Sono il fratello di un ergastolano condannato per due omicidi e mi indigno per i permessi premio a Parolisi

L’ex militare Salvatore Parolisi, che sconta la pena di 20 anni di carcere per l’uccisione della moglie Melania Rea, è stato intervistato per Chi l’ha visto? durante un permesso premio. Pubblichiamo la lettera ricevuta da un nostro affezionato lettore, che ci racconta la sua esperienza

Foto: Melania Rea, screenshot tratto da Chi l’ha visto?

Caro Direttore,
ho provato tanta rabbia guardando la puntata di Chi l’ha visto? di mercoledì 5 luglio 2023.

screenshot tratto da Chi l’ha visto? – L’intervista a Salvatore Parolisi, che si dichiara innocente

La conduttrice (Federica Sciarelli, ndr) chiedeva all’avvocato di Salvatore Parolisi: “com’è possibile, dopo 12 anni che ha ammazzato la moglie con 35 coltellate, ottenere un permesso premio”. L’avvocato ha risposto che capisce il sentore popolare, ma che “è una cosa normale per noi tecnici”, lo prevede l’ordinamento giudiziario.

Sono necessari due requisiti, non è facile ottenere il permesso. C’è il requisito soggettivo, cioè il percorso che il detenuto fa all’interno della struttura carceraria, cosa che viene valutata da un gruppo di persone tra psicologi, psichiatri, criminologi ecc. Viene dunque presentata una relazione al direttore del carcere, e, dopo un’attenta valutazione, viene spedita al magistrato di sorveglianza che decide.

Questo per dire che ottenere un permesso non è automatico: il detenuto deve aver scontato almeno dieci anni di reclusione, avere tenuto in carcere una condotta regolare e non deve essere ritenuto socialmente pericoloso.
Se l’esito della richiesta è positivo, il detenuto avrà a disposizione 45 giorni di permesso premio ogni anno. Senza la necessità di una nuova valutazione a ogni richiesta. È un soggetto ormai appurato recuperato e può essere reinserito nella società.


Sono fratello di un ergastolano per due omicidi, lungi da me negare il permesso premio ai detenuti. Ma voglio raccontarvi quanto segue (anche se non mi farà onore questo che sto per dire): nel 1978 mio fratello stava scontando una pena di quattro mesi per guida senza patente nel carcere mandamentale di Maglie, in provincia di Lecce. L’agente di custodia (si dice così, giusto?) la notte apriva la gabbia e lasciava liberi di uscire quattro “uccellini” – tra cui mio fratello- a rubare a destra e a manca. L’agente invece di vigilare sui carcerati, vigilava sulla refurtiva depositata dai ladri nella sua cantina.

Una di quelle notti di “libero” permesso, grazie al quale i carcerati potevano disporre a piacimento del tempo loro concesso, questi andarono a casa di un’ostetrica dopo che un amico-complice del paese aveva chiamato la povera donna per chiedere dei medicamenti per la moglie incinta. Lei gli rispose di passare da casa sua, ma, quando aprì la porta, invece del marito della signora in gravidanza, si trovò davanti quattro incappucciati.

Mio fratello, quando si accorse di essere stato riconosciuto dalla povera donna, con un corpo contundente (trovato sul luogo?) la massacrò di botte fino ad ucciderla. Accorse il marito in aiuto e venne anche lui massacrato di botte, per fortuna senza “gravi” conseguenze perché si finse morto.

Mio fratello fu condannato a trent’anni di carcere. Dopo circa quindici anni usufruì del primo permesso premio senza mai osservare i regolamenti, fregandosene di tutti e di tutto, Forze dell’ordine comprese.
Nel caso specifico di mio fratello, in realtà, quanto accaduto ha molto a che fare con la questione del permesso premio: nel 2000 stava scontando la pena nel carcere di Ferrara quando, in permesso premio, senza apparente motivo, ha ammazzato un’altra donna a Reggio Emilia.

Andando dal particolare al generale, mi chiedo: com’è possibile dare un permesso premio a un malvivente che ha rovinato la vita ai famigliari delle vittime e a noi che siamo i suoi famigliari? Che nei giorni di permesso premio tanti e svariati “campi” ha coltivato meno che interessi affettivi, culturali, di reinserimento, di lavoro e senza mai provare alcun rimorso?

Franco Avantaggiato (CH-Zurigo)

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