Sanremo 2021. Rivoluzione Maneskin

di Silvia Tironi
foto di Francis Delacroix

I Maneskin vincono Sanremo. Lo fanno con una canzone rock, cosa mai accaduta in 71 anni di Festival. Lo fanno addirittura sbaragliando la concorrenza di Francesca Michielin e Fedez (+ Chiara Ferragni e le sue decine di milioni di follower), arrivati secondi, e Ermal Meta, che si è dovuto accontentare del terzo gradino del podio. Vincono Sanremo perché sono la novità, l’emblema di quello che avevano in mente Amadeus, conduttore e direttore artistico, e Fiorello, vera anima e luce di questo Festival.
La band italiana più irriverente e provocatoria della scena musicale ha portato la sua rivoluzione rock sul palco del Teatro Ariston e attraverso il brano “Zitti e buoni” si sono davvero messi a nudo, mostrando la loro identità e la loro anima, senza compromessi. «È la perfetta rappresentazione del nostro sound attuale. È anche anticonvenzionale, ma questo è secondario», raccontano all’unisono a poche ore dalla loro proclamazione. Il messaggio che questi ragazzi così coraggiosamente hanno voluto portare sul palco è molto forte: la redenzione e la voglia di spaccare il mondo con la musica. «Un messaggio» che nemmeno loro credevano «sarebbe stato compreso così velocemente».

Volevano portare la loro rivoluzione a Sanremo? Ce l’hanno fatta: «Il nostro brano è sicuramente qualcosa di diverso da quello che si sente normalmente al Festival, ma c’è curiosità ed entusiasmo attorno a quello che facciamo», ammettono. E, allora, perché non cavalcare l’onda?
Loro su quell’onda ci sono saliti, ora non resta che restare sulla sua cresta il più a lungo possibile. Intanto sono tanti gli impegni che terranno i riflettori accesi sui Maneskin: il 19 marzo esce “Teatro d’ira – Vol. I”, che è il racconto di quello che Damiano, Victoria, Thomas e Ethan hanno vissuto dal loro primo album “Il ballo della vita”, il 14 (a Roma) e il 18 dicembre (a Milano) debuttano nei palazzetti dove presenteranno live il loro album. In mezzo c’è l’Eurovision, dove rappresenteranno l’Italia. «Siamo pronti» dicono all’unisono.
Intanto invitano i giovani come loro a «non arrendersi mai. È necessario crederci, crederci oltre gli ostacoli e mettere tutti se stessi in quel che si fa, cercare una propria identità. Quattro anni fa suonavamo nei locali, oggi vinciamo Sanremo e con un brano con queste sonorità». Ed è solo l’inizio.

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