Effetti collaterali. I crampi

Di Giorgio Marini

Durante un’attività fisica o sportiva intensa è possibile soffrire di un crampo muscolare. Si tratta di un evento doloroso causato principalmente dalla fatica e che necessita di un immediato stiramento, o stretching, del muscolo coinvolto. Spesso insorge dopo un’attività fisica intensa, ma può capitare che si manifestino crampi a riposo e che questi si presentino anche durante il sonno. Ecco come prevenire e gestire simili situazioni con i consigli dei medici del progetto Cibum.eu dell’Università degli Studi di Siena e di Humanitas Research Hospital di Milano.

Quali sono, innanzitutto, le cause dei crampi muscolari? La maggior parte delle volte si verificano dopo una delle seguenti condizioni: lunghi periodi di esercizio o lavoro fisico, soprattutto durante la stagione calda, disidratazione, mantenimento di una posizione per un periodo troppo lungo di tempo, assunzione di alcuni farmaci, come i diuretici. I crampi muscolari, però, possono anche essere segno della presenza di diverse patologie, anche gravi, quali restringimento delle arterie che forniscono sangue alle gambe (aterosclerosi periferica), compressione dei nervi nella colonna vertebrale a livello lombare, malattie che interessano il sistema muscolare, malattie neurologiche (malattia di Charcot), squilibri metabolici legati alla mancanza nell’organismo dei giusti livelli di potassio, calcio e magnesio. Ci sono poi dei fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare crampi muscolari: l’età avanzata, la già citata disidratazione, la gravidanza, la presenza di patologie come il diabete o malattie del fegato o della tiroide.

Come riconoscere i sintomi dei crampi muscolari? Abbiamo parlato di una brusca contrazione improvvisa e involontaria di un muscolo o di un gruppo di muscoli accompagnata da dolore, che può essere più o meno inteso. In alcuni casi, inoltre, oltre a tutto ciò, si può anche essere in grado di individuare sotto la pelle un indurimento del tessuto muscolare. Spiega il professor Marco Bonifazi, specialista in Medicina dello Sport: «La fatica è probabilmente il fattore principale che altera il controllo neuromuscolare involontario della contrazione. La fatica muscolare aumenta l’attività dei fusi neuromuscolari (incrementando la stiffness – la rigidità, ndr) e riduce quella degli organi tendinei del Golgi (che diminuiscono la stiffness)». In alcune condizioni di particolare affaticamento muscolare distrettuale, specialmente se il muscolo sta lavorando in posizione molto accorciata, l’attività involontaria di stimolo alla contrazione muscolare da parte del midollo spinale può diventare prevalente e scavalcare il controllo volontario, determinando così il crampo. Indica, dunque, l’esperto: «Per trovare sollievo dal crampo, si deve stirare il gruppo muscolare colpito. Lo stretching, probabilmente, aumenta l’attività residua degli organi tendinei del Golgi (aumentando la tensione sui tendini) facendo rilassare il muscolo».

Per quanto riguarda la prevenzione, il discorso non è così semplice, soprattutto per chi è predisposto a soffrire di crampi muscolari, avvisano gli specialisti. Per prima cosa bisogna essere allenati in modo adeguato a sostenere lo sforzo fisico che ci si è prefissati di fare, in modo da ritardare l’insorgenza di fatica localizzata. Se si è disidratati, la fatica insorge prematuramente: una buona idratazione è in ogni caso necessaria, anche se non è risolutiva per prevenire i crampi). In secondo luogo, i muscoli dovrebbero contrarsi partendo da una lunghezza ottimale: se il muscolo si contrae partendo da una posizione in cui è accorciato, i crampi sono favoriti, però è molto difficile stabilire se la posizione degli arti è biomeccanicamente sfavorevole quando l’esercizio è a corpo libero.
Amate il sellino e le due ruote? Sicuramente, quando si usano strumenti meccanici come, per l’appunto, la bicicletta, risulta utile studiare la posizione ottimale di lavoro delle varie parti del corpo. L’attività fisica può anche essere funzionale a potenziare muscoli sinergici che possano lavorare in posizione allungata, in modo da riequilibrare l’attività muscolare nel controllo di un’articolazione. Per esempio, in calciatori che soffrono di crampi nei muscoli posteriori della coscia, si possono potenziare i muscoli glutei, che sono estensori dell’anca, riducendo l’impegno sinergico per questa funzione dei muscoli ischio-crurali (ovvero il muscolo bicipite femorale, il muscolo semitendinoso e il muscolo semimembranoso, che sono più costantemente accorciati in fase di gioco). E se si soffre di crampi notturni? Il suggerimento degli esperti è quello di fare stretching e svolgere una leggerissima attività fisica (per esempio pochi minuti di cyclette) prima di andare a letto, cosa che può aiutare a prevenirne l’insorgenza.

Continuare
Abbonati per leggere tutto l'articolo
Ricordami