Aumenta il divario salariale tra il Ticino e il resto della Svizzera

Si registra un calo degli stipendi mensili lordi dei residenti del Cantone anche senza considerare i frontalieri

Cresce il divario salariale tra il Ticino e il resto della Svizzera per quanto riguarda i residenti, anche senza considerare i frontalieri. Lo evidenzia un recente studio dell’Ufficio cantonale di statistica intitolato ‘I salari nel 2022: Ticino e resto della Svizzera a confronto’, firmato da Maurizio Bigotta.

Nel 2022 la media cantonale degli stipendi del settore privato era pari a 5.301 franchi, in aumento del 4,1% rispetto a dieci anni prima e del 15,7% rispetto a venti anni prima.

Nello stesso periodo il livello del resto del Paese è aumentato in maniera più marcata (+6,5% dal 2012 e +21,1% dal 2002) raggiungendo il valore di 6.570 franchi, sempre nel 2022.

Considerati entrambi questi cambiamenti, il divario mensile lordo tra il Ticino da una parte e gli altri Cantoni dall’altra è andato via via ampliandosi, raggiungendo il suo massimo – il 23,9% – nell’ultima rilevazione oggetto dell’analisi sopra riportata, che conferma i risultati del 2020.

“Il divario con il resto della Svizzera è particolarmente marcato nella parte alta dei salari”, si legge nel report. “Se vent’anni fa i divari per il settantacinquesimo e per il novantesimo percentile erano rispettivamente del 23,7% e del 24,7%, ora sono del 29,8% e 30,9%”.

Scorporando i frontalieri da questo calcolo, i livelli salariali dei residenti ticinesi sono comunque inferiori di circa il 14%: aumenta quindi la forbice rispetto al resto della Svizzera.

Per quanto riguarda il settore pubblico, anche in quel caso il divario si è comunque ampliato, ma in misura più contenuta: è passato dal 7,3% del 2006 al 12,2% nel 2022, anno in cui lo stipendio medio del comparto ticinese (che comprende anche le imprese comunali e federali con sede sul suolo cantonale) era pari a 7.248 franchi, quasi 900 franchi in meno rispetto al livello del resto del Paese.

“L’accesso all’ampio bacino d’occupazione italiano ha permesso alle aziende ticinesi, a differenza di quelle del resto del paese, di beneficiare di un’abbondanza di manodopera a basso costo. Ciò che ha progressivamente delineato il tessuto economico e produttivo cantonale che determina, ancora oggi, la domanda di lavoro”, scrive l’autore nello studio.

E conclude: “L’analisi dei residenti in Ticino evidenzia come il divario salariale risulti più contenuto rispetto a quello complessivo anche se a parità di struttura la differenza è comunque evidente. Questo implica come l’importante e storica presenza di frontalieri nel mercato del lavoro cantonale contribuisca a mitigare il divario complessivo tra i salari percepiti dai residenti ticinesi e quelli del resto del Paese, questo perché i lavoratori frontalieri occupano più soventemente le posizioni peggio retribuite”.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami