Giacomo Balla e Piero Dorazio in mostra a Lugano. Un incontro di luce e di vita

Piero Dorazio, Backed in silence (1960-1961)
Olio su tela, Collezione privata © 2023, ProLitteris, Zurich

I due grandi maestri dell’arte italiana del Novecento sono i protagonisti di un’esposizione che “illumina” le loro affinità elettive. Dal 22 settembre

di Rosa Duccilli

In foto: Giacomo Balla Compenetrazione iridescente n°1 (1912)
Matita, olio e pastello a cera su carta; Luigi Carlon, Verona
© 2023, ProLitteris, Zurich

La luce è sinonimo di vita: non a caso si dice che, quando si nasce, “si viene alla luce”.
La luce è una protagonista dell’arte: con i suoi riflessi attribuisce qualità alle superfici, con le ombre rende possibile la percezione tridimensionale.

La luce è al centro di una mostra che vede protagonista l’affinità elettiva tra due grandi artisti italiani del Novecento, Giacomo Balla (1871-1958) e il più giovane Piero Dorazio (1927-2005).

L’esposizione si intitola Balla ’12 Dorazio ’60. Dove la Luce, ispirandosi a una nota poesia di Giuseppe Ungaretti, che fu amico di Dorazio e grande ammiratore di Balla.

È un racconto visivo, nato da un’idea di Danna Battaglia Olgiati, che raccoglie 47 capolavori creati attorno a due date: il 1912, anno in cui nascono le Compenetrazioni iridescenti di Balla ed il 1960, quando Dorazio crea le sue Trame.

Come spiega la curatrice Gabriella Belli, nonostante tra le creazioni dei due artisti ci sia una differenza temporale di quasi 50 anni, ciò che seduce del fenomeno luminoso omaggiato nelle opere di Balla e Dorazio, è il mistero che attira fortemente il nostro sguardo dentro le superfici.

Le Compenetrazioni iridescenti sono dei piccoli capolavori, dipinti quasi tutti su carta altri su tela, dove Balla cerca di catturare i misteri dell’iride e delle rifrazioni luminose, di catturare l’invisibile e liberare gli atomi dei timbri dell’arcobaleno, dal rosso all’arancio, al giallo al violetto ecc.. Una novità per quei tempi, che ha fatto meritare all’artista la definizione di “precursore dell’astrattismo”.

Come precisa la curatrice Belli, a proposito dell’approccio di Balla nelle Compenetrazioni: “pur in debito con l’osservazione della natura – come la critica ha sempre rilevato – ogni suo esercizio non sarà mai fredda e calcolata applicazione di teorie scientifiche, ma piuttosto un affondo nella natura fino a coglierne i nessi più nascosti e misteriosi”.

Dorazio coglie subito l’eccezionalità degli studi di Balla, ed è avvicinandosi alla sua sperimentazione con la luce che realizza le sue grandi tele intitolate Trame. Il ciclo – di cui in mostra sono presenti oltre venti esemplari, realizzati tra il 1959 e il 1963 – è ricco di molte varianti e cambiamenti, legati soprattutto al grado di luminosità del colore, alle interferenze percettive tra fondo e superficie e alla relazione spazio-tempo. “Si registra nella tessitura di questi quadri un effetto straordinario, come di verità rivelata, che si fa strada attraverso la materia raffinatissima, stesa strato dopo strato”, sottolinea Belli.

Modello di studio Mario Botta Architetti Foto © Enrico Cano

L’allestimento della mostra, progettato da Mario Botta, sottolinea le differenze e le affinità dei due linguaggi artistici attraverso un’idea nuova dello spazio espositivo, ridisegnato proprio per accogliere e valorizzare al massimo queste opere: i lavori di Balla saranno sospesi in nicchie bianche, in uno spazio vuoto che li renderà preziosissimi, quelli di Dorazio, di grandi dimensioni, saranno invece presentati su ampie superfici nere, che permetteranno una efficace fruizione e soprattutto un rimando percettivo e visivo continuo alle opere di Balla.

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo illustrato, edito da Mousse-Milano, con testi di Gabriella Belli, Francesco Tedeschi, autore del Catalogo Ragionato di Piero Dorazio, e Riccardo Passoni, direttore della GAM di Torino, dove sono conservati i fogli più importanti di Giacomo Balla. Completano il volume ricchissimi apparati critici a cura di Giulia Arganini (per Giacomo Balla) e Valentina Sonzogni (per Piero Dorazio). Un’ intervista a Mario Botta espliciterà i criteri espositivi della mostra.

La mostra Balla ’12 Dorazio ’60 Dove la Luce verrà inaugurata venerdì 22 settembre presso la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati (Lungolago Riva Caccia 1 – 6900 Lugano)

Orari di apertura
Venerdì – Domenica
11.00 – 18.00

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