Mario Rigoni Stern, nei suoi libri si intrecciano la pace della natura e il dolore della guerra

15 anni fa si spegneva un “narratore appartato”, ma incisivo

Di quella che oggi si definirebbe come coscienza ecologica, lo scrittore Mario Rigoni Stern, in Italia, fu un pioniere e un simbolo ante litteram, ben prima che la sensibilità ambientalista si affermasse come causa civile e sociale contemporanea.

Quella di Rigoni Stern è stata una voce defilata e poco rumorosa nel panorama letterario ed editoriale italiano, in sintonia con il silenzio e la quiete solitaria della montagna che tanto amava, lontano dai circoli e da qualsiasi forma di mondanità.

Le sue opere furono l’espressione di un “narratore appartato”, come fu definito l’autore, e proprio per questo singolari e autentiche, ma anche autorevoli, grazie alla passione e alla competenza con cui Rigoni Stern seppe trattare i temi di cui aveva conoscenza diretta: la montagna e la guerra.

A distanza di quindici anni dalla sua morte, avvenuta il 16 giugno 2008, risulta quanto mai importante e attuale la portata della sua scrittura, intrinsecamente legata alla bellezza, alla poesia e alla forza della natura e al rapporto dell’uomo con essa.

Rigoni Stern nacque ad Asiago, in provincia di Vicenza, il 1° novembre 1921. Nel 1936 prese la licenza di Scuola Secondaria di Avviamento e nel 1938 si arruolò volontario nella Scuola Militare d’Alpinismo di Aosta per specializzarsi come “sciatore-rocciatore”.

Anche in virtù della sua conoscenza approfondita di altopiani e montagne, partecipò alla campagna italo-francese sulle Alpi, a quella italo-greca in Albania e a quella russa per la quale, nel settembre 1942, fu insignito di una Medaglia d’Argento al Valor Militare.

In seguito all’armistizio di Cassibile annunciato in radio dal Maresciallo Pietro Badoglio, l’8 settembre 1943 – per cui l’Italia proclamava la fine dell’alleanza con la Germania nazista e l’inizio della campagna di Resistenza con gli Alleati angloamericani – Rigoni Stern fu catturato dai tedeschi e deportato in un lager a Hohenstein, nella Prussia Orientale.

Riuscì a rientrare nella Penisola, fortemente dimagrito e provato, nel maggio del 1945, all’indomani della Liberazione.

Archivista del catasto, alpino, cacciatore, raccoglitore di funghi, manovale, allevatore d’api, orticoltore, debuttò nel panorama culturale tricolore negli anni Cinquanta. Nell’estate del 1953 ricevette il premio Opera Prima a Viareggio grazie al suo libro ‘Sergente nella neve’ (titolo voluto da Italo Calvino ed Elio Vittorini per la collana ‘Gettoni’ di Einaudi). Il prestigioso riconoscimento era accompagnato da un assegno di 500.000 lire, una cifra importante per l’epoca.

La giuria – presieduta dal saggista, drammaturgo e artista Leonida Repaci – sottolineò che si trattava di “uno di quei libri forse unici che le grandi avventure umane e storiche lasciano alla letteratura”. Rigoni Stern offriva un punto di vista inedito, lucido e drammatico di chi, in prima persona, aveva vissuto tragiche esperienze come la campagna di Russia e la ritirata del 1943.

Seguirono anni di silenzio. L’autore fece poi ritorno alla narrativa con i racconti ‘Il bosco degli urogalli’ (1962) e i romanzi ‘La guerra della naia alpina’ (1967), ‘Quota Albania’ (1967), ‘Ritorno sul Don’ (1973).

Nel 1978 ‘Storia di Tönle’, significativa biografia di un solitario montanaro durante la Grande Guerra, vinse il premio Campiello.

Successivamente lo scrittore pubblicò nuovi romanzi come ‘L’anno della vittoria’ (1985) e ‘Amore di confine’ (1986), senza però abbandonare il suo interesse per il mondo naturale, che affrontò con ‘Uomini, boschi e api’ (1980), ‘Il libro degli animali’ (1990), ‘Arboreto selvatico’ (1991).

Ne ‘Le stagioni di Giacomo’ (1995), che ricevette il premio Grinzane, Rigoni Stern parlò dei luoghi d’origine suoi e dei suoi avi, quelli dell’altopiano di Asiago. Tra le sue ultime opere ricordiamo ‘Sentieri sotto la neve’ (1998), ‘Tra due guerre e altre storie’ (2001), ‘Stagioni’ e ‘I racconti di guerra’ (entrambi del 2006).

Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue straniere e sono stati pubblicati in edizioni scolastiche e in collane per ragazzi.

Lo scrittore veneto si spense il 16 giugno 2008, all’età di 86 anni, dopo una lunga malattia.

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