8 MARZO, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

di Clara Cappelletti

NINA, lo avrete visto dai nostri articoli precedenti per il Corriere dell’Italianità, è sempre in vena di ottimismo e propositività. Ma per questo 8 marzo non abbiamo granché voglia di tirare fuori dai cassetti palloncini e festoni.
E ora vi diciamo perché. Secondo Wikipedia e tante altre fonti online, l’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una ricorrenza per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Fino a qui, ci sembra bellissimo. Lodevole. Esemplare. Poi però ci imbattiamo nei banali e quotidiani fatti di cronaca e attualità. E a noi la voglia di “festeggiare” sparisce.      
Nel 2020 in Italia 444mila persone hanno perso il lavoro. E questo lo sappiamo, lo vediamo, lo sentiamo sulle nostre stesse vite.           
Di cui 312mila donne. E questo lo percepivamo, lo sentivamo, ma non volevamo dirlo. Nemmeno a noi stessi.
Solo a dicembre in 101mila hanno perso il lavoro. E questo ci spaventa, ci inquieta e ci fa paura.
99 mila sono donne. E questo ci fa ancora più paura.

Vogliamo proseguire? Non molto, ma proseguiamo. Dall’inizio dell’anno ad oggi in Italia sono stati compiuti 11 omicidi nei confronti di donne. Dall’inizio dell’anno ad oggi che scriviamo significa 8 settimane. Vuol dire più di uno a settimana. Una delle donne uccise, come spesso succede per mano di un compagno geloso e insospettabilmente violento, si era già pagata il funerale. Sapeva che sarebbe successo, solo le sfuggiva quando.
L’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, una ricorrenza per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Ci piacerebbe festeggiare, ma considerando che la festa è stata istituita un centinaio di anni fa, ci sembra di aver fatto, in un secolo, ancora troppo pochi passi avanti per festeggiare.
E allora continuiamo a camminare, a lottare, a lavorare per onorare questa ricorrenza, sperando arrivi presto un 8 marzo in cui possiamo dire e dirvi davvero: buon 8 marzo!

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