Il filo rosso che unisce diabete e parodontite

Di Christian Repetti

Con oltre 5 milioni di decessi all’anno il diabete mellito è l’ottava causa di morte nella popolazione. Diabete di tipo 2 e obesità hanno raggiunto negli ultimi decenni dimensioni pandemiche negli Stati Uniti, con una prevalenza che tocca il 38%. A fronte di 42 milioni di pazienti a livello mondiale, in Svizzera si contano circa 500.000 diabetici, 40.000 dei quali affetti da diabete di tipo 1. Secondo le previsioni della Federazione internazionale del Diabete (www.idf.org), entro il 2045 ne soffriranno circa 629 milioni di persone, con l’insorgenza del diabete di tipo 2 mediamente dopo 7 anni. La metà delle persone diabetiche, inoltre, non sa ancora di essere affetta da questa malattia (dati Diabetes Schweitz). Chi ne è affetto è esposto anche a patologie cardiovascolari e neoplasie, ma non solo. I diabetici hanno un rischio molto maggiore di soffrire di infiammazione cronica delle gengive, condizione detta parodontite e che, se non trattata adeguatamente, può portare alla perdita precoce dei denti. Se il ruolo del diabetologo è divenuto fondamentale nella prevenzione oltre che nella cura della malattia, lo è altrettanto quello dell’odontoiatra. La parodontite è la malattia infiammatoria non trasmissibile più diffusa nell’uomo con una prevalenza del 50% per le forme di stadio I e II e del 10% per le forme più gravi di stadio III e IV.

In Italia patologie come quelle relative alle infezioni gengivali e diabete riguardano complessivamente oltre 12 milioni di italiani. Nel Belpaese gli 8 milioni di pazienti con parodontite hanno il 20% di probabilità in più di sviluppare il diabete. I circa 4 milioni di diabetici hanno proprio la parodontite come sesta complicanza più frequente. Per mettere in guardia questi pazienti, prossimamente in Italia sarà distribuito negli ambulatori dei medici diabetologi un decalogo ad hoc. Lo ha stabilito un recente accordo, che prevede anche un doppio screening delle due patologie, presentato congiuntamente da Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), Società Italiana di Diabetologia (Sid) e Associazione Medici Diabetologi (Amd).

«Il diabete può associarsi a un aumento della gengivite cronica e parodontite, con un rischio per la persona con diabete fino a 2-3 volte maggiore rispetto ad una persona che non ne è affetto», ha commentato Paolo Di Bartolo, presidente Amd. La parola d’ordine è prevenzione: semplici regole che possono migliorare i fattori di rischio orali, a tutto vantaggio anche della salute del metabolismo. Ha aggiunto Di Bartolo: «Tramite interventi di screening sarà possibile orientare ad una diagnosi precoce quei soggetti che ignorano la propria condizione, con l’obiettivo di intervenire subito e ridurre le complicanze. Questa collaborazione conferma l’importanza di un’assistenza integrata, a tutela della salute complessiva delle persone». Nicola Marco Sforza, presidente eletto SIdP, ha specificato quali sono i principali fattori di rischio per le malattie del cavo orale, contemporaneamente alla base delle principali malattie croniche non trasmissibili, fra cui, appunto, il diabete: il biofilm del cavo orale (aggregato di germi della placca batterica), l’alimentazione, il tabacco e l’alcool. 

Ha aggiunto Sforza: «Per questo gli odontoiatri, promuovendo interventi di lotta ai fattori di rischio per le malattie della bocca, attuano un approccio detto di “contrasto al rischio comune”. In pratica, i benefici ottenuti si spalmano non solo sulla tutela della salute del cavo orale, ma anche su altre condizioni che hanno gli stessi fattori di rischio». Grazie al protocollo definito, ha sottolineato Luca Landi, presidente SIdP, con poche, semplici domande il dentista potrà identificare i pazienti con infiammazione gengivale per i quali è opportuno effettuate il test della glicemia, mentre il diabetologo durante la visita periodica dovrà fare attenzione a sintomi come sanguinamento, gonfiore o dolore gengivale e ipersensibilità o mobilità dentale, invitando i pazienti a controlli odontoiatrici annuali anche in assenza di sintomi. L’odontoiatra potrà comprendere quali pazienti dovrebbero essere sottoposti alla valutazione del glucosio nel sangue semplicemente rivolgendo loro poche domande.

È opportuno che si sottopongano al test per la glicemia tutti gli over 45 con parodontite che da oltre 3 anni non controllano i livelli di zuccheri nel sangue e tutti i pazienti con indice di massa corporea superiore a 25, quindi in sovrappeso od obesi, che abbiano almeno uno fra fattori di rischio come ad esempio la familiarità per diabete di tipo 2, l’ipertensione o una terapia antipertensiva in corso, il colesterolo HDL basso e/o i trigliceridi alti, la sedentarietà. Per quanto riguarda le donne, fattori di rischio sono il parto di un neonato di oltre 4 chili o la sindrome dell’ovaio policistico. Altrettanto importante sarà fare attenzione, durante la visita, a sintomi riferiti dal paziente e indicativi di diabete come polidipsia e poliuria, infezioni genito-urinarie ricorrenti, calo di peso e astenia. Dal canto suo, il diabetologo è tenuto a informare i suoi pazienti del maggior rischio di malattia parodontale e del filo rosso che lega le due malattie.

Potrà inoltre contribuire allo screening della malattia parodontale chiedendo al paziente durante la visita di controllo se abbia sanguinamento, gonfiore o fastidio gengivale, ipersensibilità o mobilità dei denti, alitosi. Oltre a suggerire ai pazienti di rivolgersi all’odontoiatra in caso di bocca secca, bruciore o comparsa di chiazze biancastre indicative di micosi, lo specialista dovrebbe motivarli anche a sottoporsi a controlli annuali anche in assenza di dolore o altri sintomi, data la prevalenza di parodontite nei diabetici. Il documento, inoltre, raccomanda ai medici di ispezionare il cavo orale, con particolare attenzione alle gengive, in occasione della prima visita e dei controlli successivi.

dal dentista

IL DECALOGO PER I PAZIENTI

1. Diabete e parodontite sono malattie infiammatorie croniche e sono spesso correlate.

2. La parodontite può rimanere a lungo asintomatica: il sanguinamento gengivale è il primo segno di malattia.

3. La percentuale di casi di parodontite e di diabete non diagnosticati è molto elevata.

4. Chi soffre di diabete ha un rischio tre volte superiore di ammalarsi di parodontite.

5. Chi soffre di parodontite ha una tendenza a sviluppare diabete.

6. Il dentista deve eseguire un’accurata diagnosi (mediante una manovra specifica, il sondaggio parodontale) per individuare eventuali segni di parodontite.

7. In presenza di parodontite, bisogna intervenire con adeguata terapia e suggerire al paziente un programma di regolari visite di controllo con il dentista e mantenimento con l’Igienista dentale.

8. Il dentista, attraverso la visita di denti e gengive e il colloquio con il paziente, può rilevare segni e sintomi di sospetto diabete.

9. Nei casi di sospetto diabete, il dentista può consigliare alcuni esami del sangue e una visita diabetologica.

10. Trenta minuti di attività fisica frequente e moderata, una dieta sana e un’attenta igiene orale aiutano la salute e la prevenzione di parodontite e diabete.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami