Il “potere” del passaporto italiano: permette di entrare in 190 Paesi senza visto

Il titolo di viaggio tricolore apre tantissime porte: è secondo al mondo, dopo quello di Singapore. La Svizzera è quinta

Nella sfida dei passaporti mondiali, se quello di Singapore è il più “potente” al mondo, subito dopo c’è quello italiano.

È quanto emerge dalla nuova classifica stilata dalla società di consulenza londinese Henley & Partners, che dal 2006, attingendo dai dati dell’International Air Transport Authority (IATA), ricava un apposito parametro, il Passport Index, funzionale a illustrare le cittadinanze mondiali con più vantaggi per quanto riguarda i viaggi all’estero.  

Nello specifico, in questo computo il valore del titolo di viaggio è misurato in relazione alle destinazioni in cui si può accedere senza alcun visto: 192 (su 226 totali) Paesi aperti ai cittadini di Singapore e 190 a quelli italiani. In base a questo aspetto la Penisola mediterranea risulta a pari merito con Germania e Spagna.

I cambiamenti di posizione del nostro Bel Paese nel ranking mondiale sono da imputare anche al fatto che Gibuti, Mongolia, Suriname e Giappone hanno eliminato l’obbligo di visto nei confronti dei visitatori dello Stivale, facendo così da contraltare alle misure contrarie adottate da Uganda, Etiopia e Papua Nuova Guinea.

In terza posizione, con 189 nazioni in cui si può entrare senza visto preliminare, troviamo Austria, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Corea del Sud e Svezia. In questo novero è stato inserito attualmente anche l’arcipelago nipponico, che per cinque anni ha detenuto il primato e che di recente è stato scalzato da Singapore.

Dopo un calo registrato negli ultimi sei anni, il Regno Unito è risalito in classifica, recuperando, così, il quarto posto (188, con Danimarca, Irlanda, Olanda), posizione che non occupava dal 2017. Gli Stati Uniti, invece, sono precipitati fino all’ottavo posto con accesso a sole 184 destinazioni senza visto. Sia il Regno Unito sia gli Stati Uniti, quasi dieci anni fa, nel 2014, erano primi.

La Svizzera è quinta (187) con Belgio, Repubblica Ceca, Malta, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo. Da segnalare il grande balzo degli Emirati Arabi Uniti, con 107 destinazioni senza visto (come Cipro), dal 2013, recuperando 44 posizioni dal 56esimo posto di un decennio fa al 12esimo.

Ha fatto grandi progressi anche la Colombia, che ha scalato 28 posizioni piazzandosi 38esima. Pure l’Ucraina (30) e la Cina (64) rientrano nella Top 10 dei Paesi che hanno migliorato maggiormente la propria classifica negli ultimi due lustri.  

Con solo 27 destinazioni visa-free a disposizione, i più svantaggiati sono i cittadini afghani (il loro passaporto è ultimo in classifica), dal 2021 nuovamente sotto il controllo dei talebani. Ma sono critici anche i punteggi di Iraq (29), Siria (30), Pakistan (33), Yemen e Somalia (entrambe a 35), Palestina e Nepal (38).

Il presidente di Henley & Partners, Christian H. Kaelin, ha commentato: “Molto più di un semplice documento di viaggio che definisce la nostra libertà di movimento, un passaporto solido offre anche significative libertà finanziarie in termini di investimenti internazionali e opportunità commerciali. La connettività e l’accesso globali sono diventati caratteristiche indispensabili per la creazione e la conservazione della ricchezza e il suo valore crescerà solo con l’aumentare della volatilità geopolitica e dell’instabilità regionale”.

Il Professor Dr. Yossi Harpaz, rinomato sociologo dell’Università di Tel Aviv, ha affermato rispetto alla relazione tra la libertà di viaggio e l’apertura dei vari Stati: “Le realtà diplomatiche e socio-economiche delle nazioni e gli obiettivi strategici hanno un impatto significativo su questi fattori, determinando una complessa rete di interrelazioni. Man mano che il panorama globale continua a cambiare, anche questi modelli cambieranno, riflettendo la natura dinamica della mobilità globale”.

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