Potentiality

Intervista all’artista senegalese Alun Be che, con la sua arte, vuole cambiare le percezioni delle persone sull’Africa

di InfoDoc, Alliance Sud

In foto Alun Be, credit: Par Artkitek

L’Africa non si sforza più di essere moderna, è già successo. È la modernità che si sforza di essere africana. (Alun Be, www.alunbe.com, 07.01.2021)

Penso che uno dei motivi principali della nostra esistenza sia l’evoluzione. Non ho paura del cambiamento perché è l’unica cosa permanente.
(Alun Be, lepetitjournal.com, 24.02.2021)

Alun Be fa parte di una nuova generazione di fotografi autodidatti dell’Africa occidentale, animati dal forte desiderio di mostrare al mondo una nuova finestra sulla creatività del continente africano. Il suo lavoro utilizza le sfumature delle diverse culture per influenzare le percezioni che lo spettatore ha di sé stesso. Usa il contrasto come denominatore comune degli stili di vita e come strumento per mettere in discussione e sfidare gli stereotipi e le regole che reggono i nostri comportamenti sociali. La sua arte esprime l’inatteso, rivela il punto di vista dal quale non vediamo il mondo.

Alun Be è un artista che si sforza di mostrare la modernità africana. Le sue serie di fotografie hanno a che fare soprattutto con le relazioni intergenerazionali, l’empowerment delle donne e la tecnologia. Nato Alioune Ba nel 1981 a Dakar in Senegal, Alun Be attribuisce lo sviluppo della sua opera in gran parte alla sua educazione francese, americana e dell’Africa occidentale. I suoi genitori non consideravano l’arte come una carriera stabile e quindi l’hanno spinto ad ottenere un master in architettura. Dopo due anni di attività quale architetto in Senegal si è trasferito in Danimarca, dove ha scoperto la fotografia. Da allora Be ha esposto, tra l’altro. all’Esposizione universale del 2015 a Milano, alla Biennale di Dakar (2018), al Museum of Contemporary Photography of Chicago (2018) e ha tenuto delle conferenze a TEDxNapoli e TEDxWanChai Salon.

La foto “Potentiality” della serie “Edification” del fotografo Alun Be (1981, Dakar, Senegal) sarà esposta a Infodoc Berna durante tutto il 2021 nell’ambito del programma annuale: “Futur perfeckt – Visionen einer nachhaltigen Zukunft”. www.alliancesud.ch/de/infodoc/veranstaltungen

Tutte le fotografie della serie “Edification” sono visibili online sul sito www.alunbe.com

Joëlle Valterio (JV):

Amo molto la foto POTENTIALITY perché mi fa aprire gli occhi – verso l’esterno ma anche all’interno – e mi sorprende. Mi chiedo cosa questa bambina, ergendosi in quella postura così magnificamente fiera, stia vedendo nel cielo, e immagino che veda una versione di sé stessa nel suo pieno potenziale. Su cosa ci vuole fare riflettere la sua arte? E come può l’arte essere maggiormente usata come strumento di espressione e di sviluppo?

Alun Be (AB):

La bambina si vede e, ancora di più, si sente sé stessa in quel preciso momento, vale a dire che prende coscienza di chi è, nella sua natura profonda. Una storia vera: qualche mese dopo la sessione fotografica ho incontrato la bambina e sua mamma per le strade di Dakar. Non appena la bambina mi ha visto è corsa verso di me e mi ha dato un abbraccio enorme, mai visto. E poi la mamma mi ha detto che il giorno della foto la bambina sentiva che niente al mondo era fuori dalla sua portata. Penso che l’arte possa risvegliare verità universali e degli strumenti insiti nella nostra umanità; in noi stessi.

JV:

La bambina ha una postura da supereroina. Le mani sui fianchi, l’abito di un colore brillante e il mantello al vento, è pronta ad affrontare tutto quello che le si para davanti. D’altro canto, vedo in lei pure una sorta di vulnerabilità dovuta al fatto che è una bambina, che calza delle ciabatte e che non è cosciente dell’ambiente circostante. Qual è la sua visione dell’Africa nel suo pieno potenziale? Le donne svolgono un ruolo particolare?  E, secondo lei, qual è la più grande fragilità dell’Africa?

AB:

Non so quale sia la più grande fragilità dell’Africa, ma credo fermamente che la sua più grande forza risieda nella sua fragilità. L’Africa raggiugerà il suo pieno potenziale quando avrà ritrovato la sua vera natura, vale a dire quando gli Africani smetteranno di cercare di essere degli occidentali o, in questo periodo, dei Cinesi. Le donne sono la pietra angolare di un viaggio armonioso verso giorni migliori, non solo in Africa ma nel mondo intero.

JV:

Gli occhiali della realtà virtuale sono un elemento chiave della foto che ci interroga sulla nostra visione dell’Africa come esclusa dalla trasformazione digitale. Qual è l’impatto della trasformazione digitale sulla società africana in generale e sulla sua scena artistica in particolare?

AB:

La trasformazione digitale ha avuto un impatto fondamentale su tutti i riti di passaggio in Africa. Esiste un nuovo tipo di Africani, che non hanno ancora deciso chi vogliono essere; oggi si trovano a questo punto. Dispongono di questa moltitudine di informazioni e alcuni le utilizzano per migliorare le condizioni di vita in generale. Ma gli Africani trarranno lezioni dal passato, mentre si avviano verso questo avvenire a un ritmo molto veloce? Sapranno preservare il loro patrimonio ricco di africanità oppure diventeranno un’altra società individualista? Sono tempi cruciali, sapendo che il destino dell’Africa avrà un impatto profondo sulla sorte del mondo intero.

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