Omaggio 2021 – 50 anni di diritto di voto e di elezione delle donne

La Storia. 100 anni. Tanto le donne svizzere hanno dovuto attendere per vedere la conquista del Sì alle urne, un Sì non regalato per compassione, ma guadagnato al termine di un cammino irto di spine. Da quel Sì, saranno passati, nel 2021, 50 anni. Era il 1971, infatti, quando le donne in tutta Svizzera (ad eccezione dell’Appenzello Esterno) ottennero il diritto di voto e di elezione.

Già a partire dal XIX secolo, però, risalgono i primi (fallimentari) tentativi delle attiviste svizzere che chiedevano miglioramenti concreti nella vita di tutti i giorni, dalla protezione delle madri e dei bambini, al diritto all’indipendenza economica, all’eliminazione di ostacoli ed esclusioni all’esercizio della professione. A partire dal 1900 le svizzere capirono che era necessario serrare i ranghi e agire non più localmente ma su scala nazionale, organizzandosi in associazioni mantello. Senza successo, però. 

Che la strada per i diritti politici fosse in salita era chiaro alle donne: la loro consapevolezza della lentezza snervante della politica maschile è manifesta dal simbolo scelto dal mondo femminile presente, nel 1928, alla Schweizerische Ausstellung für Frauenarbeit, l’esposizione svizzera del lavoro femminile (SAFFA): una lumaca.

Per decenni le attiviste svizzere promossero petizioni e iniziative a favore di un diritto di voto e di elezione nazionale, cantonale, locale o parziale: nemmeno dopo essersi messe al servizio della patria nei periodi di crisi e di guerra; nonostante i crescenti compiti di cura e sociali che avevano iniziato a ricoprire (già nel 1900 alcune donne a Zurigo avevano istituito autonomamente una scuola per infermiere e un ospedale); benché presenti sul fronte interno e anche nelle aziende, ricoprendo i lavori precedentemente svolti dagli uomini, videro le donne riconosciuto il diritto di partecipazione politica!

La fine della Seconda guerra mondiale, con il ritorno degli uomini ai “propri” posti di lavoro, accrebbe il malessere delle donne che, chiamate a partecipare obbligatoriamente al servizio civile, posero il loro rifiuto a meno che non fossero riconosciuti loro i diritti politici. Il risultato di questo rifiuto fu l’indizione di una votazione nazionale nel 1959. 

Era un passo importante, per quanto fallimentare, verso il voto: solo nei cantoni di Vaud, Neuchâtel e Ginevra furono registrati dei successi. Ci vollero però ancora più di cinque anni prima che, nel 1966 e nel 1968 rispettivamente, anche nei cantoni di Basilea-Campagna e Basilea Città fu votato il diritto di voto delle donne. Poi, nel 1969 il Sì vinse nel Canton Ticino. 

A livello federale, però, alle donne la partecipazione politica rimaneva preclusa e la svolta arrivò, in parte, da eventi esterni. Alla fine degli anni ’60 il Consiglio federale e il Parlamento auspicavano la firma della convenzione europea sui diritti dell’uomo, per evitare che Svizzera fosse considerata nella geopolitica internazionale come una nazione vicina ai regimi dispotici: tale convenzione richiedeva la parità dei diritti nazionali per le donne e per gli uomini – che in Svizzera non erano rispettati, almeno sul piano politico. Così il 1° marzo del 1969, davanti al Kursaal Bern, 600 delegate rappresentanti mezzo milione di donne, protestarono: «No alla convenzione sui diritti dell’uomo senza diritti della donna». Alla votazione federale del 7 febbraio 1971, le donne vinsero il Sì alle urne.

L’Omaggio. Dal 7 al 16 febbraio 2021 a Berna, in onore di tutti coloro che hanno lottato per il traguardo del voto femminile, sarà allestito il progetto artistico-culturale Hommage, Omaggio, Omagi 2021, promosso dall’omonima associazione, presieduta dalla Consigliera agli Stati, Marina Carobbio Guscetti. Le facciate del Palazzo federale, della Banca nazionale e della Banca del Canton Berna saranno “riempite” di proiezioni che mostrano gli inizi del movimento femminista, gli intensi contatti internazionali, i risultati e le strategie sempre nuove delle donne sulla via dei loro diritti politici nel corso di cento anni. La proiezione inoltre sarà accompagnata da un’esposizione, nella città di Berna, di ritratti di donne importanti di ogni cantone (due per cantone).

Liliana Heimberg, responsabile artistica del progetto Hommage, Omaggio, Omagi 2021

La responsabile artistica del progetto è Liliana Heimberg: “Ci sono voluti circa tre anni, per dar forma all’allestimento. Ricordo che ero impegnata in una rappresentazione teatrale in occasione dei 100 anni dallo sciopero generale di Olten, nel 1918. Mi trovavo a Soletta e tra i gruppi di teatro presenti c’era il Teatro Sociale di Bellinzona. Con i responsabili, tra tanti altri anche Flavio Stroppini, è stato subita un’intesa: insieme abbiamo pensato che sarebbe stato importante collaborare insieme in occasione del 50esimo dal voto femminile in Svizzera con l’obiettivo di includere i giovani, rendendoli consapevoli di una parte della nostra storia della quale i libri di storia non parlano.”

Non solo: “era mia intenzione, fin da subito” – precisa Liliana Heimberg – “veicolare un’immagine delle donne in Svizzera che smettesse di rappresentarle come vittime. Nella mia carriera di attrice, prima ancora che di produttrice teatrale, troppo spesso mi è stato chiesto di interpretare ruoli di donne ‘deboli’, vittime e in balia degli eventi”. Eppure le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nell’ottenimento del diritto di voto: non è stato loro regalato. “Non credo si sottolinei ancora abbastanza il lavoro svolto da donne nella diffusione del messaggio per suffragio universale. Pensiamo alle donne che lavoravano nella ristorazione oppure alle nutrici: nei loro incontri con la gente, anche – se non soprattutto – negli spazi non urbani, nelle campagne e nelle zone rurali della Svizzera, esse si sono fatte voce dei diritti di voto per tutti. Hanno promosso e, così garantito, la partecipazione politica per uomini e donne” sottolinea Heimberg. E infatti anche i ritratti di queste donne, accanto ai volti di personalità femminili più famose, saranno esposti sulle facciate di case nella vecchia città di Berna, portando loro omaggio da tutti i Cantoni. Gli oltre 180 ritratti di donne che saranno esposti sul sito web di “Omaggio 2021”, infatti, sono il risultato del lavoro e della cooperazione con delle esperte che hanno scelto e fatto un ritratto di 5 a 8 donne del loro cantone. A scegliere però le due rappresentanti per l’esposizione sono delle classi di scuole di tutti i Cantoni svizzeri. Un bellissimo esempio di partecipazione coesa nazionale.

Omaggio 2021 presenta il progetto 50 anni di diritto di vote e di elezione alle donne sulla Piazza federale (da sinistra a destra: La storica Franziska Rogger, la consigliera nazionale Léonore Porchet, la direttrice di progetto Liliana Heimberg, la consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti e il presidente Homage 2021, la consigliera comunale di Berna Laura Binz con i ritratti di Françoise Vannay-Brassoud (VS) © Philippe Schmid, Médiathèque Valais – Martigny, Marthe Gosteli (BE) STAB N Gosteli 93, Elsa Franconi-Poretti (TI) Archivi Riuniti delle Donne Ticino, Marie von Deschwanden (NW) Staatsarchiv Nidwalden).
Foto Yoshiko Kusano

 

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami