni del presidente Bashar al-Assad. A questo conflitto si è aggiunta la presenza e l’attività dello Stato Islamico.

GUERRA NEL CONTINENTE EUROPEO

Infine, nel cuore dell’Europa la guerra Ucraina. Una polveriera armata dal 2014, a causa di una rivoluzione violenta che vede contrapposti alcuni gruppi separatisti al governo e che è sfociata un mese fa nella invasione russa.  

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