Dalla Val d’Aosta alla Basilicata: ecco i nuovi sei borghi più belli d’Italia

C’è un patrimonio ancora poco conosciuto, ma di valore inestimabile, nel Belpaese. Che va valorizzato. Intanto sono stati aggiunti nuove voci alla lista delle location da scoprire

Foto: Maratea

Con sei nuove località aggiunte di recente, salgono a 354 i Borghi più belli d’Italia, associazione nata nel marzo del 2001 per iniziativa della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI).

L’obiettivo dell’ente, che con queste new entry rafforza la sua presenza sul territorio dello Stivale, è valorizzare il patrimonio naturale, storico, culturale e artistico della Penisola mediterranea, a volte ancora poco conosciuto.

Ecco quali sono le sei location, valutate in base a oltre 70 parametri, scelte tra i piccoli centri tricolori con meno di 15 mila abitanti nell’intero territorio comunale e meno di 2 mila nel borgo.

Caldes, in provincia di Trento, nella bassa Val di Sole, è un comune agricolo, circondato da meleti e frutteti. Le sue antiche mura si affacciano sul torrente Noce. Eretto nel 1230, il castello – recentemente restaurato – fu rimodellato più volte ed è al centro di numerose leggende locali. Nei dintorni c’è la piccola cappella dedicata alla Vergine Maria, che racchiude al suo interno alcuni affreschi di Elia Naurizio. La frazione di Samoclevo è famosa per la sua rocca posta alle pendici del Monte Vesa, a quasi 1.000 metri di altitudine.

Fontainemore (Aosta), a 760 m nella media Valle del torrente Lys, è una località rurale ricca di valore paesaggistico, naturalistico e architettonico. Va visitata in particolare la Riserva Naturale del Mont Mars, la più vasta della regione, ai piedi del monte omonimo e costellata da laghi, torrenti, torbiere e gole profonde come l’orrido del ponte di Guillemore. In località Pra dou Sas c’è l’Ecomuseo della media montagna, un villaggio i cui edifici hanno mantenuto tutte le caratteristiche del passato, in cui sono conservati anche alcuni attrezzi da muratore, mestiere per il quale gli uomini di Fontainemore erano conosciuti anche all’estero.

Barolo (Cuneo)

Barolo (Cuneo), in Piemonte, è il “paese del vino” per antonomasia, nel cuore delle Langhe (sito Unesco insieme a Roero e Monferrato). A rendere particolare questo borgo è anche la posizione insolita, essendo situato su altopiano che domina la valle sottostante. Attira l’attenzione il maestoso castello dei marchesi Falletti, in cui trascorse molto tempo anche il patriota e intellettuale Silvio Pellico, che ne curava la biblioteca. Oggi il maniero è diventato il Museo del Vino e dei Cavatappi.

Clusone (Bergamo) è da sempre uno dei più importanti centri culturali dell’alta Val Seriana, in Lombardia. I primi insediamenti risalgono all’età del ferro. Suoi fiori all’occhiello sono la Piazza dell’Orologio, con il suo Palazzo Comunale di origine medievale e l’Orologio Planetario di Fanzago, gioiello di tecnica e matematica che indica i movimenti degli astri, della terra, del sole e della luna. Qui hanno soggiornato personaggi illustri, come Giuseppe Verdi, che spesso frequentava il moderno salotto della Contessa Clara Maffei, dove si racconta abbia musicato la sua opera intitolata ‘Attila’.

Nemi (Roma) è definito “il paese delle fragole e dei fiori”. Secondo una leggenda, le deliziose fragoline di bosco del posto – a cui è dedicata una storica sagra che si tiene a giugno dal 1922 – nacquero dalle lacrime versate da Venere per la morte di Adone, poi trasformate in cuori rossi e dai poteri magici, in grado di allontanare i serpenti dai boschi di lecci e castagni dei dintorni. Il centro di questo borgo, noto anche per i suoi balconi fioriti e le sue tradizioni folkloristiche, sorge sulla sommità del cratere di un antico vulcano ormai spento, in cui è incassato un piccolo specchio d’acqua, il Lago di Nemi. Sul fondale erano adagiate da millenni due navi romane affondate, fatte costruire dall’imperatore Caligola, recuperate nel 1929 in un’impresa di portata mondiale.

Maratea (Potenza), in Basilicata, oltre ad essere considerata meta di turismo balneare (nota come la Perla del Tirreno), è conosciuta anche come la “Città delle 44 Chiese”, con particolari itinerari alla scoperta dell’arte sacra. In particolare molti affreschi medievali e rinascimentali, realizzati tra il 1300 e il 1500, fanno da cornice a tutti i luoghi di culto. Simbolo del paese dal 1965 è la Statua del Redentore, sulla vetta del Monte San Biagio, a picco sul mare dalle acque cristalline.

Come ha spiegato il presidente Fiorello Primi, alla guida di ANCI, l’associazione dei Borghi più belli d’Italia rappresenta oggi «un sistema e una rete che, anche a seguito degli effetti della pandemia, ha assunto una primaria importanza per uno sviluppo del nostro Paese più sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale».

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