Gianni Tomasulo, il “parrucchiere volante” dei VIP e non solo

Gala Cannes Film Festival: Tomasulo con Ornella Muti

Una storia di successo, nata da situazioni difficili. La nostra intervista al “fliegende Figaro”, l’hair stylist “di casa” per tanti personaggi noti del mondo dello sport e dello spettacolo

di Franco Narducci

Foto: Tomasulo alla Fashion Week 2022 a Milano su invito di Dolce e Gabbana

In una Zurigo illuminata dal sole abbiamo incontrato l’hair stylist Gianni Tomasulo, il “fliegende Figaro” (letteralmente, “Figaro volante”), conosciuto per la sua abilità di alta scuola e per i tanti VIP dello sport, dell’arte e del cinema che figurano tra i suoi clienti.

Dove è nato? In Svizzera o in Italia?
“Sono nato in Svizzera 60 anni fa. Avevo sei anni quando i miei genitori mi portarono in Basilicata e mi affidarono ai miei nonni pensando di rientrare, facendomi quindi frequentare le scuole in Italia. E invece, a 13 anni mi riportarono in Svizzera, a Bremgarten, un paese dell’Argovia. Mi inserirono nella scuola locale, un passaggio non semplice. Dopo la scuola dell’obbligo ho svolto vari lavori -addetto alle vendite, cameriere e altro -, per sopravvivere professionalmente. A 19 anni ho scoperto la passione della mia vita, fare il parrucchiere. Una passione che mi ha gratificato e mi ha dato la voglia di evolvermi ogni giorno”.

Dopo avere frequentato la scuola professionale svizzera, ha lavorato con parrucchieri famosi?
“Ho avuto la fortuna di vedere all’opera i più famosi acconciatori di Zurigo: Charles Aellen, Valentino, Vittorio 69, Vito, Rudolf Haene. Erano grandi, da Champions League, e lì mi sono perfezionato ed evoluto. Poi a 30 anni ebbi l’idea che avrebbe dato una svolta alla mia professione e alla mia vita, quella del “fligende Figaro” ovvero del parrucchiere a domicilio per una clientela esigente, spesso in lotta con il tempo, o in occasione di grandi eventi”.

“Fliegende Figaro”, il parrucchiere che raggiunge i clienti ovunque. Quale, tra i tanti personaggi che ha conosciuto, le è rimasto più impresso?
“Ancora oggi ringrazio Ciriaco Sforza (calciatore con doppia cittadinanza, ex capitano della nazionale svizzera; ha militato nell’Inter di Milano, nel Kaiserlauten con cui ha vinto la Bundesliga, e nel Bayern di Monaco dove ha vinto la Champions League, ndr), che mi è stato di grande aiuto introducendomi nel mondo dello sport e dei media che ruotano attorno al calcio. Sono entrato in contatto con sportivi famosi, in particolare nel giro del Grasshopper, che allora dominava a Zurigo e in Svizzera. Il primo calciatore divenuto mio cliente era Murat Yakin, l’attuale allenatore della Nazionale svizzera, che aveva solo 19 anni”.

Non sono molti i parrucchieri italiani in Svizzera che hanno avuto accesso a una manifestazione di altissimo livello, nel suo caso il Festival del cinema di Cannes. Come è andata? Cosa ha rappresentato per lei?
“Dieci anni fa, in un periodo per me caotico, ho avuto la sorte di entrare nel backstage del Festival di Cannes. È stata un’esperienza indimenticabile, ho conosciuto John Travolta, Paris Hilton, Ornella Muti e ho rivisto Michelle Hunziker che avevo conosciuto già a Zurigo, quando stava con Eros Ramazzotti. E poi tante modelle che abbiamo pettinato negli intermezzi, dietro le quinte. È stata per me l’esperienza più straordinaria nel mondo dello spettacolo”.

Da solo o con un suo team?
“Sempre da solo, fedele alla mia caratterizzazione professionale”.

Nel Suo curriculum figurano anche esperienze vissute a Londra e negli Stati Uniti. Ce ne parla?
“A Londra e negli USA ho fatto la gavetta, ben prima dei 30 anni. Volevo carpire le tecniche ai parrucchieri famosi, osservandoli, e farmi le ossa prima di diventare “fliegende Figaro”. È stata una gavetta fondamentale, sarebbe come dire riempire il sacco per potere poi seminare. Con quel pacchetto di conoscenze ho avviato la mia attività da indipendente e ho avuto la fortuna di diventare quello che sono”.

