Gianni Agnelli, imprenditore gentiluomo

Vent’anni fa scompariva l’Avvocato. Un concentrato di sobria eleganza sabauda e vivace creatività made in Italy

di Giorgio Marini

Vent’anni fa, il 24 gennaio 2003, moriva Gianni Agnelli, uno degli imprenditori italiani più famosi degli ultimi cinquant’anni. Laureato in Legge, il nipote del fondatore della Fiat, suo omonimo, non ha mai esercitato l’attività forense. Eppure negli ultimi decenni del Novecento è stato “l’Avvocato” più famoso dello Stivale, tanto da essere conosciuto ancora adesso con quel soprannome dentro i confini nazionali e all’estero.

Una grande dinastia imprenditoriale

Gianni Agnelli nacque a Torino il 12 marzo 1921. Era il secondo dei sette figli di Edoardo Agnelli, erede del fondatore della casa automobilistica torinese Fiat, e Virginia Bourbon del Monte dei Principi di San Faustino. Il padre morì nel 1935 per un incidente aereo, quando Gianni era ancora adolescente. Il nonno paterno vide nel nipote l’erede naturale della dinastia familiare e ne curò personalmente la formazione. Nel 1943 il rampollo diventò dottore in Giurisprudenza, nel capoluogo piemontese, senza sostenere, in seguito, l’esame abilitativo alla professione.

Un passaggio delicato

Nel dicembre del 1945, infatti, scomparve anche il nonno Giovanni. Gianni si ritrovò a prendere le redini dei beni e delle attività in un frangente molto difficile della vita economica nazionale, a pochi mesi dalla liberazione del Paese dalle truppe tedesche. Inizialmente l’erede scelse di assegnare ogni responsabilità operativa dell’impresa automobilistica degli Agnelli all’amministratore delegato dell’azienda, Vittorio Valletta, che avrebbe mantenuto la presidenza per vent’anni. Fino ad allora Gianni rimase vicepresidente della Fiat e presidente dell’altra azienda di famiglia, la Riv.

Affari, mondanità e calcio

Frequentando l’alta società internazionale Agnelli avviò relazioni importanti per il campo degli affari e della politica, utili in vista dei compiti lavorativi di primo piano che lo attendevano: strinse rapporti con John F. Kennedy, allora senatore americano democratico, con il banchiere David D. Rockefeller e André Meyer della banca d’affari internazionale Lazard. Nel 1953 si sposò con Marella Caracciolo di Castagneto. La coppia ebbe i figli Edoardo, nel 1954, e Margherita, nel 1955.

Dal 1947 al 1954 Gianni Agnelli fu anche presidente della squadra di calcio Juventus. In seguito rimase nella società bianconera come presidente onorario, rimanendo affezionato alla “Signora” del calcio tricolore per tutta la vita.

Al vertice della celebre casa automobilistica

Dopo la parentesi delle avventure mondane nello stile della “Dolce vita” vissute nel cuore dell’allora jet set, tra Costa Azzurra, Saint Moritz e New York, nel 1966 Agnelli passò al comando della Fiat, guidando l’azienda per quasi quarant’anni riuscendo nell’intento di internazionalizzarla. Accadde in un periodo storico tutt’altro che semplice, in cui il miracolo economico era finito, tra tensioni sociali, scioperi e proteste. Agnelli però si contraddistinse per la capacità di mediare tra le diverse parti sociali e, anche grazie al suo acume e al suo equilibrio, dal 1974 al 1976 salì alla presidenza della Confindustria (Confederazione generale dell’industria italiana).

Scontri sociali e tragedie private

Non furono più tranquilli la fine degli anni Settanta, con crisi e scontri sindacali e attentati terroristici. Ma in tante turbolenze, Agnelli tenne sempre la barra dritta dell’azienda. Negli anni Ottanta, nella gestione della Fiat, “l’Avvocato” fu affiancato dal dirigente Cesare Romiti a cui avrebbe poi lasciato la presidenza. A livello privato, dopo tanti successi professionali, l’imprenditore dovette affrontare alcune tragedie familiari insieme ai suoi congiunti. Il 13 dicembre 1997, a soli 33 anni, si spense Giovannino, figlio di Umberto Agnelli, fratello di Gianni, a causa di un tumore. Il 15 novembre 2000 il corpo di Edoardo, primogenito di Gianni e della moglie Marella, fu ritrovato sotto un viadotto dell’autostrada Torino-Savona. Poco dopo il procuratore che si occupava del caso chiuse le indagini formulando l’ipotesi del suicidio.

L’eleganza di un sorriso

Gianni Agnelli è stato uno dei massimi protagonisti delle vicende economiche, politiche e sociali dell’Italia nell’ultimo mezzo secolo. Fu un imprenditore e un manager che si impose, grazie al suo naturale carisma, nel panorama nazionale e internazionale per la sua capacità di portare avanti la tradizione di famiglia senza rinunciare all’innovazione, mostrando lungimiranza e fiuto industriale. Fu anche un uomo colto e dai modi garbati, apprezzato in tutto il mondo per il suo senso dell’umorismo e per il suo buongusto nello stile: un concentrato di sobria eleganza sabauda e vivace creatività made in Italy.

(Foto: screenshot da Rai.it)

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