Dove ha lavorato di preciso negli Stati Uniti?
“In Florida, a Miami, ed è lì che ho capito che avrei potuto diventare l’acconciatore mobile, esportando questa particolarità in Svizzera; sarei stato il primo parrucchiere che va negli alberghi, nelle cliniche di chirurgia plastica, o dalle persone che per gli incarichi che ricoprono non hanno tempo a disposizione, e dalle donne con figli piccoli”.

Cosa comporta, al di là dei nomi altisonanti, la particolarità della sua professione?
“Anzitutto essere sempre pronto, 24 ore su 24, con gli attrezzi del mestiere. Alcuni clienti mi chiamano di notte, di domenica e nei giorni festivi; ciò significa avere una grande disponibilità e io sono un partner su cui poter contare. Non è facile, anzi è un lusso, perché sono poche le persone che in un giorno di festa si mettono al servizio dei clienti. Mi è successo di correre da un cliente anche a Natale o a Pasqua”.

Tomasulo alla Scala di Milano

Ha conosciuto anche Erich Vogel, camaleontico, grande motivatore, allenatore e poi direttore sportivo, finito in carcere (20 giorni) per una storia incredibile…
“Si, ho conosciuto Erich quando era impegnato anima e corpo nel Grasshoppers. Un leader carismatico, un grande psicologo. Ricordo quel giorno come fosse oggi! Erich era appena uscito dal carcere, mi chiamò e mi disse che aveva urgente bisogno di tagliarsi i capelli perché doveva andare non so dove, con il suo avvocato. La cosa trapelò e vari giornalisti mi seguirono, filmandomi mentre entravo in casa sua. Il rilascio di Vogel era il tema caldo della settimana e c’era grande curiosità: la gente voleva capire! Con Erich c’è una bell’amicizia, trentennale, e ancora oggi ogni due settimane vado a casa sua per tagliarli i capelli”.

I suoi clienti spesso sono sulle copertine dei giornali e sui social. Si confidano con lei?
“Sono entrato in tante case di vip; ho visto la realtà, spesso le difficoltà di coppia che poi hanno portato a separazioni che non avrei mai immaginato. Come dice il proverbio, non è tutto oro quello che luccica. In molti casi i clienti-amici mi sono riconoscenti perché cerco, dialogando, di aiutarli andando a fondo sui problemi, in cerca di soluzioni”.

Nel 2021 agli Europei alcuni calciatori della nazionale sono stati criticati per la stravaganza del taglio dei capelli, oltre che per i risultati non brillanti della squadra. Si è sentito coinvolto?
“Parliamo delle critiche rivolte a Xhaka per i capelli biondi e ad Akanji, ma non credo che l’extra campo abbia influito sui risultati. In ogni caso la stampa aveva toppato attribuendomi di essere l’autore delle acconciature: non è vero. Vero è che molti calciatori – Èlber, Türkyılmaz, Chapuisat, Zuberbühler, Behrami, Džemaili, Mehmedi, per citarne alcuni – sono stati miei clienti e con alcuni di essi ho ancora contatti, anche se prima o poi, inevitabilmente, le strade si dividono”.

La sua è una storia di successo nata da condizioni difficili. Ora lavora in questa piazza centrale di Zurigo, assieme ad altri. Siete una società?
“Siamo a ridosso della Bahnhofstrasse, una delle strade più conosciute al mondo. Siamo otto parrucchieri e ognuno lavora per conto suo con i suoi clienti. Dividiamo le spese generali e i costi dei prodotti, ma ognuno è libero di fare quello che vuole. Vivo a Zurigo e ho la passione del tango, sono nel giro degli amanti del tango argentino, anche se Piazzolla era di origini pugliesi”.

Ha pettinato anche Ornella Muti, dà qualche consiglio trendy alle nostre lettrici?
“Come dicono gli inglesi, never-ending: c’è sempre una cosa nuova. Il lungo si porta sempre perché è l’essenza della femminilità, soprattutto abbinato con le tecniche del colore, di grande attualità: in assoluto, il balayage che è molto trendy”.

